(Tempo di lettura 6 minuti)
Qualsiasi cosa si pubblichi sui social, dal noiosissimo “buongiorno kaffeee?” al più interessante ed utile contenuto di valore che riguarda la professione, è utilissimo interrogarsi riguardo a COME il pubblico lo percepisce. Il fatto di interrogarsi su questi aspetti è importantissimo perché riguarda una cosa che spesso si sottovaluta ed invece è fondamentale:
Lo studio più profondo (dove per più profondo si intende dal punto emotivo e non solo razionale) dei bisogni del proprio pubblico. Interrogarsi significa analizzare i dati dal punto di vista qualitativo nell’ottica di migliorare i propri contenuti, e di riflesso la propria comunicazione, facendo meglio personal branding.
Le situazioni legate alle “percezioni” che questo ha nei contenuti sui social (ed indirettamente in chi li crea e diffonde) sono molteplici ma semplificando ne ho individuate 8.
Si tratta di “comportamenti e situazioni fondamentali” in cui in sostanza si può trovare il pubblico di riferimento quando si pubblicano contenuti sui social e seguono in maggioranza il “sacro filo conduttore” della costruzione della fiducia. Per rendere questa lista più user-friendly ne ho fatto anche una “gallery” che metto qui sotto (quella su Instagram):
la gallery dal mio Instagram: https://www.instagram.com/p/Cd5xHqbqzSl/
Ed in questo articolo provo anche a spiegarle:
1) Non ti vedono
A volte non ci si pensa (scommetto che anche a te almeno una volta avranno detto “per forza che hai visto il mio post, stai sempre sui social tu!”) ma la social A.I. mostra i nostri post solo ad una parte (ad esempio su Facebook intorno al 5%) dei nostri amici, follower e contatti.
Questo significa che per mostrarla a più persone, oltre ad aumentare il numero di contatti, occorre curare tantissimo la qualità e la rilevanza del contenuto, anche se la cosa migliore sarebbe fare le “Ads” (campagne a pagamento). Il top, ma difficilissimo, sarebbe creare “contenuti virali” cioè che siano condivisi spontaneamente da molte persone in modo da far crescere la reach in maniera esponenziale. Senza contare che in tal caso la social A.I. lo “capisce” e ne aumenta ulteriormente la reach organica.
2) Ti ignorano
Questo è ciò che di solito accade quando il tuo post non cattura l’attenzione. Può dipendere da un titolo troppo “piatto” o poco calzante, da un’immagine sbagliata o che non c’è (sai che i famosi “muri di testo”, specie quelli senza formattazione ed interlinea, sono attraenti come un calcio in bocca?). Oppure da un formato che il social non ama particolarmente come quelli che portano l’utente ad uscire dal social (Meta, Microsoft, ecc… vogliono che gli utenti rimangano dentro i vari Facebook, Instagram, Linkedin e compagnia bella, per questo sarebbe meglio evitare i link o i video non nativi).
Attenzione però a non fraintendere: farsi notare usando immagini forti o testi allarmistici o addirittura inventando o riportando inesattezze o fake news clamorose è un’arma a doppio taglio perché se da un lato creano attenzione dall’altro la mancata coerenza tra forma e contenuto alla lunga danneggia la reputazione (e nei casi meno gravi rischia di fare “tanto rumore per nulla”).
3) Ti salutano
Capita che persone che ti conoscono ma che non hanno reale interesse nel tuo post (ed infatti probabilmente leggono a stento il titolo) ti mettano comunque il “like”.
Perché lo fanno? Per educazione e magari anche perché gli stai simpatico o simpatica. Ci sta.
Però attenzione perché se queste persone sono in target il fatto che non fruiscano del contenuto potrebbe essere indice di un problema. In tal caso forse è meglio chiedersi se il post sia sufficientemente valido. Però è anche vero che magari il post lo ha letto e gradito ma che non interagisce per altri motivi (potrebbe trattarsi di un caso particolare, con l’aggiunta del “saluto”, di cui parlerò nel punto 5).
4) Ti usano
Purtroppo molte persone fruiscono dei contenuti senza mostrare un minimo di riconoscenza. Altri addirittura ne abusano ad esempio facendo copia e incolla nei loro post, senza citare l’autore e spacciandoli per propri.
Dicono che quello di esporsi a iene ed avvoltoi sia il prezzo di pagare quando si è bravi. Lo penso anch’io, ma fino ad un certo punto: bisognerebbe agire per vie legali nei casi più gravi perché questi comportamenti se reiterati rischiano, creando confusione nel pubblico, di danneggiarci. Ché poi io dico sempre: buoni sì, ma fessi no!
