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Nel lavoro di consulente, il briefing di marketing è fondamentale. Non è altro che un’intervista fatta dal consulente a chi desidera lanciare o rilanciare il proprio business online. Lo scopo è quello di conoscerlo e ottenere le informazioni necessarie per consentirgli di elaborare una strategia. Tutto ciò anche con lo scopo di preparare un preventivo dettagliato.
Il briefing non è uno scherzo: richiede tempo, dedizione e professionalità, cioè è una vera e propria consulenza (e pertanto andrebbe pagato al consulente a prescindere se il progetto avrà un seguito o meno).
Ogni consulente ha il proprio “metodo” nell’approcciarsi all’imprenditore.
C’è chi lo semplifica, banalizzandolo, al punto da omaggiarlo. Chissà come mai? Sarà perché “certi consulenti” cincischiano 2 domande in croce per 10 minuti per poi presentare un progettino/preventivo scopiazzato da un precedente progetto? Di questo fenomeno ne parlo anche qui.
C’è invece chi il briefing lo esegue in modo certosino, dedicandovi anche diverse ore o persino giorni interi e facendoselo pagare anche profumatamente (mi riferisco a certi marketer italiani, senza fare nomi, che a mio parere fanno BENISSIMO).
Tornando al briefing di marketing, l’opinione generale in ambito imprenditoriale è che nel briefing debba essere il consulente a parlare, elencando tutto quello che farà. È un’idea malsana data dal comportamento dei suddetti “certi consulenti” che prendono il briefing, oltre che come una cosa poco utile, soprattutto come un’occasione per fare sfoggio delle proprie capacità oratorie.
In realtà il briefing, come detto prima, è un’intervista in cui il consulente è l’intervistatore ed il cliente/azienda l’intervistato ed in cui però chiaramente il consulente traccerà la rotta giungendo insieme a delle soluzioni partendo da informazioni fondamentali che possono essere ricavate solo con la collaborazione del cliente.
In questo post parlerò delle domande che un buon consulente di marketing dovrebbe fare all’azienda, cioè a TE (voglio supporre che tu sia, come spero, un imprenditore curioso di sapere come funziona la vera consulenza di marketing, non quella finta degli smanettoni che si credono grandi marketer).
Un buon consulente di web-marketing, in realtà, non è obbligato a seguire alla lettera questi punti. La cosa però importante è che almeno i primi cinque punti vengano trattati, diversamente non sarà possibile materialmente iniziare a lavorare e stilare almeno una forbice di preventivo. I successivi cinque potranno essere discussi anche in seguito, in una successiva riunione.
1) Qual è il tuo target?
Il target è il tuo “cliente tipo” che è fondamentale quindi “inquadrare” nel modo più preciso possibile. Senza dilungarmi, ti invito alla lettura di questo mio precedente articolo in cui raccontandoti il mio target riesco a spiegarti in modo semplice e completo il significato profondo di target.
2) Quali sono i tuoi principali concorrenti nel mercato?
Formalmente il concorrente, o “competitor”, è chi fa le tue stesse ed identiche cose: una sorta di tua fotocopia. C’è chi, banalmente, lo indica come appartenente al tuo stesso settore, ma non è proprio così: infatti si può lavorare nello stesso settore e non essere affatto competitor.
Come ho a volte scritto nel mio blog, il vero competitor sei tu stesso. La situazione ideale per te è quella in cui riesci a crearti un mercato in cui ci sei solo tu, in modo da beneficiare dell’esclusività. Non è facile raggiungere questa situazione, ma è proprio per questo che esiste il consulente di web-marketing: per farti raggiungere questo obiettivo.
In generale, comunque, nello status iniziale in cui non sei ancora davvero unico, è possibile rintracciare i tuoi competitor con alcuni strumenti online, ad esempio Google Trends. Studiarli è importante perché puoi sfruttarne gli errori a tuo vantaggio per superarli.
3) Qual è il tuo prodotto o servizio?
