(Tempo di lettura 2 minuti)

Stai vedendo la mia foto qui sotto e ti fa strano? No, di solito non indosso il giubbotto quando sto al PC, è giusto una prevenzione, la mia “maglia della salute” solo per oggi!

Infatti sono rientrato da poco in ufficio dopo qualche giorno casalingo alle prese con un brutto virus intestinale che non mi ha dato pace per giorni.

(il mio breve post “post-guarigione” su Instagram: se ti fa piacere, seguimi anche lì)

 

Comunque adesso (tranne se penso al lavoro arretrato arghhh!) sto bene. Niente di che, in fondo, se penso a chi ha ben altri malesseri, ben più gravi, che in confronto quasi mi vergogno.

Ma come scrivevo giorni fa sul mio profilo Facebook in questo post leggibile ai soli amici (ovviamente se non lo sei e ti fa piacere, mandami la richiesta), non c’è nulla di sbagliato nel mostrare le proprie piccole fragilità, nel chiedere sui social anche un piccolo messaggio di conforto in un periodo non roseo, purché si faccia in modo sincero.

Io, almeno, l’ho fatto in modo davvero sincero, senza alcun altro motivo che non quello di condividere un pezzetto della mia vita reale tutt’altro che perfetta.

Per questo ringrazio chi con i propri commenti, messaggi e vocali questo l’ha capito mi è stato vicino. L’ho apprezzato tantissimo.

Empatia!

D’altronde si chiama empatia: un termine usatissimo (e spesso abusatissimo) nel marketing che è proprio la capacità di porsi nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona. Anche nelle piccole cose, anche un po’ stupide, come questa.

Perché l’empatia, in fondo, si dimostra anche così, non per forza attraverso tecniche di scrittura creativa o persuasiva, ma con frasi e gesti semplici.

Molti di voi con me siete stati proprio così: empatici. E non solo inviandomi una pacca virtuale in questo periodaccio, ma spesso semplicemente prestando attenzione ai miei contenuti. Cosa non da poco di questi tempi. Ed io non lo dimenticheró.

Grazie!

 

PS: di empatia ho parlato anche il mese scorso anche nell’articolo “personal branding non è perfezione ma umiltà e coraggio di chiedere aiuto”. Se non l’hai già fatto puoi leggerlo qui e poi, se ti va, farmi sapere che ne pensi su questo argomento.


Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
Che ne pensi del mio articolo? La tua comunicazione aziendale o personale ha bisogno di una mano? CONTATTAMI ORA! :)