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Una delle slide che utilizzo con più piacere nei i miei corsi è ispirata al film capolavoro “Il mostro” di e con Roberto Benigni. Sicuramente ricorderai la scena in cui il protagonista, sosia del boss mafioso Johnny Stecchino, viene invitato con una scusa a Palermo con l’intenzione di ucciderlo. E mentre viene accompagnato per la città da un autista, quest’ultimo si lamenta di quello che è, a suo dire, il più grave problema del capoluogo siciliano: il traffico!
Di questa slide ne avevo parlato anni fa anche qui.
Ecco. Mi piace citare proprio questa scena (che seppur demenziale fa anche riflettere molto) perché proprio come per le città medio-grandi anche il web marketing ha tra i suoi problemi il traffico. Infatti ottenerne in quantità e qualità può essere un problema, ma di certo non è un vero problema: il traffico web, a pensarci bene, si può ottenere anche gratuitamente, sfruttando, volendo ovviamente estremizzare, “mezzucci” come titoli e immagini clickbait.
Un esempio vomitevole che faccio sempre è quello della pubblicità con la foto della modella mezza nuda: un tipo di comunicazione che può generare picchi di traffico importanti. Anche se, attenzione, a parte rare eccezioni in grado di distruggere la reputazione dei brand (no, meglio evitare!).
Ma il traffico si può soprattutto comprare. Sui social basta impostare una campagna in pochi click per dare in modo veloce ed immediato visibilità ai propri post. Lo stesso è possibile sui motori di ricerca portando traffico al proprio sito web grazie a piattaforme come Google Ads che lo posizionano in cima alle SERP per determinate parole chiave di ricerca.
Il fatto che generare o acquistare traffico sia in fondo così facile ha creato negli anni l’illusione dura a morire che ottenere risultati sia ugualmente facile.
Purtroppo non è così: il traffico da solo è assolutamente inutile, anzi persino controproducente, in assenza di uno studio strategico preventivo.
Per spiegare meglio il concetto anche questa volta voglio fare un paragone: la pagina social o il sito web di turno dove si vorrebbe aumentarne il traffico (e quindi la visibilità) può essere vista come una città.
Ora, se fossi il sindaco di questa citta prima di tappezzare il mondo di inviti a visitarla, faresti bene a rendere la città più vivibile, bella ed accogliente. Giusto?
Questo si traduce in un concetto semplicissimo: il brand su cui la comunicazione social o web si fonda deve funzionare a prescindere dal traffico!
La strategia è quasi tutto
Insomma deve esserci una strategia sensata e che funzioni. Solo DOPO che si è certi di questo ha senso lavorare perché la città venga visitata il più possibile, di fatto acquisendo traffico in entrata. E non importa se attraverso tattiche di content marketing in organico – attenzione, attraverso sempre una narrazione coerente, lasciando perdere le scorciatoie – o a pagamento.
Un concetto davvero molto basic, a cui però moltissimi ancora non pensano convinti che il successo di un business online dipenda solo dalla quantità di traffico che si genera. Sui social tipicamente dai like e dalle reaction. Ma in realtà il successo di un’attività di marketing dipende dalla coerenza tra la qualità del traffico (le aspettative del pubblico) e l’offerta, non tanto dalla quantità di traffico.
Si possono ottenere buoni risultati con pochissime visite ma di alta qualità piuttosto che da migliaia di visite di curiosi che non hanno reale interesse in ciò che si offre. Questa è una cosa banale ma a cui ancora molti, nonostante siamo già nel 2022, non pensano. E così non fanno che buttare via tempo e soldi in campagne inefficaci.
Di traffico e strategia ne parlo anche nel mio manuale Personal Branding sui Social.