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La crisi sanitaria ed economica legata al Covid-19, che nel momento in cui scrivo purtroppo ancora viete vittime in ogni dove, tende a distruggere il nostro stato emotivo: è constatabile dalle parole dei familiari, reclusi come noi tra le quattro mura domestiche, o degli amici e colleghi con cui interagiamo giornalmente sui social.

I casi di depressione ed ansia in costante aumento ci spingono facilmente anche a credere che i tempi che stiamo vivendo non siano affatto buoni per avviare un nuovo business, includendo nella “lista delle attività da evitare” anche qualsiasi processo di personal branding.

Non è così

La verità è del tutto diversa: storicamente è proprio nei momenti di crisi che, in risposta al fiorire consequenziale ad ogni crisi di nuove opportunità, sono nate grandi idee, grandi brand e grandi aziende. E con essi, se è vero che le aziende sono fatte da persone, sono nate anche grandi marche personali.

In effetti, se da un lato questi tempi bui ci tolgono molto dal punto di vista materiale e ci privano dell’importante contatto fisico, dall’altro ci danno la possibilità di dialogare tramite la rete molto di più e meglio di prima. E se vogliamo non solo con gli altri, ma anche con noi stessi.

Stiamo vivendo tempi di profonda riflessione, in cui molti di noi, sebbene purtroppo una netta minoranza, ci siamo fermati a riflettere sui valori della vita imparando a godere delle cose essenziali. Che sono poi anche le più importanti.

Abbiamo compreso, in modo spontaneo e naturale, le nostre priorità umane, imparando a riconoscere molto meglio di prima le persone a noi più simili rispetto a quelle diverse, spesso prendendo la decisione (a volte saggia, a volte meno) oggi facilitata dal mezzo tecnologico, di avvicinarci alle prime ed allontanarci dalle seconde.

Capire il nostro scopo nel mondo

Della necessità di comprenderci e comprendere con maggiore consapevolezza il micro e macro mondo che ci circonda, ne parlavo proprio pochi giorni fa con il consulente aziendale nonché amico più che decennale Franco Nicosia nell’ultima delle mie live (che puoi rivedere qui) sul mio gruppo Imprenditore Vero dedicata al tema della “mission personale”: la frase che dovrebbe spiegare (soprattutto a noi stessi) i nostri obiettivi valoriali a breve termine.

Proprio da questa chiacchierata è nata la mia riflessione odierna: partire, specialmente in questa fase storica, da una buona mission personale è assolutamente “rivelante” perché in grado di dare il là sia ad un autentico processo non solo di cambiamento ma anche di personal branding.

Nel primo caso in termini di rivelata o accresciuta consapevolezza di chi siamo veramente e di cosa vogliamo dalla vita personale e lavorativa. Sto parlando dello “scopo” o come dicono gli ammerrricani la “reason why”, quel “quid” che ci spinge ad alzarci dal letto la mattina.

Nel secondo caso in termini di comunicazione in quanto, a mio parere, la mission personale può rilevarsi un importante spunto per rendere il nostro storytelling più efficace.

Decidere di comunicarlo ora, senza rimandare

Infatti se la mission rappresenta i nostri obiettivi interiori, la sua rivelazione al mondo si traduce nella rivelazione anche dei nostri valori, avvicinando a noi chi li condivide. Si tratta di un fattore di posizionamento da non sottovalutare.

Ecco perché questi tempi sono paradossalmente i migliori per iniziare a comunicare bene il tuo personal brand.

Già perché, visto che probabilmente non lo sai, un personal brand tu ce l’hai già visto che ce lo abbiamo tutti, semmai è il personal branding “con la ing form” che ti è sempre mancato.

Dunque decidi finalmente di colmare questa mancanza, mettendo sul serio la faccia in tutto quello che fai e che dici.

Metterci la faccia non significa farsi i selfie, ma ben altro: significa decidere di fare leva su una ritrovata consapevolezza e fiducia in te stesso, a maggior ragione che il mondo del lavoro è ancor più imbrigliato da questa gigantesca impossibilità o limitazione ad assumere secondo i vecchi canoni del posto fisso. Metterci la faccia significa raccontare al mondo il tuo scopo di vita.

E poi, in concreto, il lavoro devi attrarlo, non cercarlo, e per riuscirci devi fare leva proprio sul tuo personal branding.

Ricorda che la tua marca personale ti dona un’identità unica, distinguendoti in modo autentico da tutti gli altri ed in tutti gli aspetti della tua vita, non solo sul lavoro. Ricorda che il tuo personal branding ti consente di costruire resilienza, assumendo una prospettiva reazionaria.

In questo modo ti autorizza, di fatto, ad avere successo. Anche in tempi di crisi.


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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