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Giorni fa proprio a ridosso del primo aprile (cosa che mi fa fatto pensare inizialmente ad una fake news) è giunta notizia secondo cui Oscar Farinetti, il papà di Eataly, avrebbe avuto l’idea di fondere Piemonte e Liguria per farne una vera e propria “potenza turistica”.
Che poi, ad essere precisi, sembra che l’idea non sia stata proprio sua. Ad esempio a questo link Amazon c’è un libro del 2010 di un certo Franco Monteverde (che chissà a sua volta chissà da chi sarà stato ispirato) dal titolo “Limonte, una provocazione o un progetto…”.
Ad ogni modo, al di là del solito chiacchiericcio sui social alimentato da fake news che hanno dato addirittura per “ufficiale” l’avvio di un fantomatico iter legislativo per fondere davvero le due regioni, penso anch’io che parlare di un eventuale brand (perché solo questo ha inteso Farinetti) come potenziale “potenza turistica” sia un tantino esagerato.
Però con la stessa sincerità devo ammettere anche che l’idea di una possibile operazione di co-marketing turistico tra Piemonte e Liguria ha un suo “forte e convinto perché”.
Alcuni giornali l’hanno titolata come provocazione, e chissà che forse l’intenzione di Farinetti non fosse proprio questa, eppure l’idea di lanciare il brand turistico Pieguria (o Limonte che poi a mio modesto avviso suonerebbe anche meglio…) ha una sua logica che, come proverò a spiegare dopo, potrebbe effettivamente risultare vincente, facendo aumentare il traffico turistico nel nord-ovest italiano.
Che non è così male, eh? Sì, anche se non riuscirà a scalfire l’incoming delle Maldive!
La questione in ogni caso mi ha fatto ripensare al concetto di co-marketing, un argomento che solo apparentemente non riguarda il mio focus (se non sei capitato per caso sul mio blog saprai che mi occupo principalmente di personal branding).
Cos’è il co-marketing?
Il co-marketing consiste fondamentalmente nella collaborazione strategica di marketing tra due o più entità, dove di solito per entità si intendono aziende, prodotti o servizi, ma ciò può valere, ed è questo il caso, anche istituzioni come appunto le regioni italiane.
Insomma nel caso del co-marketing ipotizzato da Farinetti si tratterebbe dell’ipotetica fusione di due brand in uno solo, ovvero di un’operazione di co-branding tra il brand Piemonte ed il brand Liguria che porterebbe alla creazione e al lancio di un nuovo brand turistico potenzialmente vincente.
Perché brand vincente?
Premesso che non basta la sola idea di branding per decretare il successo di un brand ma che è altrettanto importante (se non di più) la fase successiva di execution, a mio modesto parere l’idea di creare quell’unico brand può essere vincente perché Liguria e Piemonte, per caratteristiche soprattutto geografiche, sono due regioni effettivamente complementari, esattamente come dovrebbero essere sempre complementari due brand che decidono di fondersi insieme per dar vita ad un nuovo brand.
Il Piemonte infatti ha le montagne ma non il mare, viceversa la Liguria non ha le montagne ma è completamente protesa sul mare. Questa cosa, basti pensare alla possibilità di proporre un’offerta turistica più completa, gioca proprio a favore del possibile “gemellaggio” tra le due regioni.
Per fare un esempio che possa spiegare ancor meglio cosa si intende per co-marketing ed in particolare per co-branding, e di come questa strategia potrebbe essere utile e vincente anche a te che nel tuo piccolo sei titolare di una semplice partita iva, prendo ad esempio un caso di co-branding tra prodotti: mi viene in mente quello che definirei geniale di qualche tempo fa di Pepsi e Lay’s attuato attraverso una campagna visuale sparata anche sui social e su cui ho scherzato su sul mio Instagram.
Dal mio instagram (a proposito ti va di seguirci anche lì?): https://www.instagram.com/p/CTADXhFqe7C/
Come vedi anche in questo caso parliamo di entità complementari che nella loro diversità puntano ad un pubblico molto simile se non identico.
D’altronde sai che sete dopo le patatine? Ti bevi la cola a stomaco vuoto?
Ecco… hai sicuramente capito l’antifona.
Tornando alla questione “Pieguria” il turista (straniero soprattutto) che tipicamente va in Piemonte è lo stesso che magari va a visitare Genova, e viceversa. In pratica il co-marketing ha senso dal momento che i brand non si fanno concorrenza tra loro perché offrono prodotti e servizi (o meglio esperienze) diverse ma ad una fascia di pubblico uguale o simile.
Il segreto di un co-marketing e co-branding ben congeniato, insomma, si fonda proprio sulla diversità (ma non del tutto) degli attori coinvolti: non parliamo infatti di concorrenti, ma neanche di entità troppo diverse! Il co-marketing dà il meglio di sé nella “terra di mezzo tra uguale e diverso” e può essere applicato (e qui mi si illuminano gli occhi) anche nel mio tanto amato personal branding.
Personal co-branding ne abbiamo?
Operazioni di “personal co-branding” molto terra-terra ma che portano valore (e fanno fatturare di più) sono possibili ogni giorno (sì, anche da te gentile lettore!) semplicemente unendo “strategicamente” i tuoi sforzi verso lo stesso obiettivo con quelli di un collega che lavora, ma non è neache detto, nel tuo stesso ambito e con cui hai cose in comune, specialmente i potenziali clienti, ma a cui entrambi offrite prodotti, servizi o esperienze diverse.
In questo modo non rischiate di pestarvi i piedini tra voi…
Trovare i personal branding che possono legarsi bene col tuo, divenendo di fatto tuoi partner, non è difficile sfruttando i social (in particolare LinkedIn) ed i motori. L’importante è conoscere le condizioni essenziali per fare co-marketing, e visto che te le ho spiegate in questo articolo ora non hai scusanti. Vai e co-brandizzati!
Insomma, e concludo, spero che questa folle storia di Pieguria/Limonte (che chissà se mai diverrà un vero brand turistico!) possa esserti stata utile, indicandoti una strada interessante da seguire: quella del non lavorare mai da soli ma sempre insieme.
La strada del fare rete e della condivisione.