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Per circa una settimana non ho scritto sul mio blog per un buon motivo: sono stato totalmente coinvolto dall’evento di marketing emozionale &LoveStory, la prima edizione veronese, a cui ho partecipato in presenza, di questo nuovo “format formativo” (concedetemi il giuoco di parole!) a cura del top brand builder Salvatore Russo e del suo team.
Come immaginavo le mie aspettative, che avendo a che fare sui social con Salvatore da anni erano altissime, non sono state tradite: si è dimostrato anche questa volta un autentico funambolo dell’innovazione e della creatività, oltre che un professionista con la L (di Love) maiuscola. E se dico love è perché fa proprio del marketing emozionale il suo cavallo di battaglia, così da essersi posizionato in questi anni come il numero 1 in Italia in questo “campo”.
Certo, quando parliamo di marketing emozionale forse parliamo di una piccola forzatura, di un piccolo abuso.
In realtà ormai dovremmo parlare di marketing e basta, e questo perché il marketing non è più, come fino a circa 15/20 anni fa, quel mezzo per vendere meglio e di più, ma quel mezzo per creare e mantenere buone relazioni, che è lo step precedente, ma essenziale, per poter rendere la vendita un fatto naturale, uno scambio di valore basato sulla fiducia non tanto tra azienda e cliente ma tra persona e persona. Cioè in pratica oggi un marketing incapace di emozionare non è neanche definibile marketing.
Solo che di questa cosa, di questo “trend” che poi non è un trend perché i trend finiscono mentre il marketing emozionale (come l’ammmoree vero) dura per sempre, a parte gli addetti ai lavori e pochi imprenditori non se n’è ancora accorto nessuno.
Ed è per questo che eventi come &LoveStory sono importantissimi!
Salvatore nel fare divulgazione di questo tipo d’altronde è bravissimo, una fonte di ispirazione anche per me e per molti altri colleghi che, come lui, fanno branding e non solo. E poi con quella barba, quel look e quella parlantina schietta e divertente (davvero, se capiti per caso su questo articolo e non lo conosci, conoscilo!), beh ma chi non vorrebbe mai avercelo come amico/punto di riferimento nel business? Non so voi, ma io sì, e me lo tengo stretto forte forte. Anzi di più… forte forte forte forte forte forte crack (cit)!
Con il fantastico showman… ehm… brand builder Salvatore Russo (se lo cercate sui social è quello con lo sfondo giallo nella foto profilo, eh?)
Da https://www.instagram.com/p/CbSFnHgqkGv/
Grazie!
Ecco, quindi la prima cosa che mi viene da dire anche se ormai a freddo è “grazie” a:
- Proprio lui, tra i pochi Salvatore Russo con la fedina immacolata.
- Giulia Bezzi, esperta SEO anche lei tra i top in Italia e di cui parlerò tra poco, che lo accompagna ormai da anni in questo viaggio istruttivo ed emozionante.
- I loro tanti collaboratori che hanno reso &LoveStory l’evento perfetto dove “cibarsi” di buonissimi contenuti di marketing emozionale e, soprattutto, stare vicini, parlarsi, guardarsi negli occhi, abbracciarsi (finalmente!) e far nascere nuove amicizie e collaborazioni.
Salvatore e Giulia tra l’altro (e ne vado parecchio fiero) li ho intervistati durante questi due anni “terribili per il mondo degli eventi tradizionali” nel mio social format dedicato alla crescita e alla marca personale Imprenditore Vero. Con Salvatore abbiamo parlato, OVVIAMENTE, di marketing emozionale. Ti consiglio di vederci ed ascoltarci a questo link, ché n’è venuto fuori un video formativo di estremo valore.
Link all’intervista: https://youtu.be/BZ9hB3DoC2w
Invece con Giulia, sempre sul mio “Imprenditore Vero”, ho parlato di integrazione femminile nel mondo del lavoro, un tema a cui tiene tantissimo al punto da aver messo su una community bellissima, di nome Le Rosa (ne parla nel sito “Seospirito” esattamente qui), che aiuta le donne a rendersi indipendenti grazie al digital.
