(Tempo di lettura 2 minuti)
Sai la differenza tra essere timidi ed essere introversi? Anche se può sembrare, timidezza ed introversione non sono la stessa cosa.
- La prima significa avere paura del giudizio al punto da sentirsi bloccati, o impappinarsi, durante un discorso.
- La seconda invece è un’attitudine che riguarda chi apprezza la solitudine. Ed è una scelta che se consapevole può risultare anche utile (come leggerai più avanti anche nel personal branding).
Essere gravemente timidi quindi può essere un problema mentre essere introversi di solito no: infatti da “animali sociali” quali siamo abbiamo tutti bisogno di socializzare e se non lo facciamo per troppo tempo non ci fa affatto bene.
A differenza dell’essere introversi che non comporta per forza timidezza.
Cioè, per intenderci, chi è introverso non è affatto detto che sia timido. Anzi, in realtà l’introversione può essere considerata una virtù, un segno di sensibilità e creatività.
Stare bene da soli non significa infatti vivere una vita solitaria ma essere in grado di alternare in modo equilibrato momenti di socialità a momenti di solitudine.
Testimonianza
Probabilmente non sai che io stesso un tempo ero timidissimo, di un timido proprio patologico.
Non riuscivo a superare le mie paure, specialmente la paura del giudizio negativo altrui. Mi sembrava di avere sempre gli occhi puntati addosso, una paura che mi bloccava e mi faceva vivere malissimo!
Il tempo ed il lavoro su me stesso per fortuna mi hanno guarito ed oggi non sono più timido: lo so perché non consento più alla paura del giudizio di bloccarmi. Manco pù cazz!
Tuttavia so di essere una persona un po’ introversa. Non saprò mai se è una conseguenza del mio precedente status di timido patologico, ma è una cosa che so, ma anche con cui vivo, anche perché non è mica una malattia, molto serenamente.
So di essere un po’ introverso perché, pur amando stare insieme agli altri (o banalmente anche interagire sui social) sento spesso anche il bisogno di starmene in disparte. Non a caso sono anche molto selettivo con le persone e le amicizie (difficilmente mi lego “troppo” a qualcuno), preferendo legarmi moderatamente invece, ma con più persone (li chiamano “legami deboli”) .
Questo mio carattere, a volte anche rognosetto… ho cercato di valorizzarlo nella mia comunicazione ed ovviamente nel mio personal branding.
Facci caso (non è casuale): non sono estroverso al punto da fare continui video e reel come i veri “estroversi”, quelli sempre sul pezzo, ma non sono neanche chiuso e riservato al punto da scegliere di non metterci la faccia. Di nascondermi come, purtroppo, vedo fare a molti.
Riflessione finale
Non ti ho parlato di me per farmi bello ma solo per riflettere insieme ancora una volta sul fatto di quanto sia importante la consapevolezza di se stessi nell’impostazione di una strategia efficace di personal branding.
Il mio messaggio è che un buon modo per acquisirla può essere proprio quello di cercare di sondare la timidezza e di misurare il nostro livello di introversione o estroversione.
Esserne consapevoli secondo me è importante proprio per scegliere la forma, il canale ed anche la frequenza corretta per i contenuti da usare nella propria comunicazione.
____
E tu? Sono proprio curioso di sapere se sei / ti consideri timido/a o introverso/a. E, se sì, QUANTO.
Inoltre: che ne pensi di tutto ciò in chiave personal branding? Unisciti alla conversazione!