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La parola “agenda” di solito ci ricorda un calendario. In effetti è la prima voce nel Garzanti. Tuttavia molti ignorano che è una parola latina, precisamente il gerundio del verbo fare.

Agenda: cose da fare

Personalmente penso che quel significato ampio sia il più importante. Agenda per me è “preparazione alla missione”, le cose da fare per mirare l’obiettivo maestro, un essenziale strumento strategico di branding.

Oggi faccio il prof ma lo dico col senno di poi: ai tempi scegliere la mia missione non è stato affatto strategico.

Altro che agenda!

Se un tempo mi avessi chiesto “che farai nella vita?” avrei risposto “e che minchia ne so!” ed avrei continuato a deprimermi girando in tondo senza una direzione.

Il mio focus e che nella vita sarei stato “the brand maker” l’ho capito solo dopo i trent’anni.

Come? Ricordandomi una cosa a cui spesso non si pensa: l’atto di creare mi ha sempre procurato gioia a vagonate.

Per dire, da bambino giocavo tanto coi Lego, passavo ore a costruire case, macchine, ghigliottine (scherzo, dai!) con quei magnifici mattoncini.

E quando negli ’80 iniziai a digitare codice Basic nel mitico Commodore Vic-20, poi nel C-64 e poi nei ’90 col “Deluxe Paint” dell’Amiga, i pixel presero il loro posto.

Gli strumenti erano cambiati ma non la missione: creare gioendo e gioire creando.

Ma solo molto più tardi (e lunghi periodi di smarrimento, purtroppo) ho capito il motivo più profondo per cui tendevo inconsapevolmente a rispettare quell’agenda: creare gioia non solo per me ma anche per gli altri. Un’idea altruistica evolutasi da consulente di personal branding: oggi aiuto le persone a trovare la loro strada, a realizzarsi gioendo. Ed indirettamente anch’io.

Oggi so anche che quello era esattamente il mio “purpose”. Italicamente parlando il mio “scopo” o “perché”. Uno stato mentale ed un concetto di cui nell’ultimo anno ho parlato tanto nel mio blog e che può agire come un booster della motivazione. Ma solo ad una condizione: che sia consapevolizzato!

Infatti per me tutto è cambiato in meglio quando il mio perché (che c’è sempre stato, ce l’hanno tutti, eh!) l’ho capito e scritto in agenda.

Ed ora… question time!

A parte il piano editoriale, l’elenco dei prospect più interessanti e della cancelleria da comprare per l’ufficio, tu lo hai scritto chiaro e tondo in agenda il tuo perché?

Ovvero: quando prendi nota ogni giorno nel tuo diario di lavoro delle cose da fare questa settimana o questo mese, tieni sempre conto dello scopo sociale e personale che ti ha spinto inconsapevolmente a scegliere di essere chi sei?

Parliamone

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(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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