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Chissà perché gira ancora la credenza per cui l’unico significato di “leader” sia “capo”, “comandante”, “colui che dà ordini”. Eppure leader deriva dal verbo “to lead” cioè guidare, quindi leader significa semplicemente “colui che guida”. Niente di così complicato da comprendere.
Allora perché molti parlano del leader ancora solo come del “capo”?
Ci ho riflettuto e penso che probabilmente avvenga per un retaggio culturale che vede la figura del leader sempre al vertice di uno schema gerarchico che distingue i soggetti per importanza assoluta, ovvero un’importanza non contestuale ma pregressa, come decisa a sua volta dall’alto.
Il fatto che il leader dia ordini tuttavia è lecito e giusto (d’altronde un modo in cui nessuno dà ordine sarebbe in mano al disordine e all’anarchia), ma l’impressione diffusa nella nostra società è che alcuni esasperino questo concetto pensando e spingendo gli altri a pensare che gli ordini impartiti dal leader ai suoi sottoposti non debbano essere mai criticati ed al contrario applicati sempre alla lettera, escludendo l’ipotesi che possano non essere eseguiti se non si è d’accordo.
Un po’ come a richiamare il sistema militare secondo cui le “commesse” vanno eseguite per forza, pena il rischio di severe punizioni.
Credo che questo pregiudizio sulla leadership, retaggio di tempi passati in cui nella società c’era il padre a decidere tutto (persino il futuro di consorte e figli), debba essere ancora smantellato.
E nel mio piccolo credo possa essere utile farlo ricordando il vero significato sulla leadership, in particolare oggi, tempi in cui la figura del “capo azienda”, così come quella del “capo famiglia”, non è più per fortuna quella del passato.
Il vero significato di leader
To lead significa guidare, dicevamo.
Ma cosa significa davvero guidare gli altri? Ordinare loro di svolgere azioni o piuttosto comunicare loro in modo che le svolgano autonomamente, consapevolmente e responsabilmente? E quindi, diciamolo, anche meglio?
Personalmente (ma non solo, in realtà lo dicono i maggiori esperti di leadership al mondo e, soprattutto, lo dimostra l’operato delle aziende dai brand più forti al mondo tra cui Apple, guidata da un certo Steve Jobs), propendo per quest’ultima definizione di leadership.
Allora scolpiamocelo nella mente: il leader è una figura più simile ad un mentore capace di ispirare gli altri piuttosto che di impartire ordini.
E non è neanche un caso che ci sia chi oggi (ho letto di questa idea nell’ultimo libro di Simon Sinek “”Il Gioco Infinito”) spinge per la diffusione al posto di CEO (Chief Executive Officer) della nuova sigla CVO: il Chief Vision Officer.
Da notare come quell’executive, cioè quel “capo esecutivo” che si sposa bene con l’idea pragmatica di comando, verrebbe rimpiazzata da vision: qualcosa di romantico ma allo stesso tempo fondamentale per far sì che le cose accadano secondo una strategia a lungo termine condivisa da tutto il team piuttosto perché qualcuno ha deciso così.
Io non la trovo affatto una pessima idea: d’altronde un vero capo è chi sa custodire e comunicare la propria visione.
La visione di un futuro migliore per tutti, non solo per chi comanda.
E tu, che ne pensi?
Mi piacerebbe moltissimo sapere come ti poni nella tua organizzazione: tendi a ispirare i tuoi collaboratori o ad impartire loro ordini da seguire?
Ti va di condividere il tuo modus operandi con me provando anche a spiegarmi perché? Puoi farlo rispondendo alla mia newsletter o scrivendomi qui.