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CNV ti dice nulla? No, non sta per il benaltrista “che notiziona, vergogniah!” ma per “comunicazione non violenta”: un concetto inventato dallo psicologo americano Marshall Rosenberg.

In buona sostanza la CNV è un metodo per migliorare la comunicazione e risolvere i conflitti in modo pacifico promuovendo empatia e rispetto.

Ma in cosa consiste esattamente questo metodo?

La CNV segue 4 step.

Osservazione, sentimenti, bisogni e richieste

Il primo è l’osservazione. Rosenberg consiglia di descrivere obiettivamente quello che si vede senza giudicare. Per riuscirci occorre distinguere i fatti dalle opinioni, evitando di sindacare sui fatti incontestabili (no a frasi tipo “la Terra è piatta, noncielodiconoh”) e dall’altro canto evitando di imporre la propria ragione su temi non scientifici o pseudoscientifici (statistici, ad esempio).

Poi c’è il discorso dei sentimenti. Rosenberg dice di esprimerli senza addossarne la colpa agli altri, di assumerci la responsabilità di ciò che proviamo.

Il terzo step consiste nell’identificare i bisogni dietro ai sentimenti: quelle necessità che ognuno di noi ha come sentirsi al sicuro, avere relazioni appaganti, essere autonomi, amati e capiti.

Infine ci sono le richieste: Rosenberg suggerisce di formularle in modo concreto e fattibile in base ai bisogni reali. No a richieste vaghe o negative, sì a quelle positive e specifiche.

Insomma l’obiettivo della CNV è creare con questi step un dialogo aperto e collaborativo con le persone senza farsi “una guerra tra verità”.

Personalmente, anche se a modo mio (ho già il mio metodo che si ispira al “partire dal perché” di Simon Sinek), sto cercando di fare mia la CNV evitando di cadere nel tranello (spesso inconsapevole) di chi fa facile polemica con il palese ed insistito obiettivo di “avere ragione”.

Un tempo mi perdevo in mille polemiche, poi però ho capito che alla lunga stavo solo nutrendo i miei bias di conferma e che “avere ragione” (a meno non si parli di matematica, fisica et simila) è un falso obiettivo.

Ho capito (sarà la vecchitudine?) che il vero obiettivo è essere felici insieme e per motivazioni molto più profonde che “avere ragione”. E le motivazioni riguardano proprio il mio perché.

Che ne pensi?

Per me la CNV è un continuo, e non facile, “work in progress” che sto (anche autoironicamente) provando ad applicare alla mia comunicazione. Ci provo perché credo non si finisca mai di imparare e prendere spunto da metodi come questo (che è sconosciuto ai più) per non smettere mai di migliorarsi. No?

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(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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