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Dopo l’articolo di ieri sulla fiducia in sé stessi (e sul rapporto della stessa col personal branding, lo trovi qui) oggi voglio fare due riflessioni sulla fiducia, ma in generale.

Credo sia utile battere su questo tema complesso e per nulla banale che io stesso stento a volte a concepire, a comprendere ed a gestire.

La fiducia d’altronde è un sentimento profondo che nasce e cresce nell’uomo in un tempo più o meno lungo.

Ed è proprio questa la prima riflessione che voglio fare: la fiducia non funziona come una lampadina che si accende o si spegne, non è descrivibile con una cifra binaria, uno zero o un uno.

Già, la fiducia non è digitale ma analogica, cioè può avere miliardi di livelli e sfumature, può essere poca, così così o tanta. Semmai siamo noi, come essere umani dal cervello evoluto sì, ma in parte molto primitivo, che tendiamo a semplificarla etichettando le cose e le persone con un numero che sa tanto di giusto e sbagliato, alias di meritevole o non meritevole di fiducia.

La mia seconda riflessione, che si ricollega alla prima, è che la fiducia non è affatto logica.

Riprendendo sempre il funzionamento del cervello già accennato in precedenza, la fiducia non è logica perché non è sempre razionale come molti di noi per timore di perdere il controllo sostengono (mentendo a noi stessi). Anzi al contrario spesso lo è poco o niente.

La verità è che spesso noi diamo fiducia, ad esempio scegliendo di acquistare un prodotto piuttosto di un altro, per motivazioni irrazionali, inconsce, di appartenenza e che riguardano il non detto piuttosto che il detto.

La fiducia nasce dal “sesto senso” che, anche se proviamo a volte a negarlo, ci condiziona tantissimo. Ma per fortuna non siamo segnati solo da emozioni inconsce: la ragione ha comunque un ruolo che riguarda la crescita della fiducia piuttosto che la nascita.

Infatti secondo gli studi di Donald Calne, neurologo di fama internazionale (di cui ho parlato altre volte sul mio blog, ad esempio qui), il nostro cervello si fida d’istinto ma sceglie razionalmente, ma solo dopo, di confermare (o no) la fiducia.

E forse dovremmo accettarlo invece di continuare (e siamo bravissimi in questo!) a trovare scuse razionali a prime scelte di istinto, non credi?

Io penso invece che dovremmo aumentare la nostra consapevolezza del mondo e di noi stessi cercando proprio di capire come funziona la fiducia.

Per me capire come funziona la fiducia può essere un modo per imparare a gestirla ed aumentarla.

D’altronde il marketing, specie il branding, serve proprio a questo.

Tu che ne pensi?

Come ti rapporti col concetto di fiducia? Cosa credi sia davvero la fiducia e come ti rapporti con le mie riflessioni, basate come avrai notato su fonti scientifiche, sulla fiducia?

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(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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