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DiGiamolo! Se il nostro inconscio fosse libero dai paletti della maturità ciascuno di noi metterebbe i pudori su off ed almeno una volta al dì urlerebbe:
CAGAMI!
Proprio così. Ed il motivo è che, come nella sigla del famoso cartone, siamo fatti così, siamo proprio fatti così!
Tutta colpa di Madre Natura: il “bisogno d’attenzione” nasce con l’uomo e si manifesta già dai primi istanti di vita.
Il pianto del neonato che abbandona la patata/panza materna non è solo “fame” ma voglia di qualcosa di buono. No, aspe’, mi cunfunnì. È voglia proprio di… attenzione!
Per fortuna però crescendo impariamo a tenere a bada quell’ego bambinesco che vorrebbe metterci sempre al centro del mondo come Pippebaude ai tempi d’oro. Anche perché col tempo ci rendiamo conto che non siamo affatto al centro del mondo, al massimo al centro del divano mentre ci insozziamo le dita di Fonzie davanti alla TV.
Certo, c’è chi non si rende affatto conto di questo e continua a far emergere con eccessivo entusiasmo l’ego bambinesco. E questo può essere un problema sia per il soggetto che per chi gli sta attorno.
Tuttavia (ma non è ChatGPT)…
…pare che non esista nessuna persona sana e ben cresciuta a non avere neanche un po’ di fame d’attenzione. Magari la sa tenere a bada o nascondere, ma un pochino ce l’ha sempre.
Ed è giusto così. All’opposto la mancanza totale significherebbe sprofondare nel nemico numero uno dell’egocentrismo: l’asocialità.
Insomma io credo che anche se con rilevanze diverse dettate da carattere e personalità individuali la nostra vita da “animali sociali” potrebbe poeticamente chiamarsi…
L’arte di cagare e farsi cagare
E secondo me anche il personal branding potrebbe chiamarsi così: d’altronde cos’è il personal branding se non vita sociale + una bella spruzzata di “Strategy, eau de toilette”?
(e qui immagina il mio faccione che guarda in camera accarezzandosi le labbra in modo secsi come in certe pubblicità francesi)
Per questo chi fa personal branding non può sottovalutare l’importanza di catturare e prestare attenzione, tra i gesti umani più naturali, ma selettivamente.
Il punto infatti è come farlo.
Personalmente credo dando priorità ai contenuti, alla fame vera, non a quella “finta” che cela l’attenzione fine a se stessa. Rispondendo alla fame di conoscenza ed a bisogni più evoluti.
E tu? A parte per assecondare l’istinto, perché cerchi e dai attenzione agli altri?
Se ti va di parlarne è inutile metterci la CTA finale, tanto sai dove trovarmi. Ad esempio nella versione Linkedin di questo articolo che, devo dire, ha ottenuto un certo successo.