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Da quando ho avviato una rubrica dedicata al mio personale “fare rete” in cui invito a fare “quattro chiacchiere” sul mio blog amici e colleghi nel settore della consulenza, la scelta di ospitare Carlo Crocicchia non è stata casuale, ma assolutamente mirata. Carlo infatti non è affatto “uno dei tanti manager” ma, secondo il mio parere, IL manager turistico per eccellenza. E di questo posso dire che me ne ha dato prova sin dal primo momento in cui lo conobbi anni fa. Ha infatti una grande esperienza anche internazionale, forse persino “eccessiva” rispetto alle aspettative locali con le quali nella sua carriera si è imbattuto.
Carlo è l’esempio classico ed assurdo in cui l’essere “molto presente e ligio al dovere”, in certi contesti, fa passare il soggetto persino per “non adatto”. Ma Carlo, come me, è un consulente e, come tale, nelle realtà d’impresa in cui ha lavorato, è giusto “imporsi con forza” indicando la strada da percorrere. Quindi come non capirlo? E allora via con l’intervista… here we go!
Ciao Carlo, e grazie per aver accettato la mia proposta di intervistarti. Diciamola tutta: quando te l’ho chiesto mi hai risposto “sei sicuro di voler intervistare un vecchio rompiscatole senza peli sulla lingua come me?”. Ma io come sai ti risposi che trattando argomenti inerenti la tua professione, sarebbe stato interessante ed utile ai lettori del blog leggere le nostre “quattro chiacchiere”, a maggior ragione che dal mio punto di vista quelli “senza peli sulla lingua” sono assolutamente ben accetti. Quindi eccoci qui. Prima domanda di presentazione: di cosa ti occupi esattamente?
Ciao Leo. Da molti anni, dal 1988, mi occupo di turismo, ed ho avuto la ventura e la fortuna di occupare diversi ruoli e posizioni in questo ambito. Questo mi ha consentito di fare esperienze multiple e conservare una grande passione per questa professione: da portiere di albergo a direttore, da direttore commerciale di catena alberghiera a fondatore e gestore di Tour Operator ricettivo a Milano, da gestore di piccolo albergo a consulente di start up di strutture ricettive ed al loro sviluppo. Attualmente sto pensando di tornare a Maiorca. Per l’Italia sono “troppo vecchio e qualificato…”.
Esatto, è proprio questo il punto… troppo qualificato in un settore che forse non ti merita. A proposito, mi viene alla mente che per alcuni anni sei stato hotel manager di alcune strutture in Sicilia, in particolare nella mia Marsala (e furono proprio queste le occasioni per conoscerci). Che ricordo hai professionalmente di queste esperienze? Le rifaresti?
A Marsala arrivai un po’ controvoglia, perché non la conoscevo ed avevo un po’ di pregiudizi sulla Sicilia, ma è bastata mezza giornata per innamorarmi delle bellezze marsalesi e poco più per tutte quelle della provincia trapanese. Col senno di poi lo rifarei omettendo di compiere gli errori di valutazione su alcune persone che ho incontrato e che alla fine hanno distrutto il mio sogno di morire davanti allo Stagnone (tra diverse decine di anni…), un paradiso che tutti dovrebbero visitare nella vita.
Secondo te, perché al Sud, ma anche un po’ in Italia, c’è così poca professionalità? Oltre ad indubbie questioni culturali, da cosa dipende la nostra arretratezza imprenditoriale? Tutta colpa dei governi di turno o in realtà c’è dell’altro?
Purtroppo non sono solo io a dirlo e, alla luce dei miei viaggi nel mondo, posso dire che non è una caratteristica solo italiana: succede ovunque che si pensi che per fare attività commerciali basti poco, che non occorra preparazione e professionalità, nello specifico sono molti, troppi, quelli che credono che avendo un albergo, le camere, un portiere e una cameriera ai piani significhi fare l’albergatore e che esso si riempia automaticamente di clienti. In realtà il commercio tutto è “impresa” e, lo dice la parola stessa, in Italia in particolare, “è veramente una Impresa!”, invece la gente investe i suoi soldi, o peggio si indebita fino al collo, spesso senza nemmeno avere fatto uno studio di fattibilità, un business plan e, oltretutto, con la presunzione che “non ci vuole poi tanto”. Manca anche la comprensione del concetto di “rete” che apporterebbe risultati più solidi e duraturi nel tempo, in realtà siamo “divisi a tutto”. Da qui i risultati spesso drammatici di tante strutture ricettive o attività commerciali in genere.