Qualcosa di fenomenale, talmente fenomenale da aver catturato l’attenzione di una investitrice (Elisabetta Zichella, A.D. di Hdemy Group srl) che ha comunicato, prima della chiusura dell’evento, la decisione di investire 100 mila euro nel suo progetto. Giulia, congratulazioni!
Qui con la dispensatrice seriale di abbracci Giulia Bezzi, SEO Specialist ed imprenditrice. Se ti va di vederci ed ascoltarci mentre parliamo di questi temi importantissimi, ci trovi qui:
Link all’intervista: https://youtu.be/cmKqB5PBOnk
A tutto ciò si è aggiunto, ovviamente, l’essermi ricordato che quando si partecipa ad un evento dal vivo la differenza con l’online si nota eccome! Se poi l’evento è pieno di spunti di valore altissimo, roba che le 100 euro di biglietto sono bazzecole in confronto a quello che ricevi in cambio (che poi questa cosa corrisponde alla definizione di “brand che funziona”), beh… bingo!
L’ho apprezzato proprio tanto perché la mia partecipazione è avvenuta dopo ben 2 anni e 2 mesi dall’ultima volta che sono stato al nord. Nelle ultime 100 ore sono stato anche a Milano, la metropoli che ho adottato e mi ha adottato già diversi anni fa avendoci comprato e ristrutturato con le mie manine e non pochi sacrifici una casetta.
Cosa ho fatto a Milano? Beh alcune cose un po’ top secret legate al mio lavoro di consulente di personal branding, ma anche una cosa a cui tenevo tanto: rivedere il mio vecchio amico inglese Robert Dennis, anche lui da grande professionista (è tra i maggiori prof di Business English in Italia!) tra i protagonisti del mio Imprenditore Vero (puoi vedere l’intervista fattagli mesi fa qui).
Però questa volta il centro nevralgico del networking in salsa “social marketing” è stato Verona, non Milano: a Verona (città in cui non ero mai stato, bella davvero!), ho conosciuto tantissime persone, in stragrande maggioranza colleghi nel comparto marketing e comunicazione.
In questo articolo voglio ricordare (e presentare) giusto quelli che, durante i lunghi messi di smartworking da lockdown, fino a poco tempo fa conoscevo solo online, includendo anche quelli con cui sono stato più a contatto e che mi hanno regalato almeno una risata o una riflessione (attenzione: mi scuso sin da ora se ho dimenticato qualcuno ma mettere proprio tutti era impossibile).
Paola Ciccarelli
Social media manager laziale (ho intervistato anche lei nei mesi scorsi, trovi l’intervista in cui racconta la sua vita ed il suo brand qui, garantisco che dal vivo è esattamente come in versione online) che ringrazio tanto perché è stata un “hub” di nuovi contatti. Paola mi ha fatto conoscere un bellissimo gruppetto di donne pugliesi: Mariablu Scaringella e Maria Miracapillo.
Mariablu, di professione comunicatrice, mi ha colpito molto per la schiettezza e sensibilità per certi temi a cui tengo molto anch’io. Il suo sito è Mariablu.it.
Maria invece è la co-founder di PostPickr, applicazione di social cross-posting tra le più note e potenti del mercato. Se “smarmellate”, come dice spesso Salvatore Russo, ovvero appunto postate i vostri contenuti su più social, questo tool (www.postpickr.com) potrebbe farvi risparmiare un sacco di tempo. Sono certo che se la contattate dicendole che avete letto questo post vi regalerà un periodo di prova più lungo del solito. Vero Maria?
E poi felicissimo di aver conosciuto Francesco Vergallo, anche lui pugliese, professione phygital specialist e digital manager (e che nella vita fa il papà come me) per le belle e divertenti serate trascorse insieme. Ecco il suo sito: www.francescovergallo.it
Cheers!
