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C’è un trucchetto da applicare durante la fase di studio della strategia di personal branding che facilita/velocizza il lavoro di autoanalisi che consiste nell’usare dei modelli caratteriali e comportamentali “già pronti”, i cosiddetti “archetipi”.

Gli archetipi, che fungono un po’ da colori primari da mescolare per formare infinite identità, secondo il famoso psicologo Carl Jung sono 12 e sono i seguenti:

  1. il saggio
  2. il giullare
  3. il creativo
  4. il mago
  5. l’amante
  6. la persona comune
  7. l’esploratore
  8. l’innocente
  9. il re
  10. il ribelle
  11. l’angelo
  12. l’eroe.

Per quel che mi riguarda ho scelto di identificare il mio personal brand nei primi tre che ho elencato: sono una persona che tende a pensare e comunicare in modo piuttosto serio, rigoroso e con un approccio mente-cuore bilanciato. Allo stesso tempo adoro ridere (soprattutto di me stesso) provando a mixare il tutto con un sano pizzico di follia creativa.

Anche se, devo essere sincero, non sono un grande fan degli archetipi perché, a mio personalissimo parere, possono portare a caricaturizzarsi in un personaggio (e fare personal branding NON è recitare), va detto che possono essere utilissimi, tant’è a seconda del cliente che seguo a volte li utilizzo anch’io.

E tu, che ne pensi degli archetipi? Secondo te sono davvero utili o li ritieni rischiosi per l’autenticità del brand?

Inoltre, quali sono dei 12 archetipi Junghiani (qui ad esempio trovi il loro significato, ma non è da escludere che in futuro non decida di scriverci un bel pippone qui sul mio blog) quelli che si addicono di più alla tua indole?


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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