(Tempo di lettura 4 minuti)

Chiudi gli occhi ed immagina:

Un robottino ti sveglia la mattina con il tuo brano preferito, e poi dolcemente ti invita ad alzarti. Allora lasci che sia lui a consigliarti cosa metterti, e mentre lo fa proietta sulla parete le ultime notizie ed il meteo. Un altro robottino ti prepara la colazione e, mentre la consumi, ti ricorda gli impegni della giornata. Esci in macchina. Questa ti porta (essendo a guida autonoma) ad una partita di golf con gli amici. In effetti avresti potuto giocarla in live da casa con il tuo visore di realtà virtuale, ma tu sei un tradizionalista, e allora decidi di spassartela con loro tutto il giorno alla vecchia maniera. In serata il tuo robottino, a casa, ti fa un report accurato della tua giornata lavorativa. Una giornata lavorativa svolta dalle macchine, senza di te. Ora ti basterà dedicare poco tempo per impartire le istruzioni successive: sono le idee strategico/creative che hai pensato per far fatturare la tua azienda anche il giorno dopo.

No, non è un brano tratto da un racconto di fantascienza di Asimov, nè una previsione del futuro, ma lo scenario del lavoro moderno già oggi, nel 2018.

Sì, perché innovazioni tecnologiche come i robot dotati di intelligenza artificiale, le auto a guida autonoma, i visori di realtà virtuale e, soprattutto, la possibilità di lavorare poche ore al giorno, dedicandoti solo alle questioni che le macchine non possono eseguire, sono già realtà!

Un processo irreversibile

Da qualche tempo si è innescato un processo irreversibile che prevede, di fatto, la scomparsa (o quasi) del lavoro. La verità da tenere fortemente in considerazione è che il lavoro come lo conosciamo oggi, quello che richiede una ripetitività rimpiazzabile dalle macchine e dai computer, non esisterà più!

E se pensi che tutto questo sarà normale solo tra parecchi anni, ti sbagli.

Solo vent’anni fa immaginavamo che oggi avremmo fondato la nostra vita personale e professionale sulla costante presenza sul web? Da addetto ai lavori ti dico che mi aspettavo che il web sarebbe stato importante, sì. Ma non di certo che avrebbe condizionato il nostro stile di vita così pesantemente. Ed invece è successo. E succederà ancora e ancora.

Il lavoro sparirà

Il sogno dell’omino del futuro è tutt’altro che immaginario, ma concreto, ed il suo sarà presto l’unico lavoro concepibile. Tutti gli altri lavori non esisteranno più.

Come accennavo, il “concetto di lavoro” è già cambiato, e cambierà ancora e ancora, divenendo attività umana solo in ambito creativo e decisionale: quello cioè che ancora oggi un software non può replicare. È proprio su questa premessa che uno studio rivela che i bambini che oggi entrano all’asilo quando avranno finito il percorso di studi (quindi mettiamo tra circa 2 decenni) per il 70% faranno un lavoro che oggi ancora non esiste.

A mio avviso questa visione è persino ottimistica: quella percentuale potrebbe essere superiore o, peggio, coincidente con quella dei disoccupati senza alcun reddito.

Se è vero infatti che noi italiani siamo poco preparati in tema di economia digitale e se a questo aggiungiamo, complice anche il clima e la cultura, che siamo tendenzialmente amanti dell’ozio (per non parlare dei siciliani, categoria a cui appartengo), penso che non sarà facile, di questo passo, ritrovarci con tassi di disoccupazione ancora più alti.

D’altronde purtroppo la tendenza è quella: solo in Sicilia 20.000 giovani ogni anno emigrano in luoghi dove ancora qualcuno è disposto ad assumerli anziché rimanere per combattere.

E tu? Scappi… o combatti?

Se per tua inclinazione e preparazione preferisci ambire all’assunzione in azienda, magari del nord o all’estero, spiace dirti che benché la tua scelta possa essere condivisibile nel breve periodo, non lo sarà forse nel medio e lungo. Le aziende stesse, ovunque nel mondo, tenderanno sempre più a stipulare rapporti non vincolanti, inquadrando i dipendenti come collaboratori esterni più che interni. Tradotto: il mercato del lavoro sarà sempre più flessibile, e pertanto richiederà il possesso di partita iva.

La tua vita personale e professionale sarà sempre più in rete, ancora più che adesso, e sulla scia del boom dello smartworking conterà sempre più il COME rispetto al DOVE. Cambiare città o nazione per lavorare avrà sempre meno senso.

Tutto questo sta dunque mettendoti di fronte ad una scelta ben precisa: quella di sviluppare già da ora la tua attività ed il tuo brand. Che deve essere, per i motivi già esposti, necessariamente personale. E senza bisogno di lasciare la tua terra: puoi farlo rimanendo dove sei!

Insomma che tu sia inoccupato, disoccupato o già nel mondo del lavoro come collaboratore a partita iva, non puoi fare altro che iniziare, se ancora non l’hai fatto, a concentrarti su te stesso, qualsiasi sia il tuo ambito. Per riuscirci, prima di tutto dovrai innescare o potenziare ancor di più un processo di crescita personale, ed in secondo luogo interessarti a determinate strategie e tattiche di business che potranno decisamente aiutarti nello sviluppo e nel potenziamento di un nuovo lavoro autonomo.

Perché, di fatto, in un futuro non troppo remoto tutti i dipendenti, o quasi, verranno rimpiazzati dalle macchine e solo i ruoli creativi e dirigenziali (collocati non necessariamente in un’organizzazione ma più banalmente inquadrati come ditte individuali), potranno accedere e godere del futuro mondo del lavoro.

Tutto ciò conferma l’importanza del personal branding, l’approccio di marketing in cui sono specializzato (contattami pure qui per qualsiasi dubbio!) che ti aiuta a uscire dalla logica della ruota del criceto per costruire il tuo brand di successo.

Ecco perché devi adottarlo oggi stesso!

Concentrarti dunque sulle tue potenzialità, inclinazioni, passioni e competenze e poi avvia un processo di marketing basato sul personal branding: la promozione non autoreferenziale delle tue qualità e capacità non emulabili neanche dal più evoluto dei software.

È questa, oggi, l’unica chiave per non rischiare di trovarti un giorno disoccupato e poter vivere il tuo lavoro in modo spensierato.

Un po’ come l’omino del futuro.


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)