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  • Come diventare famoso?
  • Come essere influente?
  • Come diventare ricco?

Per Google Trends queste tre domande sono tra le più gettonate tra i giovani, con la “ricchezza” in pole position e a seguire “fama” e “potere”. Un potere derivante dall’influenza che oggi tipicamente deriva a sua volta dai social.

Personalmente non mi sorprende: per via dei “modelli” che la società occidentale bombardandoci dalla nascita di “falsi” ideali ha generato nelle nostre menti, specie in quelle più giovani e manipolabili, lo trovo normale. E triste, ovviamente.

E quelle ricerche così frequenti denotano purtroppo una diffusissima mancanza non solo di etica ma anche di cultura d’impresa.

Una cultura d’impresa che forse faremmo bene ad insegnare a scuola a chi si appresta a diplomarsi, in preparazione dell’ingresso nel mondo del lavoro.

Il marketing, che molti erroneamente associano alla vendita, in realtà ha un valore importante all’interno di questa cultura d’impresa.

Certo, da un lato è anche “complice” di quel business che si erge su valori sballati, ma dall’altro dà a tutti modo di uscire dal gioco al massacro dei falsi ideali insegnando che fama, potere e ricchezza non sono né ideali né obiettivi, e che pertanto aspirarvi è inutile ed insensato.

Eppure non è difficile comprendere che al massimo sono strumenti, non obiettivi. Strumenti molto potenti utilizzabili per raggiungere altro genere di obiettivi, e che questi obiettivi, i veri obiettivi, possono essere cose con un grande valore etico ed umano.

Sto parlando ad esempio degli obiettivi legati al benessere sociale che denotano una visione della vita (e del business) altruistica.

Quelli di aiutare il prossimo o di fare del bene alla natura e che si legano all’attivismo dei brand (inclusi quelli delle persone).

Ecco perché sarebbe meglio (e qui mi rivolgo soprattutto ai giovanissimi che più degli altri sembrano accecati dallo stile di vita ostentato da certi influencer sui social), non puntare a fama, potere o ricchezza lasciando che queste cose facciano anche parte del percorso ma senza esserne scopo.

Il vero scopo, come ci insegnano molte recenti brand stories, non può che essere sociale, umano e profondamente legato al nostro “perché”.

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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