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Oggi ho letto il post di un amico di Facebook che mi ha fatto riflettere: raccontava di quando anni fa andò a fare una recita (è un attore teatrale) in una piazzetta di Castelvetrano, il comune del trapanese non molto distante da dove vivo, la mia Marsala.

La cosa interessante del suo racconto è che si trattò di uno spettacolo di condanna alla Mafia e che quando terminò un “locale” gli si avvicinò dicendogli che la casa di fronte al luogo di esibizione appartenesse proprio “a lui”.

Per chi non avesse capito si riferiva a Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa Nostra e castelvetranese catturato il 16 gennaio 2023 dopo 30 anni di latitanza.

A proposito, volendo scimmiottare il nuovo libro del Principe Harry (che durante il weekend ho iniziato a leggere, ma prima che ti venga l’orticaria leggi qui) da buontempone quale sono c’ho anche voluto scherzare su unendo i due “eventi” in questo meme “made in Leo Cascio #The Brand Maker”.

Ma torniamo seri

Il post dell’amico terminava con una frase lucida quanto vera: “quando me lo ha detto ho avuto paura”.

Ecco, alla lettura del suo post ho pensato che “avere paura” fosse assolutamente normale in quel frangente ed ho empatizzato molto con l’autore.

Tra l’altro chi, diciamolo, non ha paura della Mafia? Da siciliano posso confermarlo.

La Mafia ha sempre fatto paura a tutti

Il post mi ha fatto però anche ricordare di quelli che, forse per ergersi a persone forti, sono soliti dire frasi come “non ho paura di niente!”.

E la mia mente è volata anche al mio lavoro di consulente di personal branding: anche in quel contesto in cui ascolto molto mi è capitato di sentire quella frase, come fosse un vanto, una prova di coraggio.

L’affermazione che va per la maggiore? “Non ho paura di metterci la faccia!”.

Come se fare personal branding fosse solo esporsi! E no, non è solo esporsi, è come leggerai a breve molto di più.

La paura non è contraria al personal branding

In realtà fare personal branding richiede la consapevolezza di avere e dichiarare proprio paura! Guai a non averne!

Il punto cioè non è sopprimere la paura ma guidarla, controllarla, con lo scopo di relazionarsi, non certo solo di “esporsi” e “farsi vedere”.

Ecco, a me chi dice di non avere mai paura fa paura.

Provo invece empatia per chi riconosce di averla, non la nasconde e magari ne racconta i motivi.

E non è un caso che prima di supportare i miei allievi ed assistiti nella comunicazione suggerisca di costruire questa consapevolezza.

Una consapevolezza (anche in merito del controllo delle emozioni, in particolare della “paura”) che può essere anche parziale, ma che deve almeno essere tracciata.

Diversamente il rischio è di fare personal branding in modo non efficace o addirittura dannoso.

E tu? Qual è il tuo rapporto con la paura?

Cosa dici ad un tuo collaboratore che, dopo aver avuto un’indicazione ad esempio di eseguire un compito nuovo, specifico o difficile, ti dice “ho paura”?

Anche questa volta mi piacerebbe molto confrontarmi con te (puoi farlo con una mail da questo modulo o rispondendo alla newsletter) anche su questo tema non secondario del “fare personal branding”: la gestione della paura.

(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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