Definire con “precisione svizzera” il tuo prodotto o servizio è altrettanto essenziale, tanto quanto il target a cui venderlo ed i concorrenti che potrebbero ostacolarti in questo processo. Uno dei ruoli del web-marketer è anche questo: costruire la comunicazione della tua offerta.
4) Quale elemento esclusivo ti differenzia dalla concorrenza?
Domanda legata alla domanda numero 2. Una volta studiata la concorrenza, la risposta è definire una nicchia inesplorata in cui puoi elevarti come assoluto campione di eccellenza.
5) Quanti soldi puoi investire (budget)?
A questa domanda sicuramente caschi dal pero, lo so. Ma devi capire quanto vuoi spendere, in base alla tua disponibilità economica. E per il web-marketer è altrettanto importante saperlo, altrimenti non potrà pianificarne i risultati.
Attenzione, non fare il furbo e non dire che spenderai di più di quanto in realtà puoi. Sii onesto con te stesso e con il consulente, chiarendo sin da subito i tuoi limiti ed intenzioni. E se non hai i soldi cerca una soluzione insieme a lui (non pensare però che ti faccia credito, mi riferisco semmai a valutare finanziamenti, bandi pubblici e crowdfunding).
6) Qual è il messaggio fondamentale del tuo brand?
Il messaggio fondamentale del tuo brand è strettamente legato alla tua esclusività. Di solito è rappresentato, sfruttando il content marketing, dal logo, dal naming/claiming, i primi elementi che saltano all’occhio del tuo target, ma coinvolgono anche tanto altro.
Di queste cose ne parlo ampiamente negli articoli rispettivamente linkati.
7) Come convertire i tuoi contatti in clienti?
La conversione dei tuoi contatti (leads) in clienti (customers) avviene normalmente utilizzando un “funnel di marketing”, cioé un sistema automatizzato (se sei curioso di conoscere le aziende automatiche ti consiglio di leggere questo mio articolo sul business liquido) che sfrutta “landing page” e posta elettronica lavorando per te 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Per arrivarci, però, è richiesto un profondo e dettagliato studio strategico ed operativo. Dei funnel di marketing, senza tecnicismi, ne parlo anche qui.
8) Quali sono gli obiettivi da raggiungere?
La definizione degli obiettivi sono collegati agli altri fattori che definiscono l’intera strategia. In particolare il budget che investirai nel traffico (ad esempio acquistando views e click sui social come Facebook o sui motori di ricerca come Google). Il consulente di web-marketing riesce a definirli e darti una lettura chiara di ciò che farà nelle settimane a venire per applicarli.
9) Quali dati monitorare (KPI)?
Il K.P.I. sta per Key Performance Indicator: si tratta di indicatore chiave di prestazione in grado di monitorare l’andamento di un processo aziendale, nel caso in questione della tua campagna di web-marketing. Il consulente di web-marketing ha il compito di monitorare questo ed altri importanti indicatori per ottimizzare la campagna nel corso del tempo in modo da migliorare il R.O.I. (Retun on Investment, cioè Ritorno sull’Investimento).
10) Come e con che frequenza monitorare i dati?
Il modo con cui i dati vengono analizzati e la frequenza con cui l’analisi viene eseguita rappresenta il lavoro di messa a punto continuo effettuato dal consulente.
Il compito del consulente però non termina qui: è necessario pianificare la frequenza con cui i dati ti verranno sottoposti e spiegati nell’interesse della tua azienda. L’utilizzo di report grafici in questo caso è di vitale importanza e rende il lavoro complessivo il più possibile in linea con le tue aspettative.
Conclusioni
In sommi capi ecco spiegata l’importanza del briefing di marketing. Se hai ben letto e compreso il mio articolo, adesso non potrai che decidere di affidati solo ad agenzie e consulenti che applicano un metodo uguale o simile a quello esposto, anche attraverso l’utilizzo di “canvas” (l’ottimo corso online Liquid Business Formula ne fa sapientemente uso). Buon business!