Avendo a che fare come te con le aziende, so bene quanta poca considerazione ci sia ancora nei confronti di “figure consulenziali” come le nostre. Cosa si potrebbe fare, nel tuo ambito e secondo te, per dare luce alla figura del manager turistico?
Secondo me il problema è profondamente legato a due fattori: uno è la presunzione che dicevo prima, per cui un po’ troppi “imprenditori” ritengono di non aver bisogno della consulenza di nessuno, l’altro è la paura di mettersi in casa gente esperta che magari ci frega o che sia un millantatore e prende soldi per niente (il che è anche, purtroppo, vero). La soluzione, secondo me, è saper vendere i propri successi, sapere come poter dimostrare che si sa fare il proprio mestiere e portarne risultati concreti a riprova. Non è difficile, forse, comprendere che i risultati migliori nascono da un’idea efficace, una squadra di persone capaci e competenti in tutti gli ambiti che sono coinvolti nell’impresa e dall’impresa e dalla capacità di comunicare.
Sul “comunicare” sono proprio d’accordo! A proposito, e so già che con te equivale a sfondare una porta aperta: cosa pensi di chi non sa o non vuole investire nel marketing e nella comunicazione della propria struttura turistica? E di chi lavora in modo poco etico?
Alla prima domanda rispondo di ritenere che chi non sa e non vuole investire in marketing non ha scampo, prima o poi pagherà il prezzo di questa scelta scellerata. Oggi, con la crescente comunicazione globale è la trasformazione del mercato con nuove idee e concetti innovativi non si può prescindere dalla comunicazione del proprio marchio! Inoltre, in ambito turistico è sempre più vero che ognuno è “destination” e, se è vero che nel business plan era un fatto reale che l’attività avesse senso di esistere nel luogo dove si è progettata, se si sa comunicare in modo efficace con una buona campagna di marketing & sales, il successo è garantito. La prova è visibile in location in cui c’è chi raggiunge l’occupazione di oltre il 70/80% su base annuale con una ottima ADR (che per molti “albergatori” vuol dire Aeroporti Di Roma, e invece è la media della tariffa giornaliera di vendita) e chi galleggia o addirittura affonda e chiude. Alla seconda domanda non vorrei essere offensivo, ma mi trattengo e dico che è inammissibile che lo Stato italiano, così vessatorio e opprimente verso chi apre attività in regola, sia così lassista con chi lo fa in modo abusivo. E ti garantisco che fatico a trattenermi dall’esprimere altro, coloritamente, come è mio uso, il mio pensiero.
Qual è il ruolo degli enti pubblici nel contesto turistico? Secondo te una struttura, sfruttando il marketing, può raggiungere lo stesso determinati risultati, oppure senza supporto da parte delle P.A. qualsiasi progetto sarebbe comunque vanificato?
Purtroppo noi italioti continuiamo a dare credito alle promesse dei candidati politici, a tutti i livelli, che si riempiono la bocca di apprezzamenti e paroloni su “quanto siamo belli e forti e quanta potenzialità” abbia l’Italia intera e ogni sua località, e continuiamo a dare fiducia a chi promette senza mai dire esattamente cosa, come e in quanto tempo farà quel che occorre per dare sviluppo reale. Pertanto è indispensabile che l’imprenditore, parafrasando parzialmente JFK, smetta di pensare e lamentarsi di quello che la P.A. potrebbe fare e non fa per lui, e pensi a quel che può fare per se stesso e la propria attività, consapevole che, una volta realizzato “un prodotto di qualità”, una buona campagna di marketing e comunicazione iniziale e poi una di “mantenimento” nel tempo, può fare risultati anche senza il supporto della P.A…. Che è chiaro che, se ci fosse e fosse reale ed efficace, sarebbe meglio!
Hai viaggiato molto, anche all’estero, ed avviato un B&B a Palma di Maiorca. Che differenze hai riscontrato rispetto all’Italia nell’avvio di un’attività turistica in Spagna?
