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Che il “focus” sia fondamentale quando si fa personal branding lo ripeto spesso sul mio blog, sui social e ai miei clienti imprenditori, professionisti e piccole imprese. Io stesso ho trovato giovamento da quando anni fa iniziai a “focalizzarmi” posizionandomi da “consulente di web marketing” ad un più specifico “consulente di personal branding”.

Il focus è importante perché ha una grande valenza pratica.

Le persone infatti spesso cercano qualcuno che gli risolva un problema specifico e quando si imbattono in uno specialista di quel campo tendono a percepirlo come chi è in grado di risolverglielo, preferendolo ai “generici”.

Tuttavia quando si parla di posizionamento, in questo caso di un personal brand, è sbagliato puntare solo sulla specializzazione.

Infatti ormai anche tra specialisti nella stessa nicchia esiste concorrenza, e man mano che i mercati diventano sempre più competitivi, è sempre più agguerrita. Per dire se anni fa imbattersi in un consulente per il personal branding era rarissimo oggi lo è molto meno.

Per fortuna esiste un secondo tipo di posizionamento, a mio parere ancora troppo poco usato, che è quello del posizionamento per “posizione”: un piccolo gioco di parole dove per “posizione” intendo, a differenza del focus che risponde ad una domanda consapevole e razionale, questa volta ad una domanda inconsapevole e irrazionale legata principalmente ai valori, alla “posizione culturale” che si ha come individui nella società.

In sostanza alle opinioni ed al modo di pensare.

Qui il posizionamento non consiste nel dare risposta ad un problema pratico (che attenzione rimane fondamentale) ma nella “qualità della relazione” che si intende avere coi clienti. Una cosa che nell’ottica di attirare chi è già cliente, aumenta i “recurring customer” (i clienti che godendo di un’esperienza soddisfacente ed a tutto tondo tornano nel tempo per ricomprare), con ovvi benefici per il fatturato.

Un esempio pratico: immagina di dover scegliere tra due bravi specialisti, uno che sai avere valori simili ai tuoi (e che di conseguenza ti sta simpatico) ed uno di cui non conosci nulla se non che è solo bravo. Chi sceglieresti? Il primo, no?

Anche per questo oggi è così importante fare personal branding: perché oltre alle competenze, consente di comunicare la propria posizione sociale.

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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