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Ieri scorrendo il mio newsfeed ho letto un post il cui autore chiamava Linkedin “il social dei leccaculo” per il semplice fatto che molti commentano i post altrui senza mai obiettare, congratulandosi con l’autore e spesso ringraziandolo per aver realizzato e pubblicato il suo contenuto.

In effetti è innegabile che in Linkedin la leva persuasiva di “riprova sociale”, quell’effetto psicologico postulato da Robert Cialdini (e di cui scritto ampiamente qui) che porta le persone a preferire qualcosa o qualcuno (in tal caso contenuti web) perché i propri contatti vi hanno mostrato interesse, è molto presente. E da qui potrebbe effettivamente derivarne parte della scarsa critica/polemica dei contenuti stessi.

Se da quel punto di vista quel post poteva essere anche utile, l’ho trovato invece poco utile nel vedere etichettare l’abitudine a ringraziare gli autori dei contenuti come “ipocriti”.

Solo ipocrisia?

Certo, è vero che gli ipocriti ed i leccaculo esistono. Ce li ritroviamo spesso in ufficio, in negozio, in azienda, sul luogo di lavoro e, chiaramente, anche sui social.

Ma è pur vero che nella vita esiste una buona abitudine (di cui parlerò tra poco) che, come volevasi dimostrare, spesso purtroppo non viene capita. Ed è un peccato perché farla propria potrebbe diventare un importante occasione di crescita personale.

Credo infatti che, Cialdini a parte, la maggior parte dei “grazie di questo post” tra i commenti di Linkedin sia il frutto del fatto che esistono un sacco di persone che sanno bene cosa significhi dedicare tempo e fatica per confezionare contenuti di valore.

E così provano il bellissimo sentimento della “gratitudine” a cui fanno seguire, sottoforma di ringraziamento, l’altro bellissimo sentimento di nome “riconoscenza”.

Gratitudine e riconoscenza

Già, sono convinto che esistano un sacco di persone su Linkedin che sanno bene quanto sia vero il detto “nulla è dovuto”, che non prendono le cose che vengono regalate loro “per ovvie e scontate”: parliamo di chi presta attenzione, tempo ed energie per fruire di contenuti (spesso d’alta qualità) prodotti da persone che addirittura neanche conoscono.

Potrebbero dedicarsi ai propri cari e invece lo dedicano a perfetti sconosciuti. Ci hai mai pensato?

No, tutto ciò non può essere affatto banale, figuriamoci addirittura “ipocrita”.

Io credo invece che gratitudine e riconoscenza esistano nella vita offline come anche sui social, e su Linkedin in particolare (a proposito, di questo social ne ho parlato non molto tempo fa anche qui). E che lo rendano un posto bellissimo quanto spesso, purtroppo, incompreso.

Che ne pensi?

Hai mai ringraziato una persona per aver ricevuto gratuitamente cose che molti ritengono “ovvie”, “dovute” o “scontate”?

E, di contro, hai mai provato l’emozione di venire ringraziato o ringraziata per qualcosa che hai fatto per gli altri in modo gratuito e che ti ha richiesto magari anche denaro, risorse, tempo e fatica?

Insomma, ti va di condividere con me la tua esperienza (magari sui social!) con gli spesso trascurati sentimenti di gratitudine e riconoscenza?

Puoi farlo condividendo questo post sul tuo social preferito taggandomi, scrivendomi da questa pagina o rispondendo alla newsletter.

(foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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