(Tempo di lettura 2 minuti)

Sai cos’è l’olismo?

No, non c’entra col “Nocellara del Belice” (tipo d’oliva diffuso dalle mie parti ed usato per produre un ottimo olio; sì, è pubblicità territoriale occulta, hihihi!) ma è l’idea per cui un sistema o fenomeno possa essere ben compreso solo nella sua interezza.

In sostanza tutto ciò che è olistico si rifà ad una visione generale delle cose. Nel mio campo (comunicazione e marketing) si parla ad esempio di “marketing olistico” come quell’approccio che considera l‘intero sistema aziendale e le sue connessioni esterne piuttosto che singole tattiche o strumenti di marketing.

Il papà del marketing moderno Philip Kotler, che amo chiamare “nonno Pippo” (nel mio studio ho pure una sua “foto tributo” che funge da “monito” a chi entra ed esce; viene immancabilmente scambiato davvero per mio nonno), lo inventò per superare il precedente approccio al marketing che si focalizzava su promozione e vendita dei prodotti.

Di Kotler ne ho parlato spesso nel mio blog, ad esempio qui.

Il marketing olistico invece considera tutto, partendo dai bisogni e problemi delle persone per promuovere una visione d’insieme ed evidenziando l’importanza di una strategia studiata per ottenere i risultati sperati.

Il concetto di brand rientra tipicamente nella visione olistica di Kotler tant’è che lui ne è uno dei principali promotori.

Ecco, una volta chiarito cos’è l’olismo e la sua applicazione (nel mio caso nel marketing) voglio sottolineare un aspetto che ho l’impressione che a volte sia frainteso: l’olismo non ha nulla a che fare con la “tuttologia”.

Sì perchè ho notato che c’è chi vorrebbe far passare chi pratica questo approccio come “chi si occupa di tutto e di più” e cioè come un lavoratore professionalmente inadeguato.

Ma avere un approccio olistico non significa “fare tutto”. Certo, avere una cultura generale ampia (essere una T o, meglio ancora, una V-shaped person) aiuta ma chi pratica l’olismo semplicemente è chi sviluppa una strategia che tiene conto di tutto, ma non necessariamente chi la realizza nella pratica.

In sostanza un olistico sviluppa una strategia di marketing per i clienti aiutandoli a mettere a fuoco obiettivi, mission e vision ma delega a terzi (gli specialisti) le attività più specifiche e “analitiche”.

Che ne pensi?

La mia sensazione in merito è giustificata? Ci voleva un chiarimento? Io dico di sì. Tu?

Se ti fa piacere unisciti alla conversazione su Linkedin o, se preferisci la privacy, scrivimi qui senza impegno o rispondi alla mia newsletter.

(foto: Pexels)


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)