(Tempo di lettura 4 minuti)
Il Social Media Marketing è la branca del marketing che si occupa di generare visibilità sui social network, attraverso una serie di tecniche come la gestione dei rapporti online e l’ottimizzazione delle pagine web. Ne avevo parlato anche in questo articolo, tra i primissimi scritti per il mio blog.
La grande importanza del SMM mi è saltata nuovamente all’occhio quando, giorni fa, il caro amico, compagno di gioco nel “Risiko!” e professore di informatica Giovanni Sanguedolce, nonché grande appassionato di viaggi e fotografia, mi ha fatto notare l’effetto di condivisione e di partecipazione che una sua foto pubblicata sui social aveva suscitato tra i suoi numerosi contatti, ed indirettamente su tantissimi sconosciuti, coinvolti a loro volta dalle ripetute condivisioni.
Allora incuriosito, sono andato a vedermela questa foto, rendendomi conto della straordinarietà dello scatto: si tratta di una meravigliosa “cartolina” della Sicilia Occidentale che ritrae nel complesso “Lo Stagnone” con il “mulino del sale” antistante l’imbarcadero per l’Isola di Mothia, uno scorcio sulle “saline” e, ancora più in fondo, il profilo dell’Isola di Favignana: un concentrato di poesia gratuitamente offerta da Marsala, la mia città.
La foto in questione è stata realizzata, tra l’altro, con una fotocamera bridge, non di certo da un professionista della fotografia con mezzi costosi. E come ci tiene a precisare l’autore, senza l’applicazione di alcun filtro o effetto in post produzione. Eccola qui:
Basti pensare che in appena 24 ore dal momento in cui è stata pubblicata, solo su Facebook, partendo da un semplice profilo privato, ha ricevuto più di 200 like e più di 50 condivisioni. Senza contare che è stata vista anche moltissimo su Google+, l’altro social network usato dal mio amico.
Ma questa non è solo una questione di “numeri”, ma anche di sostanza: i commenti positivi alla bellezza della foto si sprecano: “che meraviglia”, “sembra un dipinto”, “che luogo fantastico”, “stupendo”, “unico”, “meraviglioso, sembra finto per quanto è bello” e via dicendo. L’autore stesso presentava la sua foto così:
Ora voglio fare delle doverose considerazioni. Questa foto conferma molte cose, ecco le prime tre che mi son passate per la testa e che voglio condividere qui:
- Il personal branding “etico” funziona: immaginiamo infatti se la foto fosse stata veicolata, ad esempio, da un hotel accostando uno slogan o un’offerta. L’impatto sui social sarebbe stato nettamente meno potente. Infatti ciò che rende “appetibile” un contenuto (in questo caso una foto, ma sarebbe potuto essere anche un articolo o un video) non è solo il contenuto in sé, bensì la genuinità del messaggio. Il mio amico Giovanni l’ha condivisa solo con l’intento di mostrarla ai suoi amici, perché anche loro potessero goderne. Non c’è il tentativo di vendere qualcosa, insomma “non c’è trucco e non c’è inganno”. Fare social oggi, specie nel turismo, significa rapportarsi in modo amichevole, abolendo la comunicazione istituzionale e lasciando far volare le emozioni con un linguaggio semplice e sobrio.
- È possibile promuovere un territorio con “relativamente” poco. In effetti senza volerlo, la foto ha fortemente promosso la città di Marsala e le sue bellezze, cosa che è realmente avvenuta visto che la foto è stata condivisa e ricondivisa numerosissime volte, e quindi “vista” da potenziali turisti. Con “con poco” voglio dire che in realtà non servono investimenti pubblicitari a 6 zeri per fare una sana promozione territoriale, ma investimenti “decenti” ma strategicamente mirati e che sappiano fare un corretto uso dei mezzi tecnologici di oggi. Il successo spontaneo di questa foto è una piccola lezione soprattutto per gli enti locali, incapaci di affidare budget appropriati a consulenti che sappiano comportarsi in modo “etico”, senza favorire magari le solite amicizie, oppure accettando aste al ribasso (come se “spendere meno” fosse la chiave di un corretta promozione).
- Non si può fare SMM in modo serio improvvisando. Il mio amico Giovanni non fa social networking di mestiere, ma è pur sempre un professore e consulente di informatica con basi di marketing e, soprattutto, anche se solo da appassionato, un ottimo fotografo con buone basi di composizione dell’immagine. Intendo dire che non si può assolutamente pensare di fare una campagna di Social Media Marketing affidandola al nipote o all’amico smanettone di turno, usando magari contenuti scadenti, magari forzando l’aspetto di auto-promozione (che sarebbe un errore!), semmai bisogna lavorare per accrescere la fiducia ed aspettare pazientemente i risultati con una corretta “lead generation”. Oltretutto, la foto oggetto dell’articolo è solo un fatto isolato, un esempio. Ma una vera campagna richiede una pianificazione strategica, ed una capacità di saper leggere i dati (le statistiche di apertura e lettura soprattutto) che sono fondamentali per ottimizzare il tutto. Nell’ottima di un investimento pubblicitario questo è assolutamente necessario.
Per il momento non ho altre considerazioni da fare sugli aspetti di comunicazione e di marketing che questa foto può suscitare. Però un’ultima nota voglio lasciarla: è incredibile come una foto, ben fatta, possa richiamare emozioni e sensazioni istantanee così forti ed efficaci, e comunicarle meglio forse di qualsiasi altro mezzo.
Come si dice, d’altronde, “un’immagine vale più di mille parole”.