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Mi sono ricordato della mia leva militare, una cosa che i “ciofani d’oggi” non hanno idea (se state leggendo tranquilli: vi risparmierò la solita paternale da bumerone “vi ci vorrebbe il militare!”).

In pratica nel lontano 1998 ho fatto “la botta”, termine sinonimo di grande fatica, presso una caserma pugliese in cui mi facevano marciare tutto il santo giorno. Per fortuna che è durata solo i primi mesi, va!

Una cosa che mi è rimasta impressa di quel tempo è stato l’ordine “attenti, riposo” che i superiori ci urlavano spesso in faccia e che dovevamo eseguire perfettamente, senza muoverci neanche di un micron, pena beccarci un bel cazziatone.

Cosa c’entra col marketing?

A pensarci bene c’entra: questo continuo “ordine militare di stare attenti”, che molti oggi forse denigrerebbero giudicandolo il retaggio di un triste passato, è ancora presente nell’uso dei social, ma con una sostanziale differenza: i post ed i contenuti che scrolliamo non ci dicono apertamente di stare attenti, ma sono studiati proprio per farlo!

Il problema è che spesso lo fanno manipolandoci, attività che avviene “a livello inconscio” (attivando l’amigdala, la ghiandola alla base del cervello che gestisce gli istinti), con immagini e testi click bait che ci portano d’istinto a fermarci ed eseguire un ordine che razionalmente non eseguiremmo mai. Sono contenuti che a volte innescano persino “funnel di vendita tossici” che invece di guidarci verso un bene comune ci portano verso un bene elitario, verso il nostro controllo.

Una cosa che nulla ha a che fare con il mio militare in cui gli ordini “attenti-riposo” venivano impartiti per il bene, per insegnare disciplina.

Insomma il punto è che oggi, proprio sui social, paradossalmente noi tutti subiamo un continuo ed incessante ordine “attenti-riposo” che è subdolo, quindi assai più pericoloso di un vero ordine militare che, per quanto non sempre gradito, almeno è bonario e sincero e che tra l’altro, essendo un ordine diretto, agisce più eticamente sul piano razionale.

Cerchiamo quindi, quando scorriamo i social, di non farci manipolare da certi contenuti. C’è un solo modo per riuscirci: prendere atto che esistono, quindi imparare a riconoscerli e prenderne le contromisure. Ciò non può che accadere diventando più consapevoli grazie allo studio della buona comunicazione.

Perchè “comunicazione”, e qui arrivo al punto sottolineando il valore della disciplina che è richiesta per studiarla, non a caso fa rima con “cazziatone”.

(Foto: Pexels)

Leo Cascio

Leo Cascio

Sono brand builder, creator, consulente, formatore e divulgatore di web marketing. Autore del libro "Personal Branding sui Social" (link Amazon).
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