Da sinistra: Francesco Vergallo, Mariablu, Maria Miracapillo, Paola Ciccarelli ed il mio brutto faccione.
Da https://www.instagram.com/p/CbPTHHlKRSJ/
Qui invece durante una delle nostre cene (la foto è sfocata purtroppo, il mio cell con poca luce fa foto pietose, ma prometto che rimedierò):
Valentina Carbonera
Un autentico funambolo, un’incessante consiglio e supporto, un’amica. Questa è Valentina Carbonera, detta “la Carbo” o anche “la consulente sorridente” o, ancora e non a caso, #ChiediACarbo.
Una persona fantastica davvero, piena di energia e di voglia di fare ed aiutare. Come avvenuto con Paola, anche in questo caso sono stato felicissimo di averla conosciuta di presenza. E proprio come Paoletta anche “la Vale” ha una forza interiore immensa, a maggior ragione che la sua vita non è stata tutta rosa e fiori (anzi!).
Se ancora non conoscete questa fantastica coach riminese vi invito a farlo subito qui. O quantomeno vedetemi l’intervista che ho fatto tempo fa anche a lei per Imprenditore Vero, la trovate al link dopo l’immagine.
La copertina dell’intervista che le ho fatto tempo fa e che trovi su https://www.imprenditorevero.it/puntate/2021/09/29/fare-consulenza-col-sorriso/
Eva Beccia
Con la social media manager e portavoce della community Le Rosa Eva Beccia (qui il suo Linkedin) nella foto mentre mostra con orgoglio la V di “Value Proposition”, non ho parlato moltissimo purtroppo, ma devo, anzi, voglio ricordarla e salutarla perché si è dimostrata di una gentilezza ed un’ospitalità uniche.
Grazie del drink Eva, a buon rendere! E grazie mille anche al tuo compagno e all’instagrammer in ambito turistico Salvatore Marra per la compagnia negli ultimissimi scampoli del sabato.
Riccardo Scandellari
Per lui, tra gli speaker di &LoveStory, non ho più parole.
A parte che come Salvatore Russo è tra i punti di riferimento in Italia per il personal branding (come dice spesso Salvatore “divoratore di libri” nella bio non ci dovrebbe stare, ma io nella mia “divoratore di libri di Skande” quasi quasi ce la metto lo stesso), Riccardo è un amico che avevo già incontrato in passato (e fattoci anche un articolo, questo qui) con cui condivido, oltre che l’interesse professionale, anche la passione per il gaming (anche con il suo amico Rudy Bandiera, eh?), per tutto ciò che è nerd e la cosa più importante: i valori.
Sono stato stra-felice di parlarci, passeggiandoci insieme per le strade di Verona, di ascoltare i suoi complimenti a me rivolti per il mio modo pazzerello ma anche, sembrerebbe, “valoriale” di comunicare. Un feedback così, detto da lui, beh…. ci sono parole? Come dicevo no, non ci sono.
Insomma una persona e professionista di enorme qualità e, soprattutto, umiltà e coerenza. Perché come ricorda anche Salvatore nel suo libro &LoveStory (che trovi al reflink di Amazon: https://amzn.to/3qpRpd5):
Già, è proprio la coerenza che rende forte un personal brand, così come qualsiasi brand. E lui è coerentissimo nel suo portare avanti, attraverso la comunicazione social e sul suo blog www.skande.com, il suo stile, il suo linguaggio e soprattutto i suoi valori. Chapeau!
Luca La Mesa
A Verona ho fatto una piccola follia, ma ne è valsa davvero la pena: “infiltrarmi” (hihihihi!) nella community di Luca La Mesa partecipando ad una delle sue “famose” cene.
Luca, per i pochi che non lo conoscono, è uno stimato imprenditore ed un grandissimo esperto di social media marketing, con all’attivo collaborazioni con grandissimi brand nazionali ed internazionali. Allora ho preso posto tra i tavoli e fatto networking con lui, con la moglie Giulia Lapertosa e con il gruppo veronese del loro network: persone splendide!
