(Tempo di lettura 7 minuti)
Se già mi conosci saprai che questo blog è partito ad aprile del 2017, quindi nel momento in cui scrivo ha esattamente un anno e mezzo. Motivato dalla volontà di “recuperare” (in passato avevo più volte rinviato il progetto) ho iniziato a scrivere con una media di 3 articoli settimanali mantenendo questo ritmo fino ad agosto. Dopo una breve pausa vacanziera, ho ripreso da settembre al ritmo più basso di 2 post settimanali fino a Natale. Dal gennaio 2018, fino ad oggi, la mia media è di un post settimanale, con alcuni periodi in cui ho scritto persino anche ogni 2 o 3 settimanale: davvero molto di rado!
Forse ti chiederai…
Perché ho abbassato così tanto il ritmo?
Ovviamente nelle mie intenzioni iniziali non c’era la volontà di mantenere quel ritmo da 3 post settimanali per sempre. Sapevo che non sarebbe durato a lungo e che prima o poi avrei dovuto rallentare mantenendomi su un ritmo “a regime” di 2 post settimanali.
Tuttavia a partire da gennaio di quest’anno ho dovuto fare i conti con la dura realtà del “non si vive di solo blogging”. Sì, perché in effetti il blog, all’inizio, non aiuta di certo a pagare le bollette!
Dunque l’attività quotidiana che fa portare a casa la pagnotta in tempi decenti è tornata ad avere la priorità sul blog: ho ripreso ad occuparmi dei progetti con maggiore assiduità e presenza, ad incontrare clienti (anche i nuovi che ho conosciuto proprio grazie al blog), ho coordinato collaboratori, progettato e viaggiato per seguire eventi e progetti imprenditoriali anche in prima persona.
Detto questo, forse ora ti chiederai anche…
Ho compromesso il raggiungimento dei miei obiettivi?
Vuoi sapere se, scrivendo sempre meno, ho mandato all’aria i miei obiettivi e rovinato tutto?
La risposta è decisamente NO!
Anzi, in verità… è successo il contrario: la strategia si è rivelata vincente, ed infatti ho ottenuto degli ottimi risultati!
Eccoli questi risultati, intuibili dalle mie stats di Google Analytics: questa schermata mostra in particolare gli utenti unici al mio sito da quando è partito fino ad oggi.
Osservando il grafico la cosa straordinaria che puoi dedurre è che, malgrado abbia ridotto molto il tempo che dedico al mio blog rispetto all’inizio, il traffico non ha fatto che salire, assestandosi attualmente su una media di più di 4000 utenti unici mensili, di cui circa l’8% di ritorno. In sostanza circa 300 miei lettori tornano a leggere, perché già mi conoscono.
Hey! Se tu che leggi sei tra questi, ne approfitto… GRAZIE! 🙂
Ma non posso (e non voglio) scoprire ulteriormente i miei analytics (potrei pubblicare ulteriori dati circa il tipo di pubblico, la percentuale di rimbalzo ed altri KPI tutti molto positivi), tuttavia il grafico che ho postato spiega già alcune cose sul funzionamento del mio blog che si possono estendere a tutti i blog, quindi anche al tuo!
Di queste ne ho scelte tre. Si tratta di fasi/consigli che voglio passarti per aiutarti ad avviare e far crescere il tuo blog senza, a parte all’inizio, intralciare il tuo fondamentale lavoro quotidiano.
Fase 1: scrivi tanto
Quando scrivevo al ritmo di 3 post settimanali lo facevo per una serie di motivi. Come ho già accennato ad esempio per “recuperare” i mesi/anni precedenti in cui avrei potuto farlo ed ogni volta rimandavo. Ma anche perché sapevo (lo ammetto, un po’ me lo aspettavo) che la grande mole di informazioni prodotta sarebbe servita a costruirmi un “nome” (leggasi personal brand) grazie soprattutto alla SEO, facendomi cioè trovare dai motori di ricerca. A questo ha aiutato molto il fatto che i miei contenuti sono in maggior parte “evergreen”, ovvero malgrado riportino la data “non scadono” perché di interesse generale.
