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Dopo aver parlato tempo fa di naming con l’esempio del detto tipico siciliano “a cu apparteni?” (come ti chiami?) oggi voglio parlare di branding prendendo in prestito un altro detto tipico della mia regione:

“Fatti a nomina e va curcati”

ovvero “fatti il nome e vai a dormire” o meglio ancora “diventa famoso e dormi sereno”.

Una battuta pittoresca e divertente che a volte sento ancora in risposta alle mie consulenze di personal branding, cioè quando parlo ai miei clienti siciliani dell’opportunità di costruire strategicamente una specifica riconoscibilità e credibilità professionale innescando nelle persone a cui essi mirano una reputazione positiva.

Quando suggerisco, ad esempio ad un artigiano, di metterci la faccia nella comunicazione della sua azienda lo faccio proprio con l’intenzione di aiutarlo a posizionare nella mente del suo pubblico un’idea utilitaristica e positiva associata alla sua categoria. Gli addetti ai lavori avranno capito che sto parlando di “brand positioning”.

Ma la cosa bella del suddetto proverbio è che va persino “oltre”, suggerendo anche la possibile conseguenza del brand positioning, quell’attività utile a farsi indicare e – importantissimo! – ricordare come “la prima scelta” appena emergerà il bisogno razionale.

Già perché suggerisce che una volta creato il “ricordo del brand” nella mente del pubblico, questo ricordo non verrà più cancellato (il senso di “e va curcati” è proprio quello).

Non proprio “ca curcati” ma quasi…

In realtà non è proprio così perché riconoscibilità e reputazione andrebbero costantemente “alimentate” nel tempo – il piano editoriale serve proprio a questo – altrimenti il ricordo prima o poi svanirà.

Tuttavia è anche vero che il nostro cervello, una volta creata un’idea, la cambia difficilmente: questo effetto è il bias di conferma, un pregiudizio dovuto alla necessità innata del cervello di risparmiare energie e che lo porta a recuperare e prendere ben validi dati dalla zona dedicata alla memoria piuttosto che elaborare una nuova scelta e decisione partendo da dati freschi.

In pratica il cervello predilige le scorciatoie.

Su questa base è fatto acclarato tra gli imprenditori informati ed i marketer che sia molto più semplice creare una nuova idea nella mente del pubblico che provare a cambiarne una già presente e consolidata.

Non a caso dovremmo sempre differenziarci dai “competitor forti” innescando nuove idee – ovvero “nuovi posizionamenti di marca” – piuttosto che imitarli o copiarli.

Ad ogni modo adoro questa frase perché oltre che simpatica la reputo utile per spiegare con parole molto semplici l’importanza del brand positioning.

E tu che ne pensi?

Ti piace questa frase? Anche se imperfetta per te è utile a spiegare il concetto di branding?

Se conosci una battuta tipica della tua regione – o anche una citazione o frase che ti sta a cuore – che potrebbe fare di meglio condividila pure! Puoi farlo condividendo questo post sui tuoi social oppure scrivendomi qui.

(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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