Sì, lo so che tutto ciò, compresi i commenti a Salvatore, Giulia, Paola, Valentina, Riccardo e tutti gli altri sanno tanto di “sviolinata” (per gli amici leccata di… ci siamo capiti) ma non si tratta solo di sensazioni o di opinioni.
Anche in questo caso sono concretezza e coerenza a parlare:
Cosa si può dire ad una coppia di professionisti come Luca e Giulia che hanno aperto una scuola di formazione digitale, di nome Carriere.it, che offre corsi di altissimo livello, roba che “la concorrenza” vende a centinaia o migliaia di euro, con sole 70 euro l’anno?
Infatti appena finito di scrivere e smarmellare questo articolo correrò ad iscrivermici anch’io.
Non a caso Luca e Giulia sono stati sul palco di &LoveStory per raccontare la nascita di Carriere.it perché non si discosta di molto dal valore di fondo dell’evento: la condivisione gratuita del sapere (diciamolo: le poche euro chieste pagano appena le spese), così da poter permettere a tutti, anche ai meno abbienti, di potersi formare ed uscire così dall’immobilismo del mondo del lavoro. Ed il “racconto” come strumento di connessione (mentale) tra le persone, senza però dimenticare l’essere pragmatici, ché con la sola gentilezza non si pagano le bollette.
Beh, trovo che l’idea di regalare formazione sia ottima, oltre che al passo coi tempi: viviamo un’epoca ormai in cui le persone desiderano pagare esperienze, non informazioni (che sono spesso disponibili gratuitamente, ad esempio su Youtube, a meno che non siano personalizzate, ovvero consulenze, in quel caso vanno pagate anche bene se è il caso).
Ed il progetto Carriere.it questo l’ha messo in pratica in un periodo (che stiamo ancora vivendo) in cui molti giovani non hanno i fondi per studiare ed aggiornarsi.
Bravissimi Luca e Giulia. Non vedo l’ora di partecipare di nuovo ad una delle vostre cene magari qui in Sicilia.
Il mio selfone con Luca La Mesa. Avrei voluto farlo anche con Giulia, ma sarà per un’altra volta.
PS: un saluto particolare ai compagni di tavolo, 5 splendidi ragazzi e ragazze che stanno studiando con Luca ed a cui auguro il meglio! E comunque anche a loro dico: stick around!
Andrea Fontana
A proposito di “racconto”, quindi di “storytelling” (che, ricordiamolo sempre, NON è l’arte di raccontare storie ma “comunicare attraverso il racconto”), non posso non menzionare l’incredibile speech di Andrea Fontana proiettato sul palco del &LoveStory di Verona dedicato alla comunicazione in tempi di pandemia e di guerra in cui ha tracciato con poche slide e video un percorso da seguire all’insegna dell’ascolto e della comprensione empatica.
Anche Salvatore Russo lo ha evidenziato, nelle ore successive alla chiusura dell’evento, e sono proprio d’accordo con lui: quello di Andrea è stato un intervento di un’attualità e valore senza pari. Ma niente spoiler: volete vedervelo? Accattatevi il biglietto postumo di &LoveStory che (nel momento in cui scrivo a breve) ci stanno le repliche.
Intanto… Salvatore hai ricevuto il mio iban, vero? Ahhahah!
Amore + condivisione = WOW
Insomma dopo una scorpacciata tale di contenuti sul palco di sabato e alla masterclass di venerdì (anch’essa super-piena in qualità e quantità) e di saluti, strette di mano, abbracci, bocconi, brindisi, battute, consigli e pacche fuori dal palco, forse a questo punto mi chiederai:
Leo, cosa ti porti a casa da questo evento?
Beh, per chi mangia pane e marketing emozionale alternato a pasta con sugo di personal branding da anni come me, mi sono portato a casa un grande… “ripassone”.
