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Questa è una frase della conduttrice televisiva americana Oprah Winfrey di cui ieri causalmente ho visto un video su Facebook.
In questo video si raccontava di quando negli anni 90, durante uno dei suoi talk show, si ritrovò a moderare in diretta le frasi fortemente razziste di un gruppo di teste rasate di estrema destra. Uno di questi addirittura si rivolse a lei chiamandola “scimmia”. In tutta risposta lei cercò, con delle domande mirate, di ridicolizzarli, tuttavia si rese presto conto di non riuscirci: in realtà dando loro enorme visibilità in nome di un liberismo esasperato li fece passare dal parte della ragione.
Dopo quella pessima esperienza che non le fece risparmiare aspre critiche decise che mai più avrebbe consentito che ideologie negative come quelle potessero avere spazio nei suoi programmi. Inoltre si pose l’obiettivo di trasformare quella che era una semplice professione, quella di anchor-woman – in una vera missione. Così iniziò a comunicare in modo più sano e giusto, dando sempre più spazio ai sofferenti ed a dedicarsi ad opere di solidarietà sociale.
Come questa breve storia insegna, in effetti cos’è il successo se non riuscire a trasformare una passione in una missione attraverso la condivisione dei propri valori positivi? Prima di allora Oprah era già famosa, ma il successo arrivò dopo questo cambio di rotta.
Penso che confrontarci sul significato di “successo” possa aiutare a raggiungerlo. Che ne pensi? Fammelo sapere rispondendo alla newsletter o sui miei social.
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