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Continuo il mio “fare rete” attraverso il mio blog regalandoti un’intervista con una persona speciale che, proprio come me anni fa, ha saputo trasformare con pazienza e determinazione, una passione, quella per internet e per le nuove tecnologie, in un lavoro: quello che oggi viene sinteticamente definito “web-marketer”. Ti presento Gianluca Giacalone, un giovane uomo un po’ più giovane di me, ma non per questo con meno esperienze. Oggi è a mio avviso uno dei più in gamba consulenti siciliani, e siccome non sono geloso, e mai lo sarò, dei colleghi che sanno prima di tutto essere umili, collaborativi e “open-minded”, voglio condividere il seguente piacevole ed interessante colloquio tra due professionisti alle prese con un ambiente, quello dell’imprenditoria, che è in forte fermento e dal potenziale enorme. Ed è anche per questo motivo che bisogna fare rete e condividere. Sempre!
Ciao Gian, grazie per aver accettato l’intervista. Ti occupi di…
Ciao Leo, grazie a te e complimenti per l’iniziativa. Di cosa mi occupo? Aiuto le aziende e i liberi professionisti che desiderano raggiungere i loro obiettivi aziendali, attraverso l’uso degli strumenti online che il web ci offre.
Intanto, che ne pensi del Web Marketing, in particolare perché ci credi così tanto?
Credo nel web marketing perché a differenza degli altri canali, puoi misurare e monitorare le tue campagne e nello stesso tempo puoi interagire con i tuoi clienti in tempo reale. Credo più in generale nell’online, perché siamo nel bel mezzo della 4° rivoluzione (prima sociale e poi) industriale, dove ciò che conta è l’execution e la velocità. Non credo che si possa avere più la facoltà di scegliere questo o quell’altro canale. Le aziende e i liberi professionisti non sono chiamate a scegliere tra il volantino o il 6×3. Oggi non ti domandi più se quella persona o azienda è online, ma il contrario (e questo dovrebbe far riflettere molto).
Per colpa di tanti “venditori da strapazzo”, sul marketing girano voci poco chiare che ne offuscano il valore. Noi addetti ai lavori come dovremmo agire per onorare questo fantastico mezzo?
Questo accade in ogni settore dove le barriere all’ingresso sono più deboli o totalmente assenti. Prendi il settore dei bed and breakfast, ad esempio. Ad un certo punto, tutti coloro i quali avevano la seconda casa hanno ben pensato di “aprire un b&b”, come se potesse bastare aggiungere un letto di qua e un bagno di là, spostare i turisti come se fossero dei pacchi consegnati dalla Ryanair da una stanza all’altra, incassare l’importo e farsi i fatti propri. Questa “pratica” può funzionare quando il mercato è ancora libero dai concorrenti e la domanda è alta, ma quando il mercato diventa concorrenziale devi essere e comportanti da vero professionista. Nel nostro settore non mi preoccupo di loro, anzi sono felice che ci siano. Piuttosto mi preoccupo di chi li sceglie, perché se non avessimo la possibilità di informarci, allora sì che sarebbe più difficile capire chi vende “fuffa” e chi no, ma oggi non è più ammissibile. Se sei un imprenditore hai il dovere di informarti, così come il turista non può scegliere con gli occhi chiusi dove pernottare e poi lamentarsi se non è stato accolto e coccolato. Naviga su internet, controlla le recensioni, guarda il sito, cerca online, insomma, informati, diversamente farai felice i “venditori da strapazzo.
Come mai c’è ancora così tanta diffidenza nel “fare rete” tra imprenditori? È un fatto culturale ed umano o legato alla crisi, di cui molti non riescono a cogliere le opportunità?
Dovremmo chiederlo a loro. Io posso parlarti della diffidenza che incontro tra le persone. Sembra che tutti giochino in attacco per difendersi. È come se, durante una trattativa per stringere una collaborazione, pensassero: “prima che tu freghi me, io frego te”, ma il punto è che tutti ci restano fregati. Sicuramente è un fatto culturale. Chi si ricorda dei compiti in classe dove gli insegnanti facevano di tutto per evitare che qualcuno potesse copiare dall’altro? C’era l’insegnante che spostava i banchi in file alternate, chi utilizzava 30 copie di compiti in classe diversi, chi utilizzava l’aula magna, insomma, era una guerra tra poveri, ma alla fine perdevamo tutti.
Nel tuo Linkedin ti definisci “Online Store Manager”. Qual è il tuo coinvolgimento principale nel mondo dell’e-commerce?
È un mondo complesso, quello del commercio elettronico, dove il sito web è solo uno strumento e non l’e-commerce. L’e-commerce è un’azienda che vive di web marketing, dove l’esigenza del consumatore nasce online, cresce online e finisce online. A volte non c’è nemmeno l’offline se pensiamo ai prodotti digitali come ad esempio un e-book o un corso di formazione online. Consiglio a tutti coloro i quali si definiscono consulenti di web marketing di seguire un progetto di e-commerce.
Da collega e “compaesano”, come credi che la Sicilia, ed in particolare la nostra città, Marsala, possano essere turisticamente “promosse” in modo efficace. Come mai le tante iniziative, come i portali turistici, non danno frutti? Mancanza di strategia… o c’è anche dell’altro?
A volte si confonde la promozione turistica del territorio con il lancio di una pagina Fan o di un portale turistico, ma non basta. Prima di tutto serve la volontà tra pubblico e privato di remare tutti verso la stessa direzione. Poi serve una cabina di regia in grado di legare tutti gli attori coinvolti, tra cui anche la popolazione che potrebbe non vedere di buon occhio i flussi turistici (sembra strano, ma chi lo ha detto che quella comunità desidera veramente avere a che fare con i turisti!?). Poi bisogna lavorare ad un’offerta turistica, ad un Brand (ovvero una marca, come se fosse il logo di un’azienda), al suo posizionamento, al target, ai canali di promozione, al budget a disposizione e tanto altro ancora! Insomma, fare promozione turistica del territorio non è limitarsi alla realizzazione di un sito web, così come realizzare un sito web con la possibilità di acquistare online non significa “gestire un e-commerce”. Ad ogni modo, che sia un sito web o la promozione turistica del territorio, che sia la propria professione (qualunque essa sia) o la nostra quotidianità, posso affermare con certezza che la cosa più importante è la formazione e la crescita personale, l’unico investimento per il quale vale veramente la pena di “rischiare” il proprio tempo.