Questo aspetto di non focalizzarmi troppo ha infatti avuto in generale l’effetto negativo di non pompare il mio posizionamento nell’affollato (ma non troppo) mercato dei consulenti di web marketing italiani, tuttavia è servito a generare backlink, e quindi a creare le basi per un blog che alla lunga potesse ottenere dei risultati aiutando a portare gente dentro al sito con contenuti che magari non sono il top, ma che possono essere per loro comunque di interesse e “risolutori di problemi”.
Pertanto il primo consiglio che posso dirti se hai intenzione di avviare un blog è quello di scrivere tanto all’inizio, a costo di non scrivere benissimo. Se oggi rileggo i miei primi post mi accorgo che avrei potuto scriverli molto meglio… ma ho rafforzato l’idea che questo non ha troppa importanza (ecco, però magari prova a revisionarli quando puoi).
Perciò se anche tu non sforni sin da subito contenuti fantastici non fartene un motivo per non iniziare a scrivere! Scrivi spesso, inquadrando bene ogni singolo argomento e facendo in modo di non esagerare con la lunghezza ma anche senza essere tirchio di parole.
Te lo dico perché tu prenda spunto dalla mia esperienza, ma allo stesso tempo per aiutarti a non commettere i piccoli errori che inevitabilmente anche io ho commesso.
Oltretutto è “fisiologico” che più si scriva, minore sia la qualità.
Fase 2: scrivi meno ma meglio
Compatibilmente con i tuoi impegni, dopo un po’ che hai avviato il tuo blog inizia a scrivere un po’ meno, ma ancora meglio, curando maggiormente i contenuti e focalizzandoti su un particolare tema: il tuo “focus”. Dovrai abbinare una scrittura poco frequente a contenuti più verticali. Certo, sarebbe stato meglio concentrarsi sin dall’inizio ad una maggiore cura dei contenuti, ma scrivere bene richiede più tempo e la verità è che è difficile farlo se devi anche dedicarti al tuo lavoro quotidiano.
Contestualmente continua ad ottimizzare il tuo UX, ovvero la User Experience del sito. Sì, perché se inizialmente non curerai troppo questo aspetto, l’utente tenderà a sfuggire via più del solito. Ad esempio, alla fine di ogni tuo post, specifica una call to action che inviti a leggere un altro post simile (il classico “sicuramente ti piacerà leggere anche…”).
Inoltre fai “link building” interno e verso la tua pagina di contatto in modo da invogliare il lettore a contattarti per approfondire l’argomento. Cura maggiormente anche la tua newsletter, invogliando il lettore ad iscriversi. Ciò ti aiuterà a costruire una comunità di lettori che successivamente potrai ritrovare in parte del tuo portfolio clienti, a patto però di sapere come fare a trasformarli. Esistono numero tecniche di ottimizzazione e SEO che dovresti implementare, ma di cui non parlerò, che coinvolgono anche tutto ciò che è esterno al tuo blog (i social, i blog di altri esperti, ecc..). Se ti va di approfondire l’argomento ti consiglio la lettura del mio precedente post dedicato all’ottimizzazione della Convertion Rate.
Vista la complessità delle azioni da compiere per fare un primo salto di qualità, non sempre realizzabili senza competenze specifiche, ti consiglio vivamente di farti seguire da un consulente (se ti va… contattami pure).
Questa è in effetti una fase un po’ particolare perché di solito ti dà la sensazione che il tuo sito funzioni (vedi le visite e l’engagement crescere), ma non ne hai ancora le prove tangibili in termini di contatti e clienti. Infatti chi di solito non è in grado di “leggere” questi dati e non ha “fede”, è portato ad abbandonare il blog credendolo poco utile.
Ma tu sei tra quelli che vedono il blog per quello che è: un investimento a medio e lungo termine, non di certo a breve! Quindi continuerai imperterrito ad investirci il tuo tempo. Vero? 😉
Fase 3: scrivi… da Dio (o almeno provaci!)
