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Lo scorso weekend sono stato a Catania per seguire dal vivo il mio primo Beach&Love.

Aspetta, non sai cos’è il Beach&Love?

Te lo spiego subito: è un evento di web marketing molto originale organizzato da “&Love”. Originale per una serie di motivi.

Intanto perché, diversamente dalla maggior parte degli eventi sul mondo del business, il linguaggio sia sul palco che tra gli intervenuti che fanno networking, come per tutti gli eventi &Love, non è aziendalese ma al contrario molto fresco ed informale.

Poi perché si parla di un argomento che mi sta tanto a cuore e cioè di marketing emozionale, quel genere di branding in cui si fa community che si fondano su una fiducia autentica e duratura conseguenza di una comunicazione memorabile, fatta da belle parole e buone azioni.

E poi perché quest’anno si svolge a luglio inoltrato tra l’altro in una sede un po’ folle visto che non è la classica sala conferenze ma addirittura… un lido balneare!

Insomma parliamo di un evento davvero sui generis con ingredienti molto “croccanti”, aggettivo abusatissimo da Salvatore Russo, founder, event manager e speaker ufficiale di &Love, a cui quest’anno s’è aggiunto un altro ingrediente molto speciale ed ancora più coraggioso: la location siciliana!

Ecchime!

Per la serie “evento ricco… mi ci ficco” non ho potuto non esserci, allora mi sono sparato 9 ore complessive di Flixbus per andare e tornare da Catania (ricordo che vivo a Marsala, in Sicilia, regione famosa nel mondo per i “ne riparliamo a settembre” che iniziano a maggio e per la sostanziale assenza di mezzi pubblici, sob!).

Il mio “occhio assassino” su Instagram: https://www.instagram.com/p/CgR8T_Lj2Us/

 

Come è mio solito l’ho fatto non solo per godermelo da spettatore ma soprattutto per indossare le vesti di divulgatore, ruolo che adoro svolgere quasi quanto quello del formatore e consulente perché in linea con la mia concezione di personal branding che voglio ricordare qui…

Personal branding non è “curare il proprio orticello” ma condivisione del valore, cioè dare visibilità anche ai contenuti altrui a condizione che siano, come di fatto sono quelli di &Love, validi e rispondenti ad una “filosofia comune alla mia”. Non a caso, condividendone i valori, sono stato tra i media partner dell’evento con il mio progetto divulgativo e formativo a prova di imitazioni e che abbraccia proprio quella filosofia. Sto parlando del mio “Imprenditore Vero” (qui il sito).

In questo articolo quindi, un po’ come già fatto a marzo scorso per l’evento “AndLoveStory” di Verona (puoi leggere il mio reportage qui), cercherò di raccontare ciò che ho visto, ascoltato, pensato e “sentito” condividendo un po’ di ciò che mi sono portato a casa da questa esperienza.

No, non sarà una sviolinata al “team AndLove”, anche se lo stimo tantissimo, ma un contenuto che vuole insegnare qualcosa di utile o ispirante ai miei lettori.

Almeno ci provo! Here we go!

Come si fa branding nel turismo?

La giornata formativa è iniziata col botto con Salvatore Russo che ha provato ad unire i puntini del branding turistico di successo.

Premesso che se vuoi vederti la replica dello streaming di Beach&Love 2022 la trovi a questo link (da notare che NON è un ref link; hai capito bene: Salvatore non mi paka!), ti dico anch’io come lui che senza brand non si va da nessuna parte. Ma proprio si rimane fermi al palo, davvero.

Tra le prime cose che un imprenditore nel turismo, ma questo vale in ogni comparto chiaramente, deve fare assolutamente è invece posizionare l’attività nel mercato, ovvero curarsi della percezione che l’hotel o struttura ha nella mente dei propri clienti-tipo.

Cosa pensano di te?

Ad esempio, mettiamo tu sia il titolare o manager di un Bed&Breakfast o un hotel a Marsala con un evidente problema di marketing (ammetto che questa è una piccola furbata di local SEO, hihihi!).

