(Tempo di lettura 2 minuti)

Per il primo assioma della comunicazione “è impossibile non comunicare” cioè se non dici nulla in realtà comunichi lo stesso (tipicamente ma non esclusivamente il tuo “silenzio assenso”).

E, se ci riflettiamo, tutto comunica. Anche gli oggetti inanimati comunicano. Anche i morti tramite il loro ricordo. Proprio tutto e tutti. E, a meno di non esistere, non si può sfuggire a questa verità.

Una cosa bizzarra che ho notato, ma è solo una mia interpretazione, è che se “ribaltiamo” quell’assioma, se cioè in un messaggio proviamo a dire troppo o persino proprio tutto ciò che abbiamo da dire, paradossalmente non diciamo niente, ovvero rischiamo di non comunicare o di non comunicare bene.

La mia è ovviamente una provocazione perché come ho ricordato all’inizio se è vero che anche i sassi comunicano, anche una comunicazione strapiena di informazioni comunica.

Questo preambolo serve però a ricordarci quanto è importante non solo la comunicazione ma anche saperla moderare perché sovraccaricare chi è dall’altra parte non è mai una buona comunicazione. Non a caso i social vengono additati come nocivi anche perché ci bombardano continuamente di stimoli a cui il nostro cervello non è predisposto, spesso facendoci male (information overload).

Il cervello umano è in grado di elaborare una grande quantità di informazioni contemporaneamente, ma la sua capacità di elaborazione è limitata. La quantità di informazioni che il cervello può gestire contemporaneamente senza andare in sovraccarico di informazioni dipende da diversi fattori, tra cui:

  1. La complessità delle informazioni: informazioni semplici e ben strutturate sono più facili da elaborare rispetto alle informazioni complesse e disordinate.
  2. La familiarità con le informazioni: le informazioni familiari sono più facili da elaborare rispetto alle informazioni nuove e sconosciute.
  3. La capacità di elaborazione individuale: alcune persone hanno una maggiore capacità di elaborazione delle informazioni rispetto ad altre.
  4. La motivazione e l’interesse: se una persona è motivata e interessata alle informazioni, è più probabile che sia in grado di gestirle senza sovraccarico.

In generale, si stima che il cervello umano possa gestire fino a 7 (più o meno 2) informazioni contemporaneamente nella cosiddetta “regola delle 7 informazioni” detta anche “regola di Miller”, tuttavia questo è un numero approssimativo e può variare in base alle circostanze.

ChatGPT

Come si fa quindi a fare la nostra parte, e non solo per essere più chiari ed efficaci ma anche per non alimentare questo fenomeno?

A mio avviso evitando nei nostri post di dire troppo quindi limitando e semplificando i concetti espressi.

Credo che possa essere utile in tal senso definire una strategia a monte (per chi fa personal branding cercando di non dire la nostra su mille topic diversi ma limitandosi al proprio “argomento focus” con rare eccezioni), ma anche imparando a gestire meglio il nostro tempo.

Un trucchetto valido quanto banale può essere usare un conta-caratteri (personalmente da diverso tempo evito di scrivere troppo – anche perché per natura sarei un “Pippone Maker” – utilizzando il limite di 2200 caratteri di Instagram, non a caso tra i social più “veloci”).

Esistono altri approcci e tecniche per riuscire a non sovraccaricare chi fruisce dei nostri messaggi che, appunto, preferisco non aggiungere!

Mi dici che ne pensi?

Tu ne hai qualcuno da suggerire? Quali sono i tuoi assi nella manica della comunicazione efficace? Lasciami un commento a questo post rispondendo alla newsletter oppure scrivimi senza impegno dal modulo di questa pagina. Sarò lieto di confrontarmi con te.

(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)