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A me mi piace ridere. Sì, lo so che “a me mi” non si dice ma è ché mi piace troppo quindi permettimi il rafforzativo alla Pierino (o meglio, pare non sia un errore ma non sia comunque consigliabile).
Alcuni lo sanno già ma per me non è sempre stato così: c’era un tempo che il mio volto era perennemente tra l’inespressivo e il triste. Ero incapace di ridere, figuriamoci di far ridere.
Ti risparmio i motivi, niente lacrime strappastorie! Lo dico solo per ricordare che nessuno nasce triste, anzi in realtà credo che nasciamo tutti ridendo ma che sia come “reagiamo a ciò che ci accade” che ci porti a smettere di ridere. O a non smettere mai o, come accadutomi, a ricominciare. Anche se a volte, va detto, non sempre c’entriamo (ci sono casi nella vita in cui non c’è proprio nulla da ridere).
Il potere della risata
“Il potere della risata” però voglio ricordarlo lo stesso.
Lo faccio perché ho ancora fresco un post letto oggi sulla simpatia (per sapere quale visita la versione Linkedin di questo post), su quanto questa possa essere persuasiva, in grado di portare le persone dalla nostra parte.
Inclusi i clienti, ovviamente. Robert Cialdini, non a caso, l’ha messa tra i suoi 6, anzi 7, principi.
La riflessione che mi ha generato però è diversa: ho pensato quanto sia dannoso, invece, fingere simpatia. Già, credo che si possa (anzi, si debba) fare una netta distinzione tra chi simpatico lo fa e simpatico lo è. Ma proprio per rimediare sia se i finti simpatici siamo noi, sia se siamo chi dovrebbe abboccare alle battute.
Arrivando a questa personale conclusione: la capacità di far ridere tutti (e sottolineo tutti, inclusi quelli a cui la battuta è rivolta) è autentica solo se la simpatia nasce dall’empatia.
In pratica se non si comprendono e sentono le emozioni e situazioni altrui non si possono fare battute utili.
Impossibile costruire o rafforzare le relazioni, anzi si corre il rischio di rovinarle.
Al contrario invece che ironia si rischia di fare sarcasmo: “la tomba dell’empatia”, imho.
Insomma credo che prima di fare battute occorra accertarsi, a meno di non essere professionisti della satira politica, che non nuocciano a nessuno.
Vogliamo diventare davvero simpatici?
Si-può-fa-re! (cit.)
Ma prima lavoriamo sull’empatia. Così che la simpatia un giorno, forse, trovi naturalmente la sua strada.
Che ne pensi?
E tu? Ci hai mai pensato all’empatia come “base” dell’autentica simpatia?
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(foto: Pexels)