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Il blog che stai leggendo ha appena sette mesi, eppure ha più di 90 articoli e marcia spedito verso i primi 100, cioè una media di circa 2.23 articoli alla settimana. Il mio piano editoriale infatti prevede ben tre post settimanali (ma la media tiene conto della pausa di Agosto, in cui ho scritto molto poco). Il perché di questa scelta l’ho già spiegato in passato. Ho voluto recuperare un po’ il tempo perduto: sono 15 anni che opero nel web e diversi nel marketing, e allora prima di aprile scorso mi sono detto: perché non bruciare le tappe e dimostrare con un blog le mie competenze nel più breve tempo possibile?

È stata una buona scelta? Direi di si! È stato tutto perfetto e non ho commesso errori? Direi proprio di no!

In effetti scrivere così tanto, se da un lato mi ha permesso di “riempire” il sito, dando una percezione a chi lo visita di essere molto “vissuto” e completo, e mi ha consentito di posizionarmi abbastanza bene ed in fretta sui motori di ricerca (una buona parte di visite provengono da li, grazie al S.E.O.), dall’altro ha avuto i suoi lati negativi.

In questo post faccio l’ennesimo bilancio del mio blog, parlandoti di quello che è secondo me il principale insegnamento di content marketing che ho tratto fino ad oggi da questo blog: lo condivido con te perché possano aiutarti, comprendendone il senso. Specialmente se sei all’inizio o in una condizione simile alla mia, ti aiuterà a migliorare anche il tuo blog.

Attenzione: questo non è l’unico insegnamento che ho tratto (ce ne sono altri, altrettanto importanti, e conseguenza di altri piccoli errori che ho commesso ed a cui dovranno seguire a breve delle contromisure; ma magari ne parlerò in un altro post).

L’insegnamento più importante? Meglio scrivere poco e bene che tanto e male!

A meno che tu non sia una specie di genio e che tu abbia davvero tanto tempo a disposizione (non fai nient’altro che il blogger), ho capito che scrivere bene e scrivere tanto è praticamente impossibile.

Esiste sul web l’idea distorta per cui il blog o il sito di successo sia quello che sforni contenuti a ripetizione. Purtroppo, o per fortuna, non è sempre così!

Dopo aver scritto e pubblicato i miei primi 90 e passa articoli, ho dedotto (soprattutto analizzando i miei dati) che una buona parte di questi non portano grandissimo valore a chi li legge. Per fortuna una parte di questi (a giudicare dall’analisi dei miei KPI su Google Analytics) hanno ottenuto un certo interesse (percentuale di click) ed una certa attenzione (bounce rate) da parte del mio target: sono i post di cui vado più orgoglioso perché hanno portato valore ai miei lettori. Si tratta dei miei “cornerstone”, gli articoli fondamentali del mio blog.

Il problema è però che ci sono anche un certo numero di post che invece hanno ottenuto un riscontro molto basso. Per scovare i tuoi (augurandomi che tu non ne abbia), consulta il tuo Google Analytics. Ti basterà, appunto, verificare il bounce rate, cioè la percentuale di rimbalzo. Più è alto questo valore, peggiore è la qualità del contenuto (relativa al tuo target, ovviamente).

Scrivere tanto (e non benissimo) ha inoltre un secondo effetto negativo: ti fa perdere il focus!

Se il tuo piano editoriale è molto serrato, ti siedi al PC e sai di dover scrivere “per forza” qualcosa… ed anche in fretta. E così finisce che parli di argomenti poco in linea con il tuo “brand positioning”.

Anche io, nel mio blog, ho commesso questo errore: ho diversi articoli che parlano di argomenti un po’ troppo generici (e non che non siano interessanti, anzi… spesso ricevono anche molti click, ma creano il problema di generare un bounce rate basso, e questo perché non parlano con precisione al mio “buyer persona” ma a qualcuno che ci assomiglia solo vagamente!).

La morale della favola è quindi che non è così importante scrivere tanto (se non un po’ all’inizio, forse, per lanciare un po’ il sito e quando ancora si deve capire bene la direzione precisa in cui si vuole andare!), piuttosto è molto più importante scrivere bene, e ciò anche se comporterà una scrittura molto meno frequente!

Ripeto: scrivere bene porta contatti di qualità al tuo blog. Ed è molto meglio ottenere pochi contatti, ma buoni, che tanti ma sterili. I contatti buoni apprezzano davvero ciò che scrivi, a differenza dei semplici curiosi che visitano il tuo sito solo occasionalmente. I contatti sterili, anche se in quantità, ti danno una percezione errata del tuo sito. Se ti limiti a vedere “quante” visite hai ottenuto, crederai che il tuo sito funzioni. Invece dovresti vedere tutt’altro.

Insomma, quello della qualità della scrittura è un primo, fondamentale, insegnamento, che cercherò di mettere in pratica il prima possibile: meno contenuti, ma più completi, esaurienti, e che parlano soltanto al mio lettore/cliente tipo.

Un primo passo sarà quello di ridurre da tre a due i post settimanali: scrivere pochi e buoni contenuti di valore è il primo essenziale passo per aprirsi una piccola breccia in questa giungla digitale.

Che ne dici anche tu di iniziare a scrivere di meno, ma meglio?


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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