(Tempo di lettura 2 minuti)

Ogni tanto qualche cliente mi dice “sai Leo, mi ha chiamato l’agenzia X e ha provato a persuadermi a fare marketing con loro, io però ho risposto che ho già chi se ne occupa – cioè tu – e che ne sono contento”.

A parte il piacere che provo sapendo che ha risposto in quel modo, la cosa mi diverte anche molto per l’esistenza di agenzie di marketing che, come sarebbe meglio fare, anziché attrarre nuovi clienti con contenuti che raccontino e dimostrino le loro competenze (inbound marketing) fanno tele-marketing (outbound) come se fossero ancora negli anni 80. Con conseguente pessima figura non solo nei miei confronti (che lo vengo a sapere) ma anche del cliente stesso che non è affatto cretino come forse pensano.

Eppure di fronte a questa situazione molti imprenditori si risentirebbero all’idea che qualcuno si permetta di intromettersi.

Mi viene di pensarlo perché a volte ancora oggi sento frasi tipo “guai a chi mi frega i clienti” come se si trattasse davvero di rubare i clienti ai concorrenti.

Un concetto vecchio e sbagliato

In realtà il concetto di fregare i clienti, sebbene per alcuni sia ancora valido (probabilmente nel piccolo cervello dei sedicenti marketer che si limitano a trovare clienti – tristezza assoluta – col telemarketing è così), non ha alcun senso perché i clienti non sono oggetti ma PERSONE e come tali non possono essere “rubate”.

I clienti sono persone dotate di un cervello in grado di comprendere, di scegliere e di provare fiducia per chi la merita. Persone che non cambiano idea dopo mesi, figuriamoci con una call interruttiva di 5 minuti.

Certo, non tutti i clienti sono così, e questo dipende dal loro livello intellettivo e culturale.

Tuttavia (ed è la lezione che ne vorrei trarre) dovremmo sempre accettare il fatto che se un cliente ci lascia per un competitor la “colpa” non è del competitor ma forse nostra perché probabilmente non siamo stati bravi a trattenerlo mantenendo alto quel livello di fiducia.

Oppure la “colpa” può essere del cliente stesso che preferisce un servizio di minore qualità del nostro ma più economico. Eventualità da non scartare, semmai da indagare, ma certo non da banalizzare dando la colpa, un po’ come in una dinamica amorosa, al “terzo incomodo”.

Che ne pensi?

Anche questa volta vorrei che mi parlassi di cosa ne pensi.

Oppure se ti va raccontami se ti è capitato di avere la sensazione che qualche tuo competitor provasse a “fregarti” un cliente, concetto come detto oggi molto opinabile quando si fa branding (quindi si lavora sulla fiducia), diverso se si lavora in contesti dove il prezzo è la cosa che conta di più o addirittura è l’unica cosa che conta.

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)