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Quella che vedi nell’immagine qui sotto è la mitica “curva di Bell”, uno schema che rappresenta graficamente l’andamento col quale l’innovazione si diffonde nella società.

 

In pratica quando un nuovo prodotto arriva sul mercato può venire “accolto” da 5 diverse tipologie di clienti:

  1. innovatori;
  2. minoranza precoce (o il più fico “early adopter”);
  3. maggioranza precoce;
  4. maggioranza tardiva;
  5. ritardatari cronici.

Di solito si giustifica la differenza tra questi target associandovi diverse attitudini, passioni, interessi, livelli culturali e persino quozienti intellettivi, ed in effetti tra innovatori ed early adopter ci sono tendenzialmente soggetti più intelligenti ed acculturati della media.

Di contro, come si nota nella parte in discesa del grafico, alle due ultime categorie tendono ad appartenere gli individui intellettualmente meno “attivi”.

Una cosa che ho notato quando parlo agli imprenditori “non giovanissimi” della curva di Bell è quanto questi tendano a sottovalutare un fattore oggi importante, anzi direi cruciale, che incide sulla presenza del target nel grafico: l’età.

Eppure da qualche anno l’età nella fase di targeting, ovvero la fase di marketing analysis che riguarda l’individuazione del tipo di pubblico (quindi del potenziale cliente) a cui rivolgersi, è divenuta sempre più decisiva. Ciò si deve all’affermazione di un grande “gap generazionale” nella società dato dall’affermazione dei nativi digitali nel mondo del lavoro oltre che dallo strapotere dell’online nelle nostre vite.

Con ciò credo si possa affermare che oggi la curva di Bell rappresenti anche questa differenza generazionale dal momento che la categoria “giovani” può essere rappresentata nella sua parte ascendente mentre quella “anziani” in quella discendente.

Cosa possiamo imparare da tutto ciò?

Semplice: che oggi più di ieri quando si lancia un nuovo prodotto, servizio o (personal) brand bisognerebbe valutare di rivolgersi, se non in modo esclusivo, almeno in parte ai giovani.

Questi infatti a prescindere persino da cultura ed intelligenza sono tendenzialmente più curiosi e disposti a testare, viralizzando più facilmente contenuti online e dunque più attivi ed utili nel promuovere online in modo spontaneo, quindi organicamente, nuovi brand o prodotti “innovativi”.

Rivolgersi (anche) a loro può essere strategico!

Infatti, altro aspetto che spesso passa in sordina, i giovani hanno una grande influenza anche sui loro genitori e parenti (non troppo tempo fa ne ho parlato anche qui in questo articolo su TikTok) a conferma che le dinamiche in corso nella costruzione della fiducia seguono uno schema molto simile a quello della curva di Bell.

Unisciti alla conversazione!

Che ne pensi? Anche se il tuo prodotto o servizio non è propriamente “per giovani”, quanto stai valutando, in considerazione di quanto da me esposto nel mio articolo, di stuzzicarli con la tua comunicazione? Magari anche per investire su un branding che agisca “in prospettiva” futura?

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)