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Sabato scorso ho fatto una cosa mai fatta: ho cucinato un piatto che adoro e che è una mia grande passione. Ho cucinato una pizza!

Ho comprato gli ingredienti, impastato la farina con acqua e lievito, aspettato pazientemente per ore che lievitasse e poi farcito e infornato (nella foto qui sotto dal mio Instagram gli ultimi minuti di cottura dopo l’aggiunta di mozzarella).

Avevo aspettative scarsissime, credevo e temevo che sarebbe venuta uno schifo che avrei dovuto buttare, e invece alla fine mi sono dato un bel 6 (anche se come ti spiegherò tra poco gli avrei dato un bugiardissimo 9).

Comunque la mia pizza è venuta croccante fuori e morbida dentro e soprattutto saporita, anche se con enormi margini di miglioramento. E credo che ogni tanto ci riproverò e che correggendo gli errori magari riuscirò la prossima volta a darmi anche un 6 e mezzo o un 7.

Tuttavia so già che difficilmente arriverò a cucinare una pizza da ristorante.

Infatti non smetterò di comprare la pizza in pizzeria perché so per certo che non c’è nulla di più buono di un prodotto realizzato a regola d’arte da chi è del mestiere.

Un prodotto da 10, non da 6 o 7, che potrò ottenere velocemente grazie al vile denaro.

Questione di qualità e tempo

Sì, perché, più in generale, non c’è nulla di paragonabile a ciò che viene creato professionalmente: la qualità professionale è generalmente sempre superiore a fronte – ATTENZIONE – di un costo/beneficio inferiore.

Tradotto: evitare di mischiare tra loro passione e lavoro fa risparmiare un sacco di tempo!

Conosci l’Ikea effect?

Lo credo malgrado il cosiddetto “Effetto Ikea”, un particolare bias cognitivo (semplificando un “pregiudizio”) che porta a sopravvalutare ciò che creiamo con le nostre manine. Ci hai fatto mai caso? Io sì, ed anch’io dopo aver assaggiato la mia pizza stavo per cascarci, salvo poi riprendere il controllo, tenendo a bada le mie “pulsioni”.

Ovviamente spero che anche tu saprai non farti ingabbiare da questa credenza apparentemente innocua ma che, a pensarci bene, è invece perfettamente in grado di far fare scelte sbagliate, facendo illudere di poter trasformare dall’oggi al domani una passione in un lavoro. E come leggerai, infatti, di fare scelte sbagliate anche nel business.

Se, pur facendo di lavoro tutt’altro, fai web marketing in solitaria, ad esempio costruisci e gestisci il sito web della tua azienda o lanci campagne social o curi il tuo personal brand senza l’aiuto di un (non di certo “gratuito”) professionista, potrebbe accadere come me con la mia pizza che il tuo “prodotto” non faccia schifo totalmente, e che per questo di essere tentato di sopravvalutarlo al punto da pensare di non avere bisogno dell’aiuto di nessuno.

Tuttavia con un po’ di self control (oltre che una stima realistica del tuo rapporto costi benefici) riconoscerai di non potere ottenere risultati importanti da semplice “appassionato” che nella vita fa un altro mestiere e che, anche riuscissi ad avvicinarti molto, non potrai in ogni caso raggiungerli senza dedicarvi un mucchio di tempo (che però non hai).

Concludendo

Insomma, anche se personalmente rimarrò orgoglioso della mia “pizza da 6” (che tra le mura domestiche considererò da “10 e lode”, hihihihi!), io continuerò ad andare dal mio pizzaiolo.

Ora di riflesso però chiedo a te: pur rimanendo giustamente orgoglioso del tuo website o della tua pagina social gestite con tanta passione dalle tue manine, cosa deciderai di fare?

Continuerai, e me lo auguro, ad andare dal consulente. Vero?


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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