(Tempo di lettura 3 minuti)
Come si collega il mio nord col mio sud?

Come si collega il mio cuore con la mia bocca?

Come si collega la mia pelle con la mia anima?

La nostra essenza è la somma delle parti o la sua interezza?

Cosa rivelano i miei occhi dei miei sogni? Come faccio a ridere se urlo dentro? Come si collega il mio nome con questa canzone? Come possono essere la stessa cosa?

Per questo ti voglio, ho bisogno di te…

Ma voglio liberarmi, voglio firmare una tregua con me stesso.

Ma come posso trovare il codice misterioso dentro di me?

So che sei stanco di questo scontro per connettere il mio lato sinistro col tuo lato destro, per collegare due braccia, due gambe e le quattro camere del cuore. Ma serve per capire per sempre chi siamo, chi siamo veramente.

Come possiamo vivere nell’angoscia e la paura, come possiamo proteggere tutto ciò che ci è caro? Come possiamo prendere in mano il nostro destino?

Sto parlando con te, ma ora avrai capito.

Perché l’universo dentro di noi inizia con UNI.

Chi siamo inizia proprio con “te e me”.

 

Questa è la traduzione (da me leggermente rivisitata) di un vecchio pezzo dell’artista israeliana Noa che ho sempre amato (il pezzo, eh… se no mia moglie mi frulla) ma che, chissà come mai, avevo dimenticato. Il pezzo si chiama “UNI”, come le prime tre lettere della parola Universo.

Me l’ha fatto tornare alla mente, così ‘de botto, un post della counselor Giulia Scandolara.

Nel suo post Giulia termina con questa frase che lo sintetizza benissimo: abbiamo bisogno di un altro da noi per capire chi siamo.

Trovo che abbia centrato il punto e qui, anche sul mio blog (ma c’è anche la versione social), desidero solo dargli un senso più ampio e… universale.

Già, perché dentro di noi c’è un universo immenso, forse quanto quello fisico, che è fatto di memorie, emozioni e sentimenti che spesso stentiamo a capire.

Che se riuscissimo a decrifrare ci darebbero un quadro molto chiaro di chi siamo veramente, qualcosa che spesso prendiamo per scontato (ma sempre non è così, sicuro o sicura di non confondere chi sei con chi credi di essere?).

Ecco, credo che come sia impossibile esplorare lo spazio da soli (se no NASA starebbe per National Aerophagia Space Administration) sia impossibile esplorare il nostro “universo interiore” da soli: abbiamo davvero bisogno dell’altro.

Abbiamo bisogno che qualcuno ci ascolti e ci veda da fuori, solo attraverso lo scambio (meglio ancora se con persone fidate e competenti in ambito crescita personale, ma mi permetto di ricordare che da addetto alla comunicazione personale potrei aiutare anch’io) si può decifrare nel tempo la nostra essenza.

Non sto aggiugendo molto al concetto di Giulia (che puoi leggere qui) ma spero che con la scusa di questa canzone possa fissarsi meglio nella mente di tutti.

Perché, e qui interviene il personal brander che è in me, “essere” ed “apparire” forse hanno bisogno l’uno dell’altro proprio come quel “UNI”.

Che ne pensi? Mi piacerebbe molto saperlo. Prenditi la libertà di scrivermi qui, se ti va.

Solo un’ultima cosa

Dal 15 al 17 giugno sarò a Rimini per seguire il We Make Future, per i boomeroni come me “Web Marketing Festival”.

Se sei in zona e ti va di vederci e prenderci un caffè insieme, scrivimi sempre su questo moduli oppure whatsappami, telegrammami o contattami sui miei social (trovi i link per connetterti in giro per il mio blog). Ti aspetto!

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)