Sono una persona molto fortunata, ho viaggiato davvero molto ed ho circumnavigato il globo in senso parallelo, fino in Giappone e alle Hawaii in senso orario e anti-orario, un po’ meno in senso meridiano, ma l’Europa ormai la conosco quasi tutta e soprattutto conosco molto bene il mio Paese, da Domodossola ad Agrigento, ed ho vissuto spesso all’estero anche per lunghi periodi, il più lungo a Palma di Maiorca dove ho lavorato un anno in un bellissimo Bed&Breakfast sul Paseo Maritimo, e scoprendo con gioia per me, e tristezza per il mio Paese, quanto su un’isola relativamente piccola al centro del Mediterraneo siano riusciti a comprenderne le potenzialità turistiche. Bellissimo lo slogan maiorchino, la “isla del las mil caras”, l’isola dalle mille facce, che spiega in poche parole una verità sostanziale: a Maiorca puoi trovare bellissime baie con spiagge che non hanno niente da invidiare a nessuna nel mondo, bellissime scogliere e montagne alte quasi 1.500 metri, campagne coltivate e laghi attraenti, con in più il valore aggiunto di una “metropoli” come Palma, una città di oltre 500.000 abitanti che offre tutto quello che si possa desiderare. Dove sta la differenza con L’Italia? Sta nel fatto che si siano resi conto che per valorizzare le potenzialità turistiche fosse necessaria una rete infrastrutturale importante, per cui su un’isola di più o meno un milione di abitanti, esiste un porto marittimo imponente e un aeroporto di livello altissimo (il 3° della Spagna e il 7° d’Europa!) che fa numeri da capogiro se si pensa alle dimensioni del territorio, una rete stradale di prim’ordine che congiunge i pueblos più interni, che a loro volta sono attrattivi e organizzati, il tutto coronato da servizi pubblici funzionanti e funzionali ed una amministrazione efficace (ovviamente non esente da critiche, ma questo è nella natura umana).
Essendo realmente un B&B, una casa nella quale vivevo davvero ed ricevevo convivendo con i miei ospiti, non ho avuto grosse difficoltà amministrative. Poi purtroppo, alcuni problemi di salute mi hanno riportato in Italia, non senza prima usufruire del servizio sanitario iberico, nel nuovissimo ospedale, che sembra più un albergo che un ospedale, ma dovendo subire un intervento ho preferito affidarmi a mani italiane, per cui ho dovuto mollare senza vedere bene i risultati che progressivamente contavo di avere dal punto di vista commerciale ed economico, perché è bene che si sappia che averli non è quasi mai una cosa immediata, ma il frutto di una progressiva attività, e si deve avere pazienza e possibilità di attendere il tempo che le cose “vengano a maturazione”. A Maiorca sono anni luce avanti in materia di sviluppo turistico e dovremmo farne tesoro anche qui in Italia, e vedremmo veramente quanta differenza potremmo fare, sfruttando l’enorme patrimonio naturale, paesaggistico, archeologico, artistico, culturale, eno-gastronomico che il mondo ci invidia, invece abbiamo infrastrutture quantomeno discutibili. E lasciamo stare i politici.
Sono davvero d’accordo quando parli dei tempi richiesti per raggiungere il successo: è proprio vero, ci vuole tempo, e chi crede il contrario non ha idea di come fare business. In ultimo ti chiedo: sei proprietario ed amministratore del portale hotelbooking.com, il cui dominio è semplicemente fantastico! Quali sono, brevemente, le origini, il presente ed il futuro di questo progetto? Ed il tuo, di futuro?
L’intuizione del dominio hotelbooking.com è stata particolarmente fortunata e se avessi avuto più fiducia nelle sue potenzialità oltre a capacità di investimento più adeguate oggi potrei essere veramente ricco. Da poco tempo ho fatto scelte operative diverse affidando la gestione a persone molto più competenti e capaci di me. Presto ne riparleremo, credo. Riguardo al sottoscritto, sono aperto sempre a nuove avventure di management turistico, anche in Italia: in particolare se ci fosse un imprenditore in ascolto che ha in progetto di aprire una struttura, o che ne ha una che non va bene come si aspettava, sono pronto a mettere da parte Maiorca e a candidarmi per un colloquio conoscitivo (qui il mio linkedin)! Grazie per l’intervista e un augurio a chiunque si voglia avventurare nell’impresa turistica, o meglio, un consiglio: riuscire ad ottenere i migliori risultati è direttamente proporzionale alla competenza e alla formazione, che non sono un optional ma un’esigenza strutturale imprescindibile. L’avventurismo e l’approssimazione non pagano! Un caro saluto, Carlo Crocicchia.