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Cosa ha a che fare il Capo dei Capi con Riccardo Scandellari?

Aspetta… come “chi è Riccardo Scandellari?”.

A quest’ultima domanda ti rispondo subito: è una web (marketing) star!

Si, lo so, non è uno famoso come Favij, Aranzulla o Chiara Ferragni, per cui non sentirti in colpa se per caso ancora non lo conosci. Però sappi che sebbene dai personaggi nominati si distingua per molti meno like, Skande (il fighissimo nickname che si porta dietro da bambino) non è di certo inferiore per capacità di comunicare!

Si, perché Scandellari è un riferimento assoluto in Italia nel marketing digitale, in particolare per il personal branding (esatto, proprio quel settore che mi piace un sacco e di cui parlo in molti dei miei post): è coach, consulente, giornalista e scrittore di alcuni dei più importanti manuali sul branding. Il suo blog skande.com è tra i più seguiti del settore. Insomma, per me, Riccardo è un punto di riferimento, anzi, di più: un mentore!

Ritorno ora alla prima domanda: cosa ha a che fare Skande con Totò Riina, cioè il capo di Cosa Nostra? Apparentemente nulla, tranne il fatto che Riccardo proprio ieri, venerdì 17 novembre 2017, giorno della morte di Totò Riina, è giunto in Sicilia per la prima volta per un incontro/workshop che ho seguito a Palermo.

Proprio ieri c’era una “strana e positiva vibrazione” in Sicilia. Si, lo so, la morte di qualcuno, in generale, non dovrebbe mai e poi mai innescare sentimenti di gioia o di soddisfazione. Però, senza entrare troppo nel merito della questione, è innegabile che ieri in Sicilia la scomparsa del Capo dei Capi, assassino mai pentito di tanta gente onesta, abbia rappresentato una ventata di aria fresca, come fosse una piccola spinta per aiutare la Sicilia a volere, e potere, finalmente “voltar pagina”. Insomma uno di quei giorni della vita di una Nazione, ma sopratutto di una Regione, che si ricorderà negli anni a venire!

Questo sentimento di riscatto da parte degli onesti di oggi, cioè la speranza o l’idea di volere lasciarsi alle spalle tanti decenni così neri, si sposa perfettamente, manco a farlo apposta, con l’arrivo in Sicilia di un mago dell’innovazione e della modernità qual è, appunto, Scandellari.

Sarò un po’ di parte, vista la mia professione, ma per me l’arrivo di un personaggio del genere in Sicilia è più utile dell’arrivo di un Presidente della Repubblica o di un Presidente del Consiglio.

Il motivo è che, ed il caso vuole che sia argomento centrale proprio del personal branding di cui Scandellari è notevole esperto, oggi fama ed autorevolezza possono essere, grazie alla capacità di creare e comunicare valore con la rete, molto più meritati che in passato. Infatti, anche nel workshop di ieri, avvenuto di fronte ad una cinquantina di presenti accorsi presso la sede della casa editrice Flaccovio di Palermo, Scandellari, tra le tante cose utili ed interessanti che ha detto, ha ricordato anche che è molto facile, oggi, ottenere l’attenzione degli altri, ma è molto più difficile mantenerla.

Solo il valore può consentire di mantenere nel tempo l’attenzione, e diventare magari un influencer del proprio settore.

Il personal branding è dunque, e questa è una mia considerazione (che sono certo anche Riccardo appoggerà), è un mezzo straordinario per “farsi valere”, partendo letteralmente da zero. È il mezzo più meritocratico per antonomasia che esiste! “Sfruttare il web a proprio vantaggio” è un modo per esprimere la propria genuina identità, l’unico modo possibile per farsi conoscere e valere. E lo è, a maggior ragione, in Sicilia: terra così fortemente condizionata da agenti interni ed esterni. E dalla Mafia.

È una riflessione, la mia, partorita dalla lucida e sempre completa esposizione di Scandellari che, come lui stesso ha ammesso, appena pochi anni fa era quasi sconosciuto, finché ha iniziato ad esprimersi liberamente (e con competenza) sul suo blog.

Ma è una riflessione nata anche dopo aver assistito a questo incontro in questo giorno così speciale per i Siciliani onesti, ed anche da un’altra strana coincidenza: proprio ieri mi ero fermato con la mia auto davanti al monumento alla strage di Capaci, sull’autostrada che porta da Marsala a Palermo. Una scelta, la mia, non voluta, ma assolutamente casuale: il motivo è stato di essere rimasto imbottigliato in una coda che, per un motivo a me ignoto (forse un’incidente), mi ha costretto a rimanere fermo per parecchi minuti proprio di fronte a quel pilone. Nella mia mente, in quei momenti, ho immaginato il fragore di quel botto. Boom! Proprio oggi che uno degli artefici di quella strage non c’è più e che uno dei professionisti più importanti del rinnovamento italiano è qui tra noi!

In realtà non credo molto a queste cose, alle cosiddette “coincidenze”. Credo, piuttosto, che la gente siciliana, quella onesta, sia stanca di subire e che dovrebbe prendere a pretesto “i giorni simbolo” per iniziare a cambiare in meglio le cose, questa volta senza sottostare a nessun tipo di ricatto o di potere imposto dall’alto.

Quale migliore occasione per farlo applicando il personal branding? Un ottimo inizio per potrebbe essere ad esempio questo libro che consiglio di leggere a tutti i Siciliani (e non solo)!

Grazie quindi a Riccardo per aver, volontariamente, ed anche involontariamente, contribuito nel suo piccolo ad innescare questo nuovo sogno. Da parte mia spero che diventi, anche grazie al personal branding, un magnifico progetto!


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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