(Tempo di lettura 2 minuti)
L’altro giorno ho letto che la nota cantante Mariah Carey ha accumulato la fortuna di 72 milioni di dollari in 28 anni con la sola canzone “All I want for Christmas is you” i cui diritti sono in grado di generare “ogni fine anno” circa 2 milioni e mezzo di dollari (fonte).
La mia mente è andata al lavoro di creator, quello che nel mio piccolissimo svolgo anch’io. Perché in effetti Mariah questo è, nonostante a livelli enormemente più alti. Ho riflettuto sul fatto di come un unico lavoro durato pochi giorni tra idea, scrittura, arrangiamento, esecuzione e registrazione, oltre chiaramente alla distribuzione, possa aver generato una rendita così grande che, tra l’altro, non cala mai, in un’ottica di business scalare indipendente dal tempo.
Non so te, ma io credo che per un creator riuscire a creare qualcosa che possa generare una rendita anche molto inferiore, ma costante, sia tra i sogni della vita. Un sogno che tuttavia, senza per forza raggiungere i livelli della Carey, oggi è possibile grazie al web.
Piattaforme come Youtube, per citare la più nota, sono in grado di generare un reddito costante come percentuale sugli incassi pubblicitari generati dai video. In particolare proprio quella piattaforma è nota per riuscire a valorizzare contenuti evergreen (un po’ come il famoso pezzo natalizio) rendendoli “utili” anche dopo molti anni. In effetti esistono video sul tubo caricati da molto tempo che “fanno sempre cash” per la gioia dei loro creator. Non solo videoclip musicali, ma contenuti per bambini o in ambito bricolage, ad esempio, che sono alla portata di quasi tutti i creator.
Detto ciò non si può non pensare come contraltare a chi produce e pubblica contenuti “usa e getta” per i social che vengono “bruciati” in poche ore e che generano cash, sì, ma proporzionalmente all’impegno e al tempo dei creator. Niente a che vedere col “modello Carey”!
Parliamo di due modelli diversi che funzionano in modo diverso.
Il primo ricalca una strategia a lungo termine, il secondo a breve ma con obiettivi a lungo termine se pensiamo al community nurturing.
Da blogger con 400 articoli indicizzati su Google io voto per la strategia di Mariah.
La rendita costante, nel mio caso, deriva dalla vendita dei miei corsi e consulenze (anche se non proprio in ottica scalare, a parte forse per le vendite del mio libro). Come prossimo passo magari proverò ad usare YouTube in modo più costante e produttivo, qualcosa mi inventerò.
Tu invece? Quale dei due approcci preferisci? Quale si adatta meglio al tuo business model? Su quale ritieni sia più utile investire le tue risorse?
Mi piacerebbe confrontarmi con te, sulla tua esperienza da creator o da potenziale creator incuriosito dall’idea, assolutamente possibile, di monetizzare questa attività grazie al web.