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È ufficiale: no alla pagina ufficiale!

Di recente ho imbrattato i miei social con questa frase, ma ho barato: non è vero che è ufficiale che non si può più chiamare la propria pagina social “ufficiale”, ma ho fatto la battuta per attirare un po’ l’attenzione. Perdoname por me vida loca!

Ora però faccio il serio.

Facebook, Linkedin, Instagram, TikTok e compagnia bella ci danno una certa libertà nella scelta del nome alla nostra pagina o profilo sui social.

Per esempio su Instagram personalmente, quando creando il mio profilo è venuto il momento di compilare il campo “alias”, ho scelto di usare “leocasciotbm”, ma avrei potuto benissimo mettere “leocascioofficial”, “leocascioofficialpage” o espressioni del genere senza che ciò mi fosse vietato dalle piattaforme (le quali invece tendono ad “ufficializzare” la titolarità di un account in altro modo, di solito mostrando un segno di spunta a seguito della presentazione delle prove).

Ma sarebbe stata una buona scelta?

No, non lo sarebbe stata e ti spiego perché…

Avrai notato anche tu che alcuni professionisti ed imprenditori, ma anche aziende, utilizzano la dicitura “pagina ufficiale” nella fase di naming sui social. Se non come nome, come descrizione. Oppure inglobano “official page” (e simili) nella grafica della copertina, come quasi fosse un claim.

Ecco, non so a te, ma a me ogni volta che leggo quella frase provo un certo fastidio. Mi dà la netta impressione che chi la usa “si atteggi”. E non è una bella impressione.

Sarò pignolo (ma il mio lavoro me lo impone!) ma pensaci bene: perché mai usare quell’espressione che di solito si presta solo ai VIP?

Infatti capita che personaggi o realtà famose siano vittime del fenomeno di “cloning” dei profili. Sto cioè parlando di gente che si registra usando il loro nome, con tanto anche di uso abusivo di foto profilo “arrubbata”. Di solito si tratta di malintenzionati che provano a spacciarsi per loro per sfruttarne la popolarità e la buona reputazione per i propri sporchi fini.

In tal caso l’uso del termine “official” può essere un modo, magari non infallibile ma sicuramente utile, per difendersi.

Per comunicare o rimarcare “hey, guardate che sono io l’originale!”.

Non sei un VIP? Lascia perdere!

Quando però il tizio o la tizia di turno adottano l’espressione “official” anche se hanno meno follower di me (quindi molto pochi!) non dimostrano di compiere una mossa intelligente: l’uso di quella espressione crea una piccola, ma comunque sostanziale, barriera alla crescita dell’empatia, quel sentimento alla base della fiducia che chiunque a questo mondo prova a creare nelle relazioni, specialmente sui social.

Gli sconosciuti che leggeranno “official” infatti tenderanno d’istinto a pensare che si tratti del profilo di un VIP.

Ma appena sarà palese che non è così, lo interpreteranno come un difetto di comunicazione, come “incoerenza”. Avvertiranno un flag negativo che aumenterà le chance che voltino i tacchi verso altre mete digitali.

È quello che si vuole? Decisamente no.

Anche se sono fiducioso che tu non sei tra chi ha scelto di usare quell’espressione non avendone i requisiti, voglio comunque lanciarti un monito.

Se il tuo intento è distinguerti, a meno che tu non sia popolare come George Clooney o Madonna, evita “official” come la peste.

I modi per distinguersi, cioè esprimere la propria unicità, sono ben altri!

D’altronde non è il sottoscritto ma la credibilità del tuo personal branding che te lo chiede.

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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