The most importan question is: perché le persone dovrebbero scegliere te rispetto ad un tuo competitor? Cosa ti caratterizza e distingue davvero?

Un brand efficace, soprattutto in un mercato fatto di aziende-fotocopia, nasce proprio da questa domanda.

Spesso è difficile darsi una risposta (ed è per questo che esistono i consulenti di web marketing e branding: per pungolarti!), ma il punto importante, anzi fondamentale, è farsela e provare a rispondere.

Almeno provaci: anche se consiglio sempre di farsi aiutare, una risposta anche parziale può essere comunque un buon punto di partenza per costruire un brand che si affini nel tempo.

Ma attenzione a trascurarla: potrebbe significare finire schiacciati dalla guerra del prezzo! Farsi ricordare per il prezzo stracciato è una strada percorribile che consente di fregarsene del branding. Ma chi mai può percorrerla se non chi non sa farsi i conti in tasca? Ammettiamolo: vendere al prezzo più basso significa vendere sottocosto e, di conseguenza, fallire.

Ad ogni modo, tornando al branding, Salvatore ricorda che quando il brand inizia a farsi strada nella mente del consumatore segue la piramide di Aaker (si intravede nella foto sfocatella qui sotto). Direi “eroico” da parte sua visti i 154 gradi celsius della “sala” fronte spiaggia in cui Salvatore ha indossato la giacca (non c’erano clima né ventole puLtroppo a ridurre il disagio).

Secondo questo funnel, la conoscibilità di un brand può passare, a seconda dell’accuratezza con cui viene fatto branding (ma anche a seconda di altri fattori come ad esempio gli investimenti in comunicazione), dallo status di “perfetto sconosciuto” (base arancione) a quello di “brand conosciuto” (barra verde).

In cima c’è poi quello in cui il brand ottiene una “notorietà consolidata” (barra celeste) fino ad arrivare al top del top che è il “top of mind” (barra blu).

In sostanza parliamo dello status da favola in cui ad esempio chiedendo alla maggioranza dei tuoi clienti ideali “se dico hotel a Marsala a quale brand pensi?” questi rispondono il tuo. Ti piacerebbe, eh?

L’importanza dei numeri

Dopo il primo più generale dedicato al brand positioning sono arrivati speech più specifici.

Nell’ordine quello di Enrica Tiozzo (di cui allego qui sotto immagine) che ha portato tanti bei numeri legati ai bisogni e desideri degli italiani in vacanza. Beh, d’altronde i brand efficaci, in particolare le strategie di web marketing, non possono non partire oltre che dalle domande interne anche da quelle esterne, cioè proprio dai dati di mercato.

Ad esempio in questa slide, Enrica fa notare come il budget per le vacanze si sia purtroppo non poco ridotto per via della congiuntura economica negativa di questi anni. Questo dato, secondo una programmazione oculata, porterebbe a rimodellare la propria strategia spostandola su quei target (sempre riscontrabili da ricerche di mercato) che hanno subito meno la riduzione del budget o addirittura su quella minoranza che con la crisi l’ha aumentata perché magari ha fatto i big money.

Scommetto che ora stai pensando ad una strategia mirata ai venditori di mascherine ed Amuchina…

Poi è stato il turno di Pierluigi Vitare insieme a Serena Pelosi con i loro insight su gusti ed atteggiamenti della generazione Z, ovvero i giovanissimi nati alla fine del secolo scorso.

I “ciofani”!

Durante il Beach&Love in effetti si è messo l’accento moltissimo su un punto importante che a volte sottolineo anch’io (ne ho parlato tempo fa in diretta con Rudy Bandiera, trovi la replica gratuita a questo link sul sito di Imprenditore Vero): non si possono più trascurare i giovanissimi anche quando è in ballo, per ovvi motivi, l’efficacia di una strategia di branding a lungo termine.

Non a caso si è parlato tanto, l’ha fatto soprattutto la startup catanese CreationDose (di cui parlerò meglio in seguito) specializzata proprio in influencer marketing e che ha patrocinato e co-organizzato l’evento, di viralità dei contenuti ricordando che i nativi digitali (perché di questi stiamo parlando) per abitudini ne sono il cuore pulsante soprattutto in quanto creator.

