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Perché anche i brand che normalmente si rivolgono ad un pubblico “maturo” dovrebbero usare TikTok, la piattaforma d’intrattenimento (attenzione, non un social!) più usata dagli under 30?

Perché dovrebbero entrare in una piattaforma che, per il modo in cui funziona, ha la capacità di catalizzare l’attenzione di moltissime persone (diciamolo, spesso anche pericolosamente: se non sai cos’è il FOMO lo spiego qui) offrendo però ai suoi creator anche tantissima visibilità gratuita?

Me lo sono chiesto in questi anni, specie di recente, senza nascondere di essere tentato di usare anch’io TikTok, non di certo per “moda” ma per sfruttarne le caratteristiche a mio favore, per il mio personal brand.

Sembra infatti che i tempi siano ormai maturi per “spalmarci” il mio content marketing da professionista senza per forza essere “costretto” a balletti o sketch comici come quelli di Khaby Lame, il tiktoker più seguito al mondo (di cui ho parlato anche qui, tra l’altro il ragazzo di recente è diventato ufficialmente “cittadino italiano”), ma parlando di ciò che si conosce o si sa fare per stimolare dibattiti, discutere di argomenti utili ed interessanti o anche solo “farsi vedere” lavorando perché la visibilità alla lunga risulti utile al business o generalmente per raggiungere determinati obiettivi.

Certo… va detto che TikTok è ancora un ambiente piuttosto “immaturo” dove i “discorsi da grandi” sono meno preferiti rispetto ai contenuti leggeri (a cui l’algoritmo tende a dare più visibilità) e dove generalmente le views hanno un peso maggiore rispetto al “valore culturale” che ci si aspetterebbe da un “piano marketing professionale” da divulgatore.

Ma è anche vero che l’età media degli utenti di TikTok sta gradualmente aumentando facendone nel tempo cambiare le esigenze (per approfondire: in questo articolo si parla della crescita dell’età media dei creator).

Tradotto: già oggi certi argomenti meno leggeri risultano più apprezzati e per i più grandi comunicare su TikTok può già avere un’utilità destinata ad aumentare ancor di più in futuro.

Una questione generazionale

D’altronde la questione non riguarda solo TikTok e piattaforme simili ma si tratta di un fenomeno sociale.

Cerchiamo di inquadrare il suo pubblico. Per il 60% ci sono i nati a partire dalla fine del secolo scorso (i cosiddetti “nativi digitali”): sono la generazione Z e la generazione Alpha.

Al primo gruppo appartiene chi è entrato da poco nel mondo del lavoro, nel secondo chi lo farà tra qualche anno.

Per i brand comunicarci può significare ottenere enormi benefici strategici.

E non solo “domani”! Infatti ciò a cui spesso non si pensa è che già oggi i giovani influenzano tantissimo, tipicamente negli acquisti, le fasce d’età più grandi, ad esempio genitori e parenti.

Parlarci oggi è già importantissimo perché può avere un impatto sull’economia aziendale già oggi.

Tuttavia esiste un grande scoglio da affrontare per gli over 40 che affrontano l’ambiente TikTok come creator: il problema è l’esistenza di un enorme “gap generazionale” in termini comunicativi tra giovani e i più grandicelli (tra cui il sottoscritto, classe ’75).

I più assidui frequentatori di TikTok rappresentano un gruppo demografico con abitudini e linguaggi estremamente diversi soprattutto rispetto ai nati nella prima metà del secolo scorso.

Come comunicare bene coi giovani  (e su TikTok)?

Bella domanda! Intanto in Italia negli ultimi tempi è iniziato un bel banco di prova da parte dei “boomer” (espressione un po’ offensiva, ma anche scherzosa, a cui si riferisce ad indicare persone “di una certa età” non avvezze alla tecnologia) su TikTok: diversi politici (in maggioranza “baby-boomer”, categoria in cui si inquadrano i nati dal 1946 al 1964) ci si sono buttati in massa per racimolare voti in vista delle elezioni politiche di fine settembre. L’ultimo è Berlusconi.

Me ne verrebbe da dire a riguardo, ma qui preferisco evitare. Al massimo preferisco parlarne nei commenti a chi volesse commentare questo articolo sui social o a chi risponderà alla newsletter.

Infatti, siccome oltre che informarti voglio coinvolgerti, ti chiedo: anche se non sei un politico (anche perché è assai più probabile che tu sia un imprenditore, un libero professionista o una partita iva) tu come comunicheresti, o già comunichi, con i giovani su TikTok per portare acqua al mulino della tua attività?

Che ne pensi di questo ambiente tenuto conto delle tue esigenze professionali?

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)