(Tempo di lettura 2 minuti)

A che si deve il successo delle grandi aziende?

Non esiste una sola risposta a questa domanda. Ad esempio Apple, Microsoft e Google lo hanno avuto sicuramente per tutta una serie di motivi razionali: perché sono state brave nel data analysis o perché hanno saputo amministrare enormi risorse. O ancora perché hanno saputo cogliere opportunità ignorate da altri.

Tutti questi sono motivi validi del loro successo.

Tuttavia il motivo principale, spesso ignorato perché sfuggente poiché intangibile, è il seguente: hanno saputo rincorrere una visione, seguire uno scopo, essere fedeli ad un perché. Ed hanno saputo raccontarlo.

Ferrari e il suo perché

Il vero motivo per cui ad esempio Ferrari è l’azienda che produce auto da corsa più nota al mondo non è perché produce bolidi aerodinamici e veloci ma perché il suo “papà” Enzo, quando nel 1947 la fondò, seppe riconoscere in se stesso il motivo umano alla base della sua sfrenata passione per i motori ed incalanarla nel brand Ferrari.

Se oggi Ferrari è “top of mind” per la categoria “auto da corsa” è perché ciò in cui credeva Enzo è ancora vivo nella sua comunicazione e viene riconosciuto e condiviso da milioni di fan ed appassionati nel mondo.

Ferrari e le big tech i cui founder sono partiti dal perché sono state brave a riconoscere e raccontare questo perché. Ma non solo: hanno saputo farlo nel tempo, costantemente, senza tentennare, rimanendovi perennemente “fedeli”.

Costruiamo auto, simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo, e lo facciamo per vincere sia su strada che su pista. Creazioni uniche che alimentano la leggenda del Cavallino Rampante e generano un mondo di sogni ed emozioni (la mission Ferrari).

Ferrari, l’eccellenza italiana che fa sognare il mondo (la vision Ferrari).

Il nostro motto è costruiamo per vincere: nella missione di Ferrari si concentra sulla forza e sulla qualità del loro prodotto. In questa visione ambiziosa le nostre auto raggiungono l’apice dell’eccellenza italiana” (il purpose – ovvero il perché – Ferrari). (fonte tradotta)

Il perché non è per tutti

Per questo credo, come l’autore Simon Sinek che ha saputo sapientemente portare in auge l’importanza del “partire dal perché” nella costruzione di una strategia di brand positioning, che il perché non è per tutti.

Già definirlo è difficile (ma non impossibile: posso aiutarti!) e già questo non è per tutti!

Ma è altrettanto difficile farne il cuore della comunicazione aziendale rendendolo un costante “leitmotiv”.

Il perché è per quegli imprenditori che hanno deciso, per se stessi e le loro imprese, di mantenere “standard elevati”. Non a caso lo stesso Sinek sostiene che chi non è convinto al 100% dell’impegno richiesto dal perché farebbe bene a non usarlo.

Anche se il perché non è per tutti sono convinto comunque che sia per molti. Purché sappiano mettersi in gioco ascoltandosi per poi darci dentro nella comunicazione dei loro brand.

Che ne pensi?

Come sempre mi piacerebbe sapere se la mia divulgazione sull’importanza del “partire dal perché” ti piace e ti interessa.

I miei numeri dicono di sì, ma il perché è un argomento “intimo” che non sempre si vuole affrontare.

Eppure è importante perché conoscerlo ed esserne consapevoli può dare uno slancio ENORME al tuo corporate e personal branding. Se ti va, io sono qua per aiutarti!

(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)