Hai sentito parlare di “user generated content”? Ecco i “ciofani” ne producono a tonnellate!

Per questo bisogna iniziare a comprendere come ragionano ed agiscono perché sono il target del futuro, il punto di partenza della costruzione delle prossime strategie di branding e campagne di web marketing. Sono loro che possono farti decollare, perché anche nel turismo “la voce del padrone” conta sempre meno, ovvero è in grado di influenzare le scelte di prenotazione/acquisto sempre meno mentre la voce del turista/cliente sempre più.

D’altronde si tende a fidarsi più del figlioletto teenager che dice a papà “andiamo in questo hotel girando il link su whatsapp” che del capo azienda che fa lo spot col classico “siamo leader” o “giovani e dinamici”: il primo infatti viene percepito come disinteressato quindi più sincero, quindi MOLTO più credibile.

Insomma… “decision maker” sono sempre più giovani, remember!

Dopo il ritorno sul palco di Salvatore che ha spiegato come costruire una strategia di marketing turistico efficace, sul palco nell’ordine sono arrivati Alessandro La Rosa, CEO e founder di CreationDose, ed il suo speech sul turismo anche in questo caso orientato alla Next-Gen (non metto la foto ché di Alessandro ne parlerò dopo).

E poi quello di Alessia Ciccarello dedicato allo storytelling siciliano culminante con l’invito ad unirsi all’associazione “InnovaSicilia” di cui lei è presidente.

La Sicilia è storytelling di suo: perché non approfittarne?

Intanto goditi l’introduzione di Salvatore Russo ad Alessia Ciccarello che Pippo Baudo scansate proprio!

dal mio Facebook: https://www.facebook.com/LeoCascioTBM/videos/347511294247425/

L’intervista ad Alessia, fatta alla fine dell’evento, purtroppo è “sgranatella” perché registrata in live e pure con un cinefonino (no, non è in 4K… eufemismo!). Però va vista lo stesso perché dice cose davvero importanti sulle opportunità del business siciliano mettendo l’accento sul concetto banale quanto utile di “unione fa la forza”.

Cose che spero risveglino un po’ di coscienze imprenditoriali. Eccola qui sotto.

Non so te ma io corro ad iscrivermi a SiciliaInnova perché credo che non sia la classica associazione che fa tante chiacchiere ma che faccia del pragmatismo il cavallo di battaglia.

Certo, qualcuno dirà che dietro SiciliaInnova ci sia CreationDose e che quindi possa esserci un “interesse”. In parte può essere così, ma in modo molto, molto relativo e limitato.

E sai perché? Perché oggi non siamo più negli anni ’90. Oggi non esistono veri competitor ma esiste essere “simili ma differenti” per marciare bene e tutti insieme verso mete comuni. Specie in Sicilia, dove i numeri sono infinitamente minori rispetto a quelli dell’economia globale, CreationDose e SiciliaInnova (come per l’altro anche il mio Imprenditore Vero) non vedono giustamente ai competitor come nemici a cui fregare clienti ma partner con cui generare ancora più valore, aumentando la torta complessiva da dividere!

Cioè non lo dice solo SiciliaInnova ma la globalizzazione stessa che quando si parla di unire le forze, si intende unire le forze veramente e malgrado le eventuali differenze, farlo davvero, non per finta. Anche tra professionisti ed agenzie.

Questo è un punto essenziale che quasi tutti ignorano, snobbando iniziative del genere e continuando a farsi la guerra dei poveri, purtroppo.

Ma ripeto fino alla nausea: bisogna superare queste credenze limitanti, l’idea che tanto non cambierà nulla.

Bisogna unire le forze, senza se e senza ma, se si vuole davvero rendere la Sicilia la regione dove “vivere di turismo” non è uno slogan ma un obiettivo vero e possibile.

Il branding territoriale

Proseguendo il mio racconto del Beach&Love, e continuando a parlare di marketing turistico, mi sono sparato anche gli speech del direttore generale della Confesercenti Verona Alessandro Torluccio che ha portato in Sicilia il caso studio sul “branding territoriale” della regione Veneto.