Ma attenzione a non fraintendermi…
Quando parlo di “ripassone” intendo proprio la risposta alla necessità sempre più importante per chi fa marketing digitale di tenere sempre viva l’attenzione e concentrare costantemente il focus su determinati temi, come appunto quello dell’uso consapevole del marketing, incluso il neuromarketing (la masterclass è stata incentrata soprattutto su questo, perché capire il funzionamento del cervello è un ottimo modo per capire i bisogni), dei suoi strumenti e del ruolo della comunicazione sociale.
Ovviamente non è stato solo un ripassone, ho imparato tante cose nuove anche, eh? Infatti, per essere ancora più chiaro, per ripassone intendo il concetto, il senso, il significato.
Intendo consapevolezza.
D’altronde quando parlo di “consapevolezza” (l’ho fatto spesso sul mio blog ed in particolare sul finire del mio manuale Amazon “Personal Branding sui Social”) intendo fare della comunicazione strumento di connessione, di relazione, di confronto. Concetti alla fine piuttosto banali, ma che ciò stante vengono spessissimo ignorati anche da molti addetti ai lavori. Ed è per questo che eventi come &LoveStory sono cosa buona e giusta, perché anche se possono essere in buona parte per alcuni un “ripassone” di cose già lette o sentite, sono comunque un’ENORME RISORSA per tutti, dal cuggggino più imbranato a Philip Kotler in persona: roba in grado, grazie anche alla capacità di ispirare, di “accendere la luce” su un business magari spento da tempo.
Insomma cosa mi porto a casa?
&LoveStory mi ha ricordato che la buona comunicazione (ed il business che non può farne a meno) oggi anche in ottica fatturato non può fare a meno di due cose: amore e condivisione.
Amore nel senso di cura del prossimo, delle sue esigenze e problemi, anche a costo di non essere ricambiati per nulla o da pochissimi, a costo di dover aspettare mesi o anni per vedere i frutti di questa scelta. Una scelta che, dopo aver guardato e riflettuto sui dati, deve farsi strategia di web marketing, è giusto ricordarlo, e che quando si fa branding, veicolando valori, non affatto è a breve termine.
Una scelta che richiede un impegno sociale non solo a parole ma anche nei fatti.
Salvatore ha giustamente ricordato, anche se con altre parole, che l’amore non è un cuoricino rosso pulsante, non è “buono fine a se stesso” o, peggio, buonismo, ma è essere buoni attraverso un aiuto concreto.
La coerenza di cui ho già parlato citando il buon Riccardo.
E poi c’è la condivisione, un concetto che Salvatore ha fantasticamente spiegato all’inizio del suo evento mostrando alla platea la foto di un tavolo costruito da suo padre così grande perché potesse contenere il maggior numero di invitati, di amici, di persone. Una slide emozionante ed immensamente esauriente, proprio nel giorno della festa del papà.
Mannaggiatte Salvato’… mi facisti chiancire!
Quella slide e quel discorso profondo li ho commentati qui scrivendo qualcosa del genere:
Ecco, speriamo che sia un buon esempio, oltre che un auspicio, che ci aiuti a comprendere meglio il significato più vero e genuino di una vita, anche professionale, all’insegna del binomio “amore e condivisione”.
Ché in fondo non serve inventarsi chissà che per ottenere il famoso “effetto WOW” citato da Seth Godin nella sua “Mucca Viola”.
Ché in fondo basta sforzarsi di non tenersi tutto per sé, al contrario offrirla agli altri come fosse una bella cassata siciliana, ed una volta fatta questa scelta darci dentro con i contenuti, sempre attraverso un percorso di studio che porti ad un minimo di competenza.
Ché chiudersi in se stessi è stupido perché non tiene conto del fatto che le scelte d’acquisto le fanno i clienti, non le facciamo noi, e non è isolandoci che li portiamo verso di noi, al contrario è stando insieme ai clienti perché, non dimentichiamocelo, i clienti sono PERSONE come noi.
Solo così ci sceglieranno: perché ci sentiranno, come cantavano gli U2 “in the name of love”, emozionalmente vicini.