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Il personal branding è una strategia di marketing sempre più scelta non solo dai professionisti ma anche dagli imprenditori per comunicare facendo leva sulla propria persona piuttosto che sul classico branding aziendale.

Per questo motivo capita sempre più spesso che, in funzione di un futuro acquisto, i consumatori cerchino sui motori di ricerca la query “nome cognome” proprio per informarsi su una persona di cui, magari, hanno visto una Ads sui social che li ha incuriositi oppure di cui qualcuno ha parlato loro bene attraverso il più classico dei passaparola.

Lo fanno fondamentalmente per capire, scrutando la loro reputazione, se possono fidarsi o meno.

Cos’è la self search

Per prepararsi a questa ricerca esiste da tempo la pratica denominata “self search” con la quale chi fa personal branding può scoprire quali informazioni che lo riguardano sono disponibili online e, se necessario, adottare misure per proteggere la propria reputazione.

Reputazione, che non smetterò mai di ricordare, non è che la percezione all’esterno del personal branding (con il chiaro auspicio che reputazione e personal branding possano “somigliarsi il più possibile”). Un approfondimento su questa fondamentale differenza la trovi qui.

Ma come si fa una self search efficace?

In questo articolo voglio darti cinque consigli pratici per effettuarla.

1) Scegli il motore di ricerca giusto

Anche se Google è il motore di ricerca più utilizzato al mondo, ed è quindi assolutamente necessario fare self searching soprattutto su questo, è bene ricordare che ci sono anche altri motori di ricerca come Bing (ultimamente rilanciato dalla AI di ChatGPT e con tassi d’utilizzo in costante aumento), Yahoo o DuckDuckGo (famoso per la grande tutela sulla privacy offerta) che possono fornire risultati differenti.

Ma non si tratta solo di motori di ricerca: è utile cercare info su di te anche sui social su cui hai lanciato la tua presenza, come Facebook o Instagram e, soprattutto se sei un B2B, sul social media professionale LinkedIn.

2) Utilizza le parole chiave giuste

La ricerca “nome e cognome” è quella obbligatoria: devi farla!

Tuttavia forse non sai che una efficace self search riguarda anche altre keyword come ad esempio:

  • il tuo “cognome nome” (la versione invertita può generare risultati diversi, eh!)
  • il nome della tua azienda;
  • il tuo indirizzo email;
  • il tuo numero di telefono;
  • il tuo nome di battesimo abbreviato;
  • il tuo nickname / alias / soprannome;
  • il tuo codice fiscale o partita iva;
  • il nomignolo intimo con moglie / marito / fidanzato-a / amante… (sto scherzando, eh!).

Curiosità 1: la mia self search include sia Leo che il mio nome di battesimo Leonardo. Quindi se ti chiami ad esempio Giuseppe, non dimenticare di cercati anche come Beppe, Peppe, Peppino…

Curiosità 2: facendo il self search del mio numero di telefono ho scoperto che era stato inserito erroneamente all’interno di una scheda turistica online che, a sua volta, era stata ripresa da altre schede, cosa che a volte mi portava a ricevere telefonate non gradite. Proprio grazie al “self search numerico” ho potuto segnalare l’errore ai siti in questione evitando che il problema si ampliasse. Domanda: hai mai provato a googlare il tuo numero di telefono? Chissà che non spunti anche nel tuo caso dove non dovrebbe.

3) Controlla le prime pagine dei risultati di ricerca

Le prime pagine dei risultati di ricerca sono le più importanti perché sono quelle che la maggior parte delle persone guarda.

Quindi assicurati di controllare attentamente le prime pagine dei risultati di ricerca e di fare clic su ogni risultato per vedere di cosa si tratta, meglio ancora aprendo i risultati su schede separate per poterle consultare agevolmente in un’unica sessione.

Non dimenticare di fare la ricerca anche su mobile che, a differenza che nella versione desktop suddivisa in pagine, fa uso dell’infinite scrolling.

Ti consiglio di prendere appunti per organizzare gli interventi: cartacei se sei un po’ all’antica, con un bel file excel se come me vivi nel futuro.

Gli interventi correttivi potranno essere fatti da te se ti è possibile (tipicamente agendo sull’headline dei tuoi social media preferiti). Tuttavia di solito è preferibile girare la lista ad un’agenzia o un consulente di personal branding (presente!) che eventualmente coordinerà un SEO.

Se ad esempio esce fuori “un risultato non gradito”, solo un professionista saprà trovare per te un modo per rimuoverlo o modificarlo (anche se, specie se si tratta di recensioni negative, non sarà sempre possibile farlo).

4) Utilizza i filtri di ricerca

Molte volte la self search può restituire molti risultati che non sono pertinenti.

Per evitare di perdere tempo a cercare informazioni irrilevanti utilizza i filtri di ricerca per limitare i risultati alla tipologia di informazioni che ti interessano.

Ad esempio puoi filtrare i risultati per data o per tipo di contenuto.

È molto utile anche filtrare i video.

Come saprai YouTube è profondamente integrato con Google: ne consegue che qualsiasi nuovo video che dovesse contenerti, o addirittura in cui dovesse essere citato il tuo nome e cognome, potrebbe esserti mostrato nella sezione video.

5) Monitora costantemente la tua presenza online

Lo scopo della self search come detto è verificare la tua reputazione online.

Ma visto che l’online è qualcosa di enormemente dinamico, va da sé che non dovrebbe essere fatta solo una volta ma occorrerebbe monitorare costantemente la tua presenza online per assicurarti che non ci siano informazioni inaspettate su di te.

Tra l’altro tieni presente che i motori di ricerca possono aggiornare i risultati di ricerca in qualsiasi momento, per questo è importante vigilare costantemente.

A questo scopo la soluzione migliore è utilizzare un tool professionale di “media listening” come Mention che è in grado in modo molto efficace di tracciare continuamente la rete alla ricerca di info su di te (social post che ti riguardano) dandoti modo di intervenire repentinamente. Un’ottima alternativa, ma sempre a pagamento, è Talkwalker.

Un’alternativa molto meno potente (scandaglia solo il web, non i social) è il classico Google Alert. In questo caso ti basterà inserire le parole chiave (tipicamente il tuo nome e cognome) e riceverai una mail ogni volta che verrà indicizzato un nuovo contenuto che le contiene.

Concludendo

Come avrai intuito una self search efficace non è un gioco da ragazzi ma al contrario richiede un po’ di tempo, impegno e competenze. Va però fatta, non può essere trascurata perché può aiutarti a proteggere la tua reputazione online (che ricorda: è forse la cosa più preziosa soprattutto per chi col “nome e cognome” ci lavora) e così, apportando azioni correttive, evitare spiacevoli sorprese o un decadimento della tua reputazione (alla lunga traducibile in un calo delle vendite).

Certamente puoi iniziare in autonomia la tua self search sin da subito. Ma attenzione: se sceglierai di farti aiutare da una mano professionale che la faccia per te ti sarà molto meno faticosa e ti porterà molti più vantaggi.

Se ti va dammi un cenno ché come consulente di personal branding posso aiutarti alla grande!

Scrivimi pure senza impegno chiedendomi una self search personalizzata dalla mia pagina di contatto oppure rispondi via mail alla mia newsletter.


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)