Ti spoilero soltanto che i veneti hanno usato il brand potentissimo di Venezia per portare acqua al mulino delle altre location (in molti casi strepitose) della regione.

Tutto questo mentre nella mia amata Marsala, ad esempio, si stenta a concepire un’idea di brand Marsala, figuriamoci un’idea di brand territoriale comune tipo “provincia di Trapani”. Per dire: alcuni enti dalle mie parti hanno cercato di lanciare un brand del genere, pensando di poterlo usare come “volano dell’economia”, ma con scarso successo.

E sai perché? Perché è mancato un vero coinvolgimento, una sincera unione di intenti. Di “brand” si è vista solo la facciata: causa e conseguenza della solita, squallida “strumentalizzazione politica”.

A differenza del Veneto dove le cose, come ha raccontato Alessandro, sono andate diversamente.

Ora non ti diró come hanno fatto perché di fare la telecronaca precisa precisa dello speech non mi va. Ma non per lui che è una persona squisita, eh, ma proprio perché oggi è il 26 luglio, perché “Antò fa caldo”, perché allungherebbe troppo l’articolo e soprattutto perché la replica in video esiste proprio per quello: se ti interessa vai sul sito di Beach&Love e guardatela, ché se sei un hotel manager o meglio ancora un politico locale con le idee confuse sul significato di “brand” e “fare rete” ne vale proprio la pena.

D’altronde questo articolo come dicevo all’inizio più che insegnare ha lo scopo di fare riflettere ed ispirare su alcuni punti.

Se ti va di approfondire sul serio questi temi per lanciare o rilanciare il tuo business turistico grazie al branding ti invito a contattarmi per un corso o percorso di formazione o consulenza (inviami un messaggino whatsapp al 3273637418 o scrivimi da questa pagina). Oppure contatta pure direttamente Salvatore ed il suo team che sono fenomenali, o CreationDose stessa!

Tra “Made in Italy” e influencer

In chiusura ho seguito anche la call a distanza di Stefano Versace “da Miami”, autore, forte del suo “franchising di gelati” in USA, di alcuni consigli interessanti sul “made in Italy”, ad esempio quello da applausi di “comunicare da patrioti e non da nazionalisti” (anche se, a mio modesto parere, il suo intervento non c’azzeccava molto con lo spirito dell’evento orientato al “fare turismo in Italia”; ecco, vedi che Salvatore non mi paka? A proposito, rincaro la dose: Salvato’, la prossima volta falli mettere due ventilatori! Però, nonostante questo ricorda le mie parole d’amore per te: i tuoi eventi spaccano sempre, amico mio!).

E dulcis in fundo ho visto la call finale di Micol Platania insieme all’influencer Speranzablu sull’evoluzione di influencer marketing e content marketing in ambito turistico.

La “popolarissima” (è stata accolta da un’ovazione tipo “Duran Duran a Sanremo”) Maicol Platania di CreationDose; dal mio Instagram: https://www.instagram.com/p/CgUSkDgqRrK/

Maicol e Speranzablu (influenzer turistica con un seguito niente male) hanno fatto un quadro sui contenuti che catturano l’attenzione dei viaggiatori con un focus, come tra l’altro già anticipato dall’intervento di Alessandro, sempre sulla Z-Gen (di cui faccio parte anche se sono nato nel 1975: guarda che anche se ho citato i Duran Duran a Sanremo, sono “ciofane” inside io!), portando casi studio ed esempi interessantissimi.

Anche in questo caso invito a vedere la replica sul sito di &Love.

Tornando a CreationDose

Avevo promesso che avrei parlato di Alessandro La Rosa, come detto tra i founder di CreationDose nonché CEO. Lo faccio ora perché secondo me merita il “gran finale” di questo piccolo reportage catanese. Infatti prima di venire a Catania avevo espresso il desiderio di visitare la sede di questa startup che voci di corridoio mi avevano detto essere strepitosa.

