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Sai cos’è l’olismo?
No, non c’entra col “Nocellara del Belice” (tipo d’oliva diffuso dalle mie parti ed usato per produre un ottimo olio; sì, è pubblicità territoriale occulta, hihihi!) ma è l’idea per cui un sistema o fenomeno possa essere ben compreso solo nella sua interezza.
In sostanza tutto ciò che è olistico si rifà ad una visione generale delle cose. Nel mio campo (comunicazione e marketing) si parla ad esempio di “marketing olistico” come quell’approccio che considera l‘intero sistema aziendale e le sue connessioni esterne piuttosto che singole tattiche o strumenti di marketing.
Il papà del marketing moderno Philip Kotler, che amo chiamare “nonno Pippo” (nel mio studio ho pure una sua “foto tributo” che funge da “monito” a chi entra ed esce; viene immancabilmente scambiato davvero per mio nonno), lo inventò per superare il precedente approccio al marketing che si focalizzava su promozione e vendita dei prodotti.
Di Kotler ne ho parlato spesso nel mio blog, ad esempio qui.
Il marketing olistico invece considera tutto, partendo dai bisogni e problemi delle persone per promuovere una visione d’insieme ed evidenziando l’importanza di una strategia studiata per ottenere i risultati sperati.
Il concetto di brand rientra tipicamente nella visione olistica di Kotler tant’è che lui ne è uno dei principali promotori.
Ecco, una volta chiarito cos’è l’olismo e la sua applicazione (nel mio caso nel marketing) voglio sottolineare un aspetto che ho l’impressione che a volte sia frainteso: l’olismo non ha nulla a che fare con la “tuttologia”.
Sì perchè ho notato che c’è chi vorrebbe far passare chi pratica questo approccio come “chi si occupa di tutto e di più” e cioè come un lavoratore professionalmente inadeguato.
Ma avere un approccio olistico non significa “fare tutto”. Certo, avere una cultura generale ampia (essere una T o, meglio ancora, una V-shaped person) aiuta ma chi pratica l’olismo semplicemente è chi sviluppa una strategia che tiene conto di tutto, ma non necessariamente chi la realizza nella pratica.
In sostanza un olistico sviluppa una strategia di marketing per i clienti aiutandoli a mettere a fuoco obiettivi, mission e vision ma delega a terzi (gli specialisti) le attività più specifiche e “analitiche”.
Che ne pensi?
La mia sensazione in merito è giustificata? Ci voleva un chiarimento? Io dico di sì. Tu?
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(foto: Pexels)