5) Ti stimano
Ci sono poi quelli che apprezzano i tuoi post, che li trovano utili, ma che non reagiscono affatto neanche lasciando un like, ma a differenza del punto precedente senza essere in malafede.
Spesso sono quelli di cui ignoravi l’esistenza (oppure conosci ma non credevi fossero ancora vivi) e ti scrivono o chiamano spuntando dal nulla dicendoti “ciao, piacere… ti seguo ed apprezzo da anni, puoi aiutarmi con…?” cioè in pratica dando il là a vendite o collaborazioni remunerate.
Personalmente di utenti social che agiscono così, probabilmente perché non vogliono esporsi pubblicamente nei confronti dei loro concorrenti o semplicemente perché non vogliono lasciar intendere di aver bisogno di aiuto (sì, c’è anche una componente d’orgoglio in tutto ciò), me ne capitano moltissimi (sono la maggior parte!) ed ogni volta è una sorpresa gradita. Ed infatti quelli che ti fanno capire che per mesi o addirittura anni ti hanno seguito, letto ed apprezzato personalmente li adoro!
6) Ti ringraziano
Qui alziamo ancora di più il “livello” di fiducia e riconoscenza. Esiste una minoranza di persone che fruiscono ed apprezzano i contenuti e che… te lo dicono!
Alcuni in privato, e va bene, ma il top è in pubblico, commentando i post stessi, creando la tua community, spiegando che gli è stato utile e ringraziando. Questi utenti costituiscono buona parte della “benzina” per i creator perché mostrando il loro consenso rincuorano e ricambiano per buona parte del tempo e dell’impegno necessari per creare contenuti di valore.
Sono persone da tenere sempre in grande considerazione e, se anche loro producono contenuti di valore, fare altrettanto sui loro canali.
7) Ti adorano
Il livello di stima e fiducia sale ancora: quando le persone arrivano a reagire commentando e condividendo i tuoi post significa che per loro dire “grazie” non è sufficiente ma sentono il bisogno di dimostrartela, la riconoscenza. La condivisione di contenuti di valore che lavorano sulla sfera razionale, a differenza di quelli che lavorano superficialmente sull’istinto, è un gesto bellissimo e gratuito, è per l’autore una prova di stima profonda, è l’essenza del web stesso, se ci pensiamo, che sul significato del “link” ha fondato il suo spirito libero originario.
Ma per riuscire ad arrivare a questo “livello” serve, come leggerai anche nell’ultimo punto, la capacità e la volontà (ed il coraggio, che non è proprio da tutti) di raccontarsi in modo naturale ed umano.
8) Ti contattano
Riuscire a farsi contattare per diventare clienti grazie ai social è l’apice di un percorso bellissimo che riguarda la costruzione della fiducia e che sfocia molte volte in modo naturale in possibili nuove frequentazioni e collaborazioni.
Ad esempio il mio amico e collega Franco Nicosia, che non smetterò di ringraziare perché se oggi mi occupo di marketing è anche grazie ai suoi insegnamenti ispiranti, dice sempre:
Per farsi adorare bisogna raccontarsi diventando memorabili, e per essere memorabili, come insegna la poetessa Maya Angelou, bisogna costruire relazioni che sappiano stimolare l’intelligenza emotiva, facendo trapelare nei contenuti non solo cosa si fa ma anche chi si è. D’altronde era lei che saggiamente scriveva che le persone dimenticano cosa dici e fai ma non dimenticano come le fai sentire.
____________
E tu, che ne pensi? Come reagisci a questo mio articolo? Mi piacerebbe molto che me lo dicessi direttamente, sui miei social o con un messaggio privato (potrebbe anche bastarmi un numero da 1 a 8).
Ma la vera domanda è: ti sei mai chiesto o chiesta come reagiscono i tuoi contatti sui social ai tuoi post? Hai provato ad analizzarli dal punto di vista qualitativo, andando “oltre” le solite “classifiche a chi c’ha più like” che francamente lasciano il tempo che trovano?
Personalmente credo che le interazioni (ma anche le mancate interazioni) possano dirci moltissimo di come vengono percepiti i nostri contenuti e conseguentemente come veniamo percepiti noi stessi visto che siamo fatti anche di contenuti.
Il personal branding, ricordo, riguarda proprio l’analisi, la definizione e costruzione di questa percezione che, se ci pensi bene, è la base della fiducia, e questa a sua volta è la base per qualsiasi vendita o collaborazione professionale.
D’altronde ti fideresti di qualcuno o qualcuna di cui non hai prima di tutto una chiara percezione ed una buona reputazione?
Se ti va, confrontiamoci. Ché chissà, magari riesco anche a darti un piccolo contributo per migliorare la percezione che il tuo pubblico ha di te e dei tuoi contenuti.
Per migliorare, cioè, il tuo personal branding.