Ero curioso di vederla con i miei occhi e ci sono riuscito. Malgrado la giornata di chiusura, Alessandro infatti si è mostrato disponibile a ricevermi non solo per mostrarmi il luogo di lavoro suo e dei circa 40 dipendenti che ci lavorano ma anche, ed è forse l’aspetto ancora più gradito, per fare due chiacchiere su “innovazione, smartwork e metaversi” insieme ai suoi colleghi del board.

Di questo ne ho parlato quasi subito sul mio Instagram in un “selfie collettivo” dove si intravede uno scorcio del corridoio coloratissimo della sede. E dove ci sono, oltre che Alessandro, anche il General Manager di CreationDose Jacopo Paoletti ed il CTO Raffaele Barone. Eccolo qui:

dal mio Instagram: https://www.instagram.com/p/CgYoOaLqLer/

 

Insomma, oltre che dell’ufficio davvero strepitoso (non credo esista nulla di simile in Sicilia, ci farò un social post più avanti ché ora sono stanchino) sono rimasto molto colpito tantissimo dall’energia positiva di questa azienda.

Un’entusiasmo ed una voglia di fare che ho visto raramente nella mia terra.

E qui vengo apposta allo speech fatto a Beach&Love da Alessandro La Rosa in cui raccontava di un fatto interessante che riguardava il suo team che è riuscito a rendere CreationDose protagonista dell’ultimo Web Marketing Festival di Rimini (a cui, mannaggia, non sono stato, ma l’anno prossimo rimedierò!) senza l’utilizzo di uno stand.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da CreationDose (@creationdose)

Fonte: https://www.instagram.com/p/CfMe8fyI-yj/

 

Come ci sono riusciti?

Come ha spiegato (mostrando durante lo speech il video che ho messo qui sopra) interagendo con i visitatori del festival, facendosi riconoscere da magliette brandizzate, maschere speciali con schermi a led e macchinette spara-soldi. Ma non è tutto qua: facendo flash-mob e presenziando alla festa finale del WMF!

Questo ha portato i visitatori a notarli ed a selfarsi insieme, generando un passaparola online niente male. In pratica sono riusciti a rendersi “instagrammabili” divenendo “un evento nell’evento” attraverso la forza della creatività e delle relazioni, attraverso un’azione coordinata e strategica.

E, cosa da non trascurare affatto, spendendo pochissimo.

CreationDose ha dato prova anche a Beach&Love di riuscire ad agire come un virus che si insinua tra la gente, diffondendosi a macchia d’olio ed in modo incontrollato. Un virus positivo, ovviamente, che fa della partecipazione attiva, della collaborazione e dello spirito positivo le sue armi di battaglia. Tutto ciò in un contesto, quello nostrano, dove spesso al contrario, al di là delle belle parole di rito specie in campagna elettorale, si respira invece tanta introversione, chiusura e pessimismo.

Qui a Catania il mood che ho respirato è stato opposto. E questa cosa è bellissima.

Sì, lo so che il mio può sembrare una lusinga artificiosa a questo gruppo di giovani (a proposito, neanche CreationDose mi pakaaa!), ma ti assicuro che non è un atto forzato ma dovuto.

Come si fa a non supportarli? Come si fa allo stesso modo (momento orgoglio!) a non supportare il mio “Imprenditore Vero”?

Imprenditore Vero ad esempio è un piccolo gruppo di imprenditori e professionisti che da alcuni anni regalano lezioni di web marketing, innovazione e di crescita personale attraverso interviste in diretta piene zeppe di valore, e che nelle mie intenzioni continueranno a farlo anche dopo l’estate (a proposito, se hai le carte in regola, proponiti pure come prossimo ospite da questo link).

Come si fa a non supportarci? E allo stesso modo, come si fa a non elogiare e supportare l’entusiasmo di CreationDose?

Il fatto di avere una visione e fare di tutto per raggiungerla? Il fatto di aver messo sul tavolo la grinta, ma anche le competenze e gli obiettivi giusti, per creare valore in Sicilia, facendo in modo che i giovani in Sicilia siano ben formati alle professioni digitali (e non come NON fanno i soliti “enti regionali” che buttano soldi in formazione professionale di dubbia utilità!), cosa che sto provando a fare anch’io qui, dall’altra parte della Sicilia, in modo che in Sicilia ci restino anziché fuggano via?