Se per motivi di tempo, volontà ed mancanza di applicazione hai deciso di scrivere solo un post ogni settimana, o persino ogni 2, 3 o 4 settimane, sappi che non dovresti allentare troppo.
Tuttavia se hai già un certo numero di lettori coinvolti (te ne accorgi sempre da Google Analytics e dalla tua casella mail) e se hai già un bel numero di post all’attivo che fanno il loro dovere di “acchiappa-utenti”, va benissimo. È essenziale però che i pochi articoli che scriverai da ora in avanti offrano un grande valore, diversamente saranno pressoché inutili e non contribuiranno alla crescita del tuo blog come invece dovrebbero. Pertanto scrivi di rado, ma bene, cercando di rendere il tuo contenuto straordinario. Gli argomenti trattati in questa fase non solo dovranno essere fortemente verticali, ma dovranno rispondere in modo più curato alle richieste del tuo target.
Sì, ma come?
Esistono svariati modi per comprenderli. Ad esempio usando i social per chiedere loro quale specifico problema non hanno ancora risolto. Oppure cercando tra i commenti lasciati nei gruppi o nei social plugin dei blog dei tuoi concorrenti, perché no! O ancora, potrai prendere spunto da siti internazionali in cui grandi influencer del tuo settore affrontano temi sotto una luce nuova ed innovativa.
Ovvio che non ti sto dicendo di copiare, semmai di tradurre i loro testi per prendervi spunto, perché a parte alcuni settori in cui noi Italiani siamo il top, ci sono svariati settori (ed il tuo potrebbe farne parte) in cui è d’obbligo aggiornarsi da fonti internazionali, imparando da chi ne sa più di noi.
Ad esempio il mio settore, quello del marketing, è fortemente Stati Uniti – dipendente.
Conclusione e… riflessione
Con questi 3 consigli non voglio di certo illuderti che basti scrivere con cadenza per riuscire a costruire un blog che porti vantaggi a chi lo crea e lo gestisce. Prendilo con le pinze, perché il percorso che ho fatto io, costituito da fasi programmate in modo non rigido, non è detto che funzioni perfettamente anche per te. Questo perché ogni settore, ed ogni pubblico, è diverso. Nel “mercato dei consulenti di web marketing”, ad esempio, c’è un’enorme concorrenza tra post tutti uguali o molto simili tra loro.
Io ho scelto di “combattere” questa concorrenza partendo in modo lanciato attraverso la produzione di una grossa mole di informazioni con lo scopo di portare tanti utenti sul mio blog, senza curarmi eccessivamente del loro profilo, e di affinarmi via via… in modo sincrono anche con la mia crescita professionale. Per me, che un anno e mezzo fa ero entrato nel mondo del marketing relativamente da poco, si è rivelata una strategia vincente.
Ma se tu, invece, sei un imprenditore o professionista già profondamente verticalizzato, produrre quantità a discapito della qualità per entrare prepotentemente nel mercato potrebbe non essere la scelta più saggia, scegliendo invece di produrre sin da subito contenuti altamente specialistici.
Tuttavia questo caso lo trovo uno scenario improbabile: infatti chi ha esperienza, skill e competenze da vendere, difficilmente non ha mai prodotto buoni contenuti.
Nessun vero blogger ha mai scritto il post perfetto la prima volta che si è cimentato.
Per questo, se stai iniziando un nuovo blog, mi sento di consigliarti una pianificazione lanciata come la mia.
Perciò lanciati pure nella creazione di tanti contenuti inizialmente senza curarti troppo dei dettagli (basta ovviamente non scrivere banalità o, peggio ancora, idiozie), e via via che diventi più bravo, scrivi sempre meno… ma meglio! E mentre lo fai, controlla i dati ed i feedback raccolti ed ottimizza il tutto soprattutto nell’ottica di fare lead generation.
In bocca al lupo!