E poi c’è un luogo comune che va smentito: si parla spesso di “giovani che non hanno idee chiare, che sono totalmente soggiogati dalle tecnologie, che sono incapaci di sognare e costruire un futuro” ma la storia di CreationDose (ma anche la nostra, includendo anche &Love, ovviamente!) dimostra che non è affatto così!

No! CreationDose, come altre piccole realtà (anche se molto rare in Sicilia) dimostrano all’opposto che creare valore con i contenuti, usare la rete da creator e non da consumer passivi, e così creare anche ricchezza (in special modo per il turismo locale)… è possibile!

Anzi, creare valore col digital è proprio l’unica strada possibile.

Chapeau ragazzi! Che sono con voi lo avete capito con questo articolo. Spero che lo capiscano anche molti imprenditori, quelli che vogliono cambiare e mettersi in gioco costantemente. Speriamo (ma da grandissimo ottimista ci credo) che si uniscano a noi e alla nostra visione per costruire insieme un futuro radioso per la Sicilia. Anzi, per l’Italia intera.

Concludendo

Alla fine da Beach&Love e CreationDose mi sono portato a casa come souvernir tanta energia positiva.

La dedica finale di questo lungo articolo non è però né per &Love, Beach&Love e CreationDose, e neanche per SiciliaInnova, ma è per due miei amici che hanno contribuito tanto a tutto questo. Sto parlando di Ricardo Antonio Piana (un formidabile esperto di Intelligenza Artificiale che ho intervistato ben 2 volte su Imprenditore Vero, l’ultima volta qui, ed è anche un ottimo blogger, qui dove condivide i suoi pensieri) e la sua consorte, la mitica Antonella Giannone.

L’ultima cena a base di pizza (ci tengo a precisare che ho preso una semplicissima ed italianissima “margherita”, eh!)

Ricardo e Antonella sono due persone splendide che avevo conosciuto solo online all’inizio della pandemia e che ho conosciuto in presenza per la prima volta addirittura ospitandomi a casa loro, ed in più facendomi da Cicerone per Catania, l’Etna ed il loro paesello sulle pendici vulcaniche.

In più sono stati un “hub micidiale” per CreationDose, dimostrando oltretutto una cosa importantissima: che noi siciliani abbiamo l’ospitalità nel sangue, la capacità forse innata di far sentire gli “estranei” a casa propria. Di fatto a casa loro mi sono sentito davvero a mio agio. E non solo a “casa Piana” ma anche a “casa CreationDose”.

Siete stati fantastici, ragazzi! Grazie!

E allora, quale altro messaggio si può può ricavare da questo reportage, ormai quasi al termine, se non il fatto che, oltre ad aiutarci l’un con l’altro, dovremmo puntare anche sul “far sentire a casa” i turisti?

D’altronde i “big money” nel turismo (e non solo) si fanno proprio aumentando i “returning customer” che, stando ai numeri presentati durante il Beach&Love, per l’Italia sono ancora bassini rispetto ad esempio alla Francia che in questa classifica risulta prima.

Insomma secondo me la piccola lezione da portarci tutti a casa è che quando si fa ricezione turistica la cosa forse più importante è che bisogna lasciare un buon ricordo in modo che i turisti tornino, e ciò può avvenire soltanto rendendo agli occhi del turista la permanenza in Sicilia un’esperienza indimenticabile.

Attenzione, però: per riuscirci non basta il cuore.

Nel turismo serve anche strategia e programmazione, tanto marketing e comunicazione. Fatte bene.

Cose ancora rare in Sicilia, ma che a guardare CreationDose e &Love (che in CreationDose ci ha anche scommesso, cosa che potrei fare anch’io investendoci qualcosina) esistono eccome!

Non resta che dare una mano e lavorare tutti insieme, mettendo da parte gli orticelli privati, affinché questa nuova cultura del lavoro fatta di tanto cuore, ma anche di tanta buona e competente innovazione digitale, si diffonda.

Io non smetterò mai